Nell’ottobre 2010 scrissi questo pezzo che ripropongo se non altro perché piace agli spiders di Google al punto che la maggior parte delle stringhe di ricerca che conducono qui i lettori non sono: ‘Giulio Maria Terzi’ e ‘Moglie di Giulio Maria Terzi’. Buona lettura.
C’e’ un uomo che si aggira a piede libero nel mondo fatato della diplomazia internazionale, si chiama Giulio Terzi di Sant’Agata, ma noi per comodità lo chiameremo Giulio (Maria) Terzi di Sant’Agata (Vien dal Mare).
Giulio (Maria) Terzi di Sant’Agata (Vien dal Mare) nasce nel 1946, il giorno esatto è coperto da segreto di Stato. Finita la scuola, per un trentennio Giulio (Maria) Terzi di Sant’Agata (Vien dal Mare) si arrangia come può tra un ufficio e l’altro del ministero degli affari esteri: fa l’addetto al cerimoniale, il segretario d’ambasciata, il consigliere commerciale, il consigliere politico, il vice segretario generale, il direttore politico, l’assistente del ministro e via discorrendo. Nel 2002 – quando Giulio (Maria) Terzi di Sant’Agata (Vien dal Mare) ha 56 anni – gli danno finalmente la prima ambasciata tutta sua, in Israele.
“…un periodo caratterizzato dallo scoppio della seconda intifada…” ci ricorda Wikipedia.
Nonostante l’ottimo lavoro svolto in Israele, Giulio (Maria) Terzi di Sant’Agata (Vien dal Mare) viene rimesso in frigorifero già nel 2004. Finalmente, il primo ottobre 2009 ha una nuova chance. A soli 63 anni d’età Giulio (Maria) Terzi di Sant’Agata (Vien dal Mare) diviene l’ambasciatore italiano negli Stati Uniti ed oggi (ottobre 2010) festeggia il suo primo anno di carica.
Ebbene, Giulio (Maria) Terzi di Sant’Agata (Vien dal Mare) in qualche modo, il 17 settembre 2010 è riuscito a convincere quelli di Foreign Policy, la rivista del CFR, a dargli una mezza paginetta. Poteva scrivere di tutto, invece l’ha sfruttata per puntare il suo ditino ossuto contro James Walston, un giornalista del periodico che ha definito l’Italia “Bordello State”. Informato della sicagura, Giulio (Maria) Terzi di Sant’Agata (Vien dal Mare) ha preso penna e calamaio, si è rimboccato le maniche e ha sfoderato ciò che segue:
La Vera Italia
Per dirla semplicemente, il recente articolo di James Walston, sul cui titolo mi permetterete di soprassedere in modo da non diffondere la sua volgarità, è un chiaro esempio di faziosità.
Centonovanta caratteri… per dirla semplicemente. Che diplomatico!
Waltson sceglie di citare Dante ma potrebbe commettere un lapsus freudiano, dal momento che Dante ha vissuto i dolorosi e tragici effetti della lotta tra fazioni nel XIII secolo a Firenze, è stato prima bandito dalla sua città natale ed infine esiliato.
[FACOLTATIVO]
Ecco cosa sappiamo delle faccende politiche di Dante:
Politicamente Dante apparteneva alla fazione dei guelfi bianchi, che pur trovandosi nella lotta per le investiture schierati col Papa, contavano molte famiglie della nobiltà signorile e feudale più antica, ed erano contrari ad un eccessivo aumento del potere temporale papale (…) A Firenze ebbe una carriera politica di discreta importanza: dopo l’entrata in vigore dei regolamenti di Giano della Bella (1295), che escludevano l’antica nobiltà dalla politica permettendo ai ceti intermedi di ottenere ruoli nella Repubblica, purché iscritti a un’Arte, Dante si immatricolò all’Arte dei Medici e Speziali. (…) Fu nel Consiglio del popolo dal novembre 1295 all’aprile 1296; fu nel gruppo dei “Savi”, che nel dicembre 1296 rinnovarono le norme per l’elezione dei Priori, cioè dei massimi rappresentanti di ciascuna Arte; dal maggio al settembre del 1296 fece parte del Consiglio dei Cento. Fu inviato talvolta come ambasciatore, come nel maggio del 1300 a San Gimignano. Lo stesso anno fu priore dal 15 giugno al 15 agosto. (…) Con l’invio di Carlo di Valois a Firenze, mandato dal Papa come teorico paciere (ma conquistatore di fatto), la Repubblica spedì a Roma un’ambasceria con Dante stesso, accompagnato da Maso Minerbetti e dal Corazza da Signa. Dante si trovava quindi a Roma, trattenuto oltre misura proprio da Bonifacio, quando Carlo di Valois, al primo pretesto, mise a ferro e fuoco Firenze con un colpo di mano. Il 9 novembre 1301 Cante Gabrielli da Gubbio fu nominato Podestà di Firenze, dando inizio ad una politica di sistematica persecuzione degli elementi ostili al Papa, che si risolse nell’uccisione o nell’esilio di tutti i guelfi bianchi. Con due condanne successive, quella del 27 gennaio e quella del 10 marzo 1302, che colpirono numerosi esponenti delle famiglie dei Cerchi e dei Gherardini, il poeta fu condannato da Cante Gabrielli, in contumacia, al rogo ed alla distruzione delle case. Dante fu raggiunto dal provvedimento di esilio a Roma e non rivide mai più Firenze. (fonte: Wikipedia)
