Ogni anno nel mondo si registrano 200.000 omicidi fra i giovani di età compresa fra i 10 ed i 29 anni: si tratta quasi della metà (il 43%) di tutti gli assassini che avvengono su scala globale.
Per l'80% si tratta di vittime di sesso maschile: in effetti sia le vittime che gli assassini sono prevalentemente di sesso maschile.La violenza dunque è un problema che riguarda soprattutto gli uomini, probabilmente per le caratteristiche educative che in ogni civiltà differenziano le aspettative, gli insegnamenti impartiti e gli stili di vita sociale in base al genere di appartenenza, anche se alcuni aspetti legati alla genetica ed alle influenze ormonali possono condizionare la presenza di una maggiore aggressività nei soggetti di sesso maschile.
Secondo i dati dell'OMS per ogni giovane ucciso ce ne sono altri 20-40 che riportano lesioni tali da richiedere interventi di cura in ospedale. Tra il 2000 ed il 2012 il numero di omicidi tra i giovani tende a ridursi, ma con maggior calo solo nei paesi a reddito alto, mentre la violenza prospera nella povertà.
L'avere sperimentato durante la giovinezza un ambiente violento e l'averne subite ha un impatto molto profondo sulla formazione di una persona e su quello che sarà in futuro il suo assetto di personalità.
Le dinamiche conflittuali e violente se diffuse, minano tutto il tessuto sociale e si trasmettono dall'uno al'altro, dal più forte al più debole in una catena difficile da spezzare, perché ciascuno è portato a riprodurre i modelli di relazione che ha sperimentato e che di solito sono gli unici che conosce.Le condizioni che facilitano dinamiche violente riguardano in parte le caratteristiche temperamentali della persona con maggiore rischio per i soggetti meno adattati per vari motivi e/o disturbi psichici e comportamentali, in parte dovute ai modelli educativi ed allo status socio-economico familiare ed infine in parte legate anche alle caratteristiche organizzative e culturali del paese di appartenenza.
Sia le vittime che gli autori di omicidi tra i giovani hanno per lo più una lunga storia di relazioni aggressive e molti di loro hanno una storia di maltrattamento nell'infanzia.
I dati sono frutto del Rapporto sullo stato globale e prevenzione della violenza 2014 che riflette le statistiche raccolte in 133 paesi ed è il primo studio a livello globale con questo specifico target.In Italia nel 2012 sono registrati 528 omicidi con un tasso complessivo di 0,89/100.000 dei quali il 69,7% di sesso maschile ed il 30,3% femminile. Il tasso di omicidi è in riduzione nei 12 anni esaminati in quanto superava l'1,2/100.000 nel 2001.