La scelta degli organizzatori del Giro d’Italia 2012 di concedere la quarta wild card ad una misconosciuta formazione con sponsor statunitense, il team NetApp, ha fatto storcere più di qualche naso tra gli appassionati italiani di ciclismo, convinti invece che sarebbe stata concessa a Stefano Garzelli (e dunque alla sua Acqua&Sapone) l’ultima occasione di onorare la Corsa Rosa.
Eppure gli atleti di questa giovane squadra dal budget pressoché illimitato (la casa-madre fattura 2 miliardi di euro) – benché usato con sobrietà – non vedono l’ora di mettersi in luce sulle strade del Giro d’Italia 2012; al punto che si stanno portando avanti, riuscendo a primeggiare – o quantomeno a segnalarsi – sulle strade di mezza Europa come dimostrano gli ottimi piazzamenti di Cesare Benedetti (giovane scalatore trentino: ne sentiremo ancora parlare) e le vittorie del 27enne ceco, Jan Barta.
Ottimo passista, capace di “digerire” con agilità anche le salite, Barta può davvero sorprendere come ha già saputo fare alla Rund um Koln e soprattutto alla Settimana Internazionale Coppi e Bartali (dove ha vinto cronometro finale e classifica generale).
Jan Barta che si presenta così:
Mi piace la cronometro perché tutto dipende da te e da nient’altro: combatti contro i tuoi limiti, contro il tempo e contro il vento, e mi piace.
Prima di dare uno sguardo al Giro d’Italia 2012..
è la seconda gara più importante del mondo, ed è davvero speciale – ha dichiarato ai colleghi di Cyclingnews.com – Dopo le gare che abbiamo corso l’anno passato, come il Giro di Svizzera, i nostri obiettivi sono cresciuti di pari passo con i progressi della squadra, perciò non sono preoccupato per le critiche che ci sono piovute addosso, soprattutto dall’Italia: vincere la Coppi e Bartali è stata una dimostrazione di qualità della squadra, prova del fatto che ci siamo guadagnati sulla strada la wild card ottenuta.
La scelta degli organizzatori del Giro d’Italia 2012 di concedere la quarta wild card ad una misconosciuta formazione con sponsor statunitense, il team NetApp, ha fatto storcere più di qualche naso tra gli appassionati italiani di ciclismo, convinti invece che sarebbe stata concessa a Stefano Garzelli (e dunque alla sua Acqua&Sapone) l’ultima occasione di onorare la Corsa Rosa.
La scelta degli organizzatori del Giro d’Italia 2012 di concedere la quarta wild card ad una misconosciuta formazione con sponsor statunitense, il team NetApp, ha fatto storcere più di qualche naso tra gli appassionati italiani di ciclismo, convinti invece che sarebbe stata concessa a Stefano Garzelli (e dunque alla sua Acqua&Sapone) l’ultima occasione di onorare la Corsa Rosa.
Eppure gli atleti di questa giovane squadra dal budget pressoché illimitato (la casa-madre fattura 2 miliardi di euro) – benché usato con sobrietà – non vedono l’ora di mettersi in luce sulle strade del Giro d’Italia 2012; al punto che si stanno portando avanti, riuscendo a primeggiare – o quantomeno a segnalarsi – sulle strade di mezza Europa come dimostrano gli ottimi piazzamenti di Cesare Benedetti (giovane scalatore trentino: ne sentiremo ancora parlare) e le vittorie del 27enne ceco, Jan Barta.
Ottimo passista, capace di “digerire” con agilità anche le salite, Barta può davvero sorprendere come ha già saputo fare alla Rund um Koln e soprattutto alla Settimana Internazionale Coppi e Bartali (dove ha vinto cronometro finale e classifica generale).
Jan Barta che si presenta così:
Mi piace la cronometro perché tutto dipende da te e da nient’altro: combatti contro i tuoi limiti, contro il tempo e contro il vento, e mi piace.
Prima di dare uno sguardo al Giro d’Italia 2012..
è la seconda gara più importante del mondo, ed è davvero speciale – ha dichiarato ai colleghi di Cyclingnews.com – Dopo le gare che abbiamo corso l’anno passato, come il Giro di Svizzera, i nostri obiettivi sono cresciuti di pari passo con i progressi della squadra, perciò non sono preoccupato per le critiche che ci sono piovute addosso, soprattutto dall’Italia: vincere la Coppi e Bartali è stata una dimostrazione di qualità della squadra, prova del fatto che ci siamo guadagnati sulla strada la wild card ottenuta.