Personalmente trovo che i collegamenti fra le vicende attuali e le antiche esperienze di Dante non offrano grandi spunti, non permettano illuminanti intuizioni. Mi pare una polemica finalizzata al mero scopo di dattilografare una nebulosa citazione forbita. Giulio (Maria) Terzi di Sant’Agata (Vien dal Mare) prosegue puntando il ditino contro le pagine che lo ospitano:
Chiunque ha il diritto di esprimere le proprie opinioni, anche quando sono palesemente di parte come nel caso di Walston. Ma sono molto sorpreso che un’importante pubblicazione che è dedicata alla politica estera e reca in prima pagina il nome del suo illustre fondatore, Samuel P. Huntington, scelga di ospitare un racconto aspro e falso, basato solo sul gossip nazionale, con una mancanza di equilibrio e di serietà che ci si potrebbe attendere ai più bassi livelli del sensazionalismo da tabloid.
Poi si lascia andare:
Sono ancora più sorpreso dal momento che è sulla politica estera che, nel corso degli anni e in particolare nell’ambito dell’attuale governo guidato dal primo ministro Silvio Berlusconi, l’Italia ha dato massima prova della sua credibilità a livello mondiale con una maggioranza forte e stabile, come si conviene ad uno dei membri fondatori dell’Unione Europea e ad un paese importante all’interno del G8.
Povero Giulio (Maria) Terzi di Sant’Agata (Vien dal Mare)… ma cosa ci aspettiamo che dica? Fa il suo sporco mestiere e nega di fronte all’evidenza. Me lo immagino come se sbucasse dalle lenzuola, con la ciera tipica del marito colto in flagrante adulterio che dice alla moglie: “Cara… non è come sembra.”
In conclusione del suo intervento sulla stampa internazionale, Giulio (Maria) Terzi di Sant’Agata (Vien dal Mare) si sbilancia e pretende di dare lezioni di giornalismo al direttore di Foreign Policy (che ne avrebbe bisogno, ma non da lui):
Per i prossimi numeri di politica estera, mi permetto di suggerire alcune storie per l’Italia che possono essere di qualche interesse per i lettori di tutto il mondo. Per un pubblico afghano si potrebbe raccontare la storia dei 4.000 soldati italiani che aiutano a rendere sicuro il loro paese contro la minaccia talebana e rafforzare le comunità locali insieme agli Stati Uniti e ad altri alleati della Nato.
Gli afghani ringraziano ed inspiegabilmente reagiscono lanciando granate.
I lettori in Libano, nei Balcani e in Africa, molto probabilmente saranno felici di vedere le immagini dei 7.500 caschi blu italiani che incrociano ogni giorno nelle loro città e villaggi.
Saputa la notizia, correranno tutti in edicola per farsi autografare una copia dal primo casco blu italiano che incrociano per strada.
L’Italia è il collaboratore principale per le missioni militari ONU tra i paesi del G8.
Vantiamocene pure.
Per gli osservatori negli Stati Uniti che sono particolarmente preoccupati dalle illazioni di poca trasparenza dei mercati finanziari italiani, potrebbe essere utile, per saperne di più, leggere del “Lecce Framework“, un insieme di principi e norme comuni per la correttezza, integrità e trasparenza proposte nel corso della Presidenza italiana del G8 dell’anno scorso…
Di cui non sappiamo nulla nemmeno noi italiani.
…o delle proposte che l’Italia ha avanzato in merito alla speculazione sulle materie prime per il prossimo Summit del G20 a Seoul.
Fondamentale testimonianza della trasparenza del mercato italiano.
Parlando di economia, Waltson potrebbe voler riconsiderare le sue previsioni sulla crescita dell’Italia e dare un’occhiata ai recenti dati pubblici che mostrano un tasso annualizzato del 1,3 per cento.
Che chiusura da grande diplomatico!
Firmato: Giulio (Maria) Terzi di Sant’Agata (Vien dal Mare)
Questo grullo è oggi – a meno di due anni da questo post – il ministro degli esteri italiani.