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Giovedì gnocchi

Creato il 16 settembre 2010 da Fabriziogabrielli
Che poi arriva sempre il giorno della settimana in cui guardi a quel ch'è successo, ti fermi, butti l'occhio a quel che succederà: il giovedì, il giovedì è il giro di boa, il giovedì gnocchi, che chi ci resta, indifferente, davanti ad un piatto di gnocchi?
Lo gnocco, lo dicon gl'esperti enogastronomi, nutre ed appaga, è economico ma pure digeribile, glieli preparava sempre, gli gnocchi, la nonna d'Alessandro Florenzi, ch'è stato suo malgrado protagonista della sforbiciata del lunedì di questo lunedì, Alessandro che sbaglia le mutine indossa la fascia di capitano e calcia i rigori nei derby tra canteras, col coraggio dei capitani, che tanto s'ha da capità capita, capito capità?
Lo gnocco lo mette nel piatto pure Giulietta la nonna di Lollo quando il nipote la va a trovare con quella gnocca di Giuliasua labbra di liquerizia e capelli di zucchero filato, e con la farina s'impiastriccia il viso come faceva Friedenrich, non foss'altro per farsi volere un po' più bene.
Le gnocche, lo dice pure Clelio e se lo dice lui siam tutti felici, è giusto usino la loro gnocchitudine per far carriera, ti pare?, eticamente scorretto è un concetto sconosciuto per chi ha da fare ne il tempo (e) libero, che ti piaccia o no il pensiero imperante questo è, e ciccia.
E' la realtà, belli miei, non statevi a credere: son mica finzioni, su Finzioni Magazine, ch'è una rivista fighèrrima, poi un giorno è successo che ci sono andato a sbattere in òmpèig, a far che?, a parlar di scrittori italiani che perepè qua qua qua qua qua perèrap, son divertissimenti e ci può stare, è giovedì, dopotutto, il giorno degli gnocchi.
Certe volte gli gnocchi vengon male, si sfaldano durante la cottura oppure son tosti, e ti dici ma che sfiga, diamine, che cazzo di sfiga, infatti li prepari di giovedì sedici, mica di venerdì diciassette, ch'è giorno sfigato per eccellenza ma che quest'anno, di venerdì diciassette, succede pure una cosa bella assai.
Capita che nel trilatero della ceramica, tra Sasciuòlo Carpi e Modena, ci sia un festival di filosofia, un festival intitolato alla fortuna, e che Manicardi e 'l resto dei Barabbaròli, quelli che fanno i libri elettronici a più mani (non per niente il Manicardi lo chiamano Il Many), han deciso di farne uno, stavolta, che si chiama "Cronaca di una sorte annunciata", dentro ci son racconti sfigati su gente sfigata scritti da gente sfigata, tipo me, che infatti poi c'è una ròba mia che ha un titolo, non sto mica qua a spoilerare, un titolo beatlesiano, in cui s'affacciano sottomarini e jella, il giochino è facile, lo indovinate pure da soli. [questo libro lo leggono per la prima volta venerdì sera a Carpi, se ci siete, a Carpi, andateci]
Sabato sarò a Florendzia, i regadzetti di Collettivomensa organizzano una Babele Situazionautica che già capire cos'è è una bell'impresa, alle otto di sera col freschetto ci sono io che leggo delle mie ròbe katacrashiche ma anche no, quel momento l'han battezzato Burn after reading e sono un bel po' preoccupato, perché sul reading son preparato, ma sul burn aftern, mah, non saprei, cosa brucerà?
Speriamo non gli gnocchi, ché gli gnocchi bruciati, cristiddio, fanno decisamente senso.
Non nutrono, non appagano, non li digerisci.
Ed hai buttato i soldi, alla fine della fiera.

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