Studi della Banca Mondiale, di Google, dell’Oecd, del Boston Consulting Group e di Confindustria Digitale sostengono che una buona infrastruttura digitale consentirebbe di risparmiare non meno di 40 miliardi l’anno (con soli 10 miliardi di investimenti iniziali, secondo Alcatel-Lucent); una crescita della penetrazione della banda larga tra il 13% e il 18% potrebbe generare una crescita di PIL tra il 3,3% e il 4,3% (di cui il 75% a vantaggio dell’industria tradizionale); il McKinsey Global Institute afferma che internet crea più posti di lavoro di quanti ne distrugga. E invece no: l’Italia rema contro il digitale.
Ma, fra WebTax e dettati Siae (con incremento del 500% dell’Equo compenso), fra divieti di “linkare ed embeddare” e Delibere AgCom, l’Italia è luddista nel Dna.
Vogliamo rendere l’Italia un Paese per Internet? #giulemanidalweb! Adesso.
- Blog Beppe Grillo: Le larghe intese distruggono il web #giulemanidalweb
- ITespresso.it: La Rete italiana è una leva per crescere e battere la crisi. Ma c’è chi dice no
- Punto-Informatico.it: La miopia digitale di Letta
- Blog di Guido Scorza: Caro Maestro, sulla ‘copia privata’ forse ha preso una stecca
- Firma la petizione contro la SIAE di Altroconsumo