Questo sarebbe stato il nome più adatto a questo blog.
Ma ormai da quasi un anno si chiama Emporio.
Emporio perchè c'è di tutto.Perchè accanto ad un discorso strappalacrime c'è la ricetta di un ciambellone,ci sono storie strampalate,le mie e ci sono storie vere,ci sono amiche, gatte,figlie e mariti (oddio correggo marito che di quello uno basta e avanza ^_^ ).
Emporio come il negozietto che c'era in quel piccolo paesino in Umbria,il negozietto della Cesarina.La Cesarina vendeva negli anni settanta profumi francesi accanto a filoni di pane sciapo tipico ternano e accanto a mangime per le galline .Una volta c'ho comprato un paio di pantaloncini a righine bianche e celesti.Erano messi in bella vista sopra un prosciutto e non scherzo,credetemi.
Disordinato senza dubbio.Ma c'era un calore dalla Cesarina.Le donne del paese andavano a trovarla a targhe alterne per non lasciarla mai da sola.
Per umanità?Certo. Ma anche per sapere tutto di tutti.Ma mica per cattiveria.Per tenersi informate.Una specie di Novella 2000 antelitteram.Ricordo ancora giorni e giorni di pettegolezzi su una ragazza che doveva sposarsi ed era scappata all'ultimo momento "p'annà a fà la bona donna a Orvieto con n' avvocato".Michela si chiamava sta poverina.Me lo ricordo ancora.E io mentre ero intenta a girare con la mia biciclettina pensavo "E che male c'è a fare la bona donna?"
Il concetto ,velato tra le righe,ancora non mi era chiaro.
Ci trovate di tutto qui dentro.Soprattutto le imperfezioni,le sbavature.A volte le strisciate d'unghia sulla lavagna.
Parliamoci chiaro.Io non sono nè una chef,nè una pasticciera nè una favolosa cake-design.Non lo sono e non potrei proprio esserlo.Cucino per amore perchè così mi è stato insegnato.
Sono cresciuta messa su uno sgabello per arrivare al bancone in svariati ristoranti romani.Uno di questi si affacciava proprio su piazza S.Giovanni.Vedevo gli chef all'azione,tra i quali mio fratello,la fatica,le soddisfazioni,l'agitazione delle ore di punta,le riunioni al mattino (e questo non lo scorderò mai) di fronte ad una frappa.Si,proprio una frappa.Tre mucchietti, tre diverse calibrature di zucchero,tre diversi modi di aggiungere il lievito.Uno mi divertiva un sacco.Un mezzo bicchiere di latte dove veniva versato il cremor tartaro.Una pozione magica!Bollicine a non finire....E alla fine l'assaggio e la decisione su come e quale versione presentare.Chef che avevano studiato,girato svariate cucine,chef imbarcati sulle navi,chef che andavano a fare le varie stagioni.....Poi in Svizzera,nel locale di Selim,chef turco emigrato con dolore che all'epoca faceva il miglior kebab della città e sognava i profumi e i colori e i suoni della sua terra mentre fuori regnava il silenzio più assoluto....
Insomma,qui non troverete piatti perfetti,curati.Ci metto impegno,ma non ce la faccio ad essere perfetta.O magari non voglio.O magari non posso.O magari la perfezione la lascio a chi lo fa perchè quello è il suo destino
Vi prego solo di accettarmi per quella che sono.
Una foodblogger deliziosamente (spero) imperfetta.
Con affetto.
Vi propongo la merenda che oggi ho dato ai bimbi che fanno lezione da me.Tra un problema di matematica e uno di geometria ci abbiamo infilato un simil girasole,che ricorda molto quello del Mulino Bianco.Forse anche migliore,e lo dico senza temere di essere superba.La ricetta non è mia quindi manco il merito ^_^.L'unica variante è che io non ho usato vanillina e ho abbondato con il limone
(ricetta originale Il Dolce mondo di Sara)
Girasoli tipo Mulino Bianco
per la pasta:
400 gr farina
100 gr zucchero
100 ml latte
50 gr burro morbido
1 bustina lievito di birra
1 uovo
1 pizzico di sale
scorza di 1\2 limone grattugiata
per la crema:
300 ml latte
80 gr zucchero
55 gr farina
vanillina (io non l'ho usata)
scorza grattugiata di un limone.
Prepariamo tutti gli ingredienti per il ripieno sulla spianatoia infarinata,impastiamo fino ad ottenere una palla a facciamo lievitare per un'ora e mezzo,due (possiamo anche utilizzare la macchina del pane,programma lievitazione e impasto)
Intanto prepariamo la crema.Scaldiamo il latte la scorza di limone grattugiata.In un altro pentolino mescoliamo farina,zucchero,limone e vanillina (io l'ho omessa),aggiungiamo il latte caldo lentamente,poniamo sul fuoco e facciamo addensare.Al primo accenno di bollore togliete,altrimenti diventerà troppo densa.
Facciamo raffreddare.
Trascorso il tempo di lievitazione,prendiamo l'impasto,lavoriamolo brevemente e stendiamolo a rettangolo.
Spalmiamo la crema che avevamo messo da parte,arrotoliamo,e tagliamo a rondelle non molto alte altrimenti lievitano tantissimo.
A questo punto mettiamole su una teglia foderata da carta forno (io le ho inserite dentro alla teglia dei muffins per non far perdere loro la forma)
Facciamo lievitare per una mezz'ora e cuociamo a forno caldo (180 gradi) fino a leggera colorazione(all'incirca ci vorrà un quarto d'ora)