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Giulia Manfrini: una vità agli 80 all’ora

Creato il 28 novembre 2011 da Sportduepuntozero

UNA VITA AGLI 80 ALL’ORA

Giulia Manfrini: una vità agli 80 allora

Laggiù, dietro alla Mole, dove nel 1668 Carlo Emanuele II di Savoia diede inizio alla costruzione della Cavallerizza Reale, oggi vive un simpatico clochard ungherese. Ha lunghi capelli rasta e una discreta parlantina. Cosa ci faccia a Torino non lo sappiamo, ma in un angolino del porticato che si affaccia sul piazzale del Teatro Stabile ha ricavato il suo spazio. Nella sua “casa” c’è un tavolino con qualche vettovaglia, un piccolo specchietto, due sedie ed un cane dalmata. Non possiede molto, eppure riesce a rendere accoglienti quei pochi metri quadri che sono diventati il suo domicilio. Poco meno di mezzo millennio fa la Cavallerizza Reale era simbolo dello sfarzo reale dei Savoia e ci avevano lavorato fior fiore di architetti come Amedeo di Castellammonte e Filippo Juvarra. Oggi mostra fin troppi segni dell’età, eppure mantiene quella sobria décadence post-rinascimentale che trasuda fascinosamente secoli di Storia.

Snowboard dietro la Mole
Quelle pareti ne hanno viste tante ed in quasi 500 anni avranno offerto riparo a chissà quante persone, ma c’è da chiedersi se avessero mai avuto il piacere di ospitare una campionessa di snowboard con tanto di tavola, maschera, guantoni, stivaletti e… vestitino elegante. Ne dubitiamo. Non tanto perché da quelle parti non siano passati personaggi illustri, quanto più che altro perché Torino non è propriamente un centro sciistico per eccellenza e chi usa la tavola solitamente indossa la tuta. Di sicuro Giulia Manfrini ha attirato su di sé tutti gli sguardi incuriositi dei pochi passanti. Ma non deve essere stato un problema. Dimenticatevi il prototipo dell’eroe schivo e solitario che non ama l’allegria. Chiacchierare con Giulia è un’esperienza coinvolgente. Non è la classica Superstar snob che si crogiola nei propri successi. È una ragazza terra-terra con il sorriso stampato in volto che se può mettersi a ridere o scherzare non si tira di certo indietro. In effetti, questo suo carattere si sposa bene anche con la disciplina in cui primeggia.

Voglio una vita spericolata… voglio una vita come quella dei film
Ama l’avventura e ama sperimentare. Diciamo che è difficile limitarla in qualcosa. Chissà se i suoi genitori si sono rassegnati a questa idea. Forse dovevano capirlo quando a 14 anni l’insegnante di snowboard li convocò per dire loro che la figlia andava troppo forte. Sarà stato il segno del destino che Giulia aspettava. Lei, di rallentare, proprio non ne aveva voglia. Le soluzioni quindi erano due: continuare a beccarsi i cazziatoni del maestro che la intimava di rallentare, oppure cercare la disciplina in cui sfogare tutta questa sua esuberanza. Inutile dire che ha vinto la seconda ipotesi. La scelta era tra una discesa di velocità nelle porte, lottando contro il tempo, oppure uno stretto pazzo pendio, con salti e curve paraboliche, sgomitando contro altri avversari. Inutile dire che anche qui ha vinto nuovamente la seconda ipotesi. E allora via alla scoperta dello ‘Snowboard Cross’ o ‘Boardercross’, che dir si voglia.

Giù per le piste nere a 80 km/h
Immaginatevi quattro snowboarder che si lanciano a velocità che toccano gli 80 km/h su una pista nera dove ci sono woops, jumps (step up e step down), paraboliche, corner e wu tang. (Ovvero gobbe, salti verso l’alto e verso il basso, curve paraboliche, salti in curva e muri da oltrepassare). Insomma… vi consigliamo di vedere un video perché rende meglio l’idea. Passano il turno solo i primi due. Ovviamente non è legale spintonare, ma in quella bolgia infernale, quando si toccano certi chilometri orari, diventano inevitabili i contatti e possiamo assicurarvi che non è piacevole essere buttati a terra. Purtroppo succede che qualcuno cada, ma è per questo che esiste un equipaggiamento obbligatorio. L’oggetto più importante per la discesa è senza dubbio la tavola. Giulia ne porta almeno due ad ogni gara e poi decide. Dice che dipende dalla sciolina, dalla neve, dal tracciato… insomma da questioni tecniche. D’altronde non è per caso che si arriva terzi agli Assoluti italiani e si conclude fra i primi alle gare in giro per l’Europa e in Coppa del Mondo.

Giulia Manfrini is always on the move
Ovviamente non ha con sé ad ogni meeting tutte le tavole che possiede, sennò non le basterebbe una macchina intera. Negli anni ne ha accumulate parecchie ed ad oggi superano la decina, ma sono talmente tante che non si ricorda il numero esatto. Le altre le usa in diverse occasioni. Qualche volta prova anche diverse discipline, come il freestyle. In inverno, quando non ha gare in programma, insegna ad andare sullo snowboard. In estate gira il mondo e l’ultimo viaggio importante l’ha condotta in India. Ha approfittato dei mesi caldi anche per andare sulla tavola da surf. Il suo nuovo progetto è quello di prendere il brevetto da maestra pure in questa disciplina. In fondo, oltre allo snowboard, non le bastava anche aver fatto gare a cavallo da piccolina. Ah, in tutto questo ovviamente sta persino studiando Giurisprudenza all’Università di Torino.

Facebook e i 1100 amici
Diciamo che le piace fare sempre qualcosa. Forse è questo che la rende davvero speciale. Vive con entusiasmo ogni nuova avventura e sicuramente non ha problemi a relazionarsi con gli altri. Non avrà con tutti lo stesso grado di amicizia, ma gli oltre 1100 amici di Facebook testimoniano la sua popolarità. D’altronde è bella, solare, simpatica e terribilmente spericolata. Serve aggiungere altro?

di Edoardo Blandino 

Guarda il profilo di Giulia Manfrini, la gallery foto e il video di backstage realizzato


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