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Gita fuori porta

Creato il 11 settembre 2010 da Silvanascricci @silvanascricci

Che mister B. desse il meglio si sè nelle missioni internazionali, era cosa nota.

Appena varca la cinta daziaria, forse perchè sprovvisto di Gianni Letta e delle altre badanti che hanno il compito di sedarlo nelle circostanze ad alto rischio, esce al naturale.

Ma l’idea di andare a Mosca per rammentare davanti agli ex comunisti sovietici Putin e Medvedev i finanziamenti occulti dei comunisti sovietici al PCI, ecco, quella non gli era ancora venuta.

Quando poi il nostro ha attaccato la geremiade contro Fini e le toghe rosse, le delegazioni giunte da tutto il mondo han preso a picchiare sugli auricolari della traduzione simultanea, pensando ad un’interferenza in cuffia.

Invece era proprio lui che, tanto per cambiare, badava ai cazzi suoi.

Così la sua collezione di trionfi mondiali s’è arricchita di un altro capitolo memorabile.

Anche perchè negli altri paesi il ricambio della classe politica è così rapido che, a ogni vertice internazionale, c’è sempre qualcuno appena arrivato che non conosce ancora Mr B.

Dunque, si meraviglia.

Ma lui, va detto, è sempre lui.

Il fine diplomatico che salutò l’elezione di Obama dandogli dell’abbronzato e definì clown il presidente Chirac.

L’elegantone che, al G8 di Caceres, si levò le scarpe dvanti a tutti e fece le corna alle spalle di un ministro francese.

Il gentiluomo che, inaugurando nel 2003 la presidenza italiana della UE, apostrofò il socialista Shulz: “Girano un film sui lager nazisti, la proporroò per il ruolo di kapò”.

Il poliglotta che salutò i ministre delle finanze a Bruxelles a nome di Ciampi in perfetto inglese: “I give you the salutation of my president oh the Republic”.

Il cosmopolita che, atterrato in Estonia, elogiò le bellezze dell’”Estuania”.

Il vero signore che, ricevendo a Roma il premier danese Rasmussen, si complimentò: “Lei è molto più bello di Cacciari, la presenterò a mia moglie, eh eh…”.

Il latrin lover che si fece conoscere anche in Finlandia: “Per portare a Parma anzichè a Helsinki l’agenzia europea dell’alimentazione ho dovuto rispolverare le mie doti di play boy e fare la corte alla presidente Tarija Halonen”.

La poveretta fu crocifissa dall’opposizione, scandalizzata all’idea che la presidente avesse ceduto un’istituzione all’Italia dopo una storia d’amore con un tipo del genere.

Lei tentò di spiegare il livello di attendibilità del nostro premier agli ignari connazionali.

Lui intanto rimediava alla gaffe peggiorandola: prima ironizzava sulle specialità gastronomiche finlandesi (“mangiano prosciutto di renna affumicata”), provocando l’embargo delle importazioni alimentari italiane in Finlandia; poi mostrava una gigantografia della Halonen a una convention forzista: “Ma davvero pensate che io abbia fatto la corte a una con quella faccia?”.

Poi sistemò anche la Turchia: invitato alle nozze del figlio del presidente Erdogan, tentò di dare una toccatina alla sposa tutta fasciata di veli e, per il rito islamico, assolutamente inavvicinabile.

Subito dopo, in piena tempesta ormonale, fece arrossire il premier tedesco Schroder: “Parliamo di donne: tu te ne intendi, ne hai cambiate tante, eh eh”.

Resta però ineguagliata la performance del Cavaliere di Hardcore allo stabilimento Merloni in Russia, dove nel 2004 tentò di trascinare l’amico Putin in un concorso di bellezza improvvisato fra le operaie della fabbrica, dandogli di gomito: “Voglio baciare la lavoratrice più bella”.

Il cronista del Kommerstan riferì allibito: “Il premier italiano aveva già individuato la sua vittima. Si è avvicinato ad una donna grande come la Sardegna e con tutto il corpo ha fatto il gesto tipico dei teppisti che importunano ragazze negli androni bui. Lei s’è scansata, ma il signor Berlusconi in passato deve aver fatto esperienza con donne anche più rapide: con due salti ha raggiunto la ragazza e ha iniziato spudoratamente a baciarla in faccia. Poi l’ha scossa ridendo, quasi volesse buttarla a terra. L’unica cosa che la donna ha potuto fare è stato rifiutarsi di ricambiare i baci. Puti assisteva alla scena immobile e gelido”.

Poi gli regalò un lettone matrimoniale, formato extralarge.

(Marco Travaglio – da “Il fatto quotidiano”).

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Tutti siamo a conoscenza, più o meno, delle travagliate esperienze estere del nostro presidente del consiglio; ci ricordiamo proprio tutti la performance di Berlu a Strasburgo mentre Fini si metteva le mani nei capelli, disperato e perplesso (e già allora, caro Gianfranco, avresti dovuto ben capire con chi avevi a che fare), ma vederle così, in fila, una dietro all’altra, fanno davvero ancora più impressione e tanta, ma tanta, più rabbia.



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