Giulio out. Entra in gioco Silvio, il poliziotto buono.
Creato il 31 maggio 2010 da Massimoconsorti
@massimoconsorti
A volte sembrano proprio Starsky & Hutch, anche se non si è mai capito chi dei due fosse il poliziotto buono e quello cattivo. A trent’anni dall’uscita di Blues Brothers ci sarebbe piaciuto paragonarli a John Belushi e Dan Aykroyd, magari con monsignor Letta al posto di John Landis, ma il semplice accostare la coppia Berlusconi-Tremonti al duo dei fratelli “gemelli” più famoso del mondo, ci è parso un vilipendio…al blues. Silvio e Giulio, si sa, si odiano cordialmente. Il primo vive di sondaggi ed ha un terrore blu che gli si possano rivoltare contro, il secondo di statistiche, che non sono propriamente uno scherzo (escluse quelle taroccate di Alfano sui processi che salterebbero grazie ai suoi ddl). Silvio e Giulio vivono separati in casa, difficilmente escono insieme la sera, raramente partecipano allo stesso party. Giulio è sposato da quasi trent’anni con la stessa donna, Berlusconi cambia trenta donne l’anno. Le battute di Berlusconi sono quelle che fanno ridere gli amici del bar dello sport, le “uscite” di Tremonti, molto british, sono apprezzate anche a Stresa. Se partecipano alla stessa conferenza stampa lo fanno per dovere istituzionale e non per piacere amicale. Giulio riesce sempre a rubare la scena a Silvio non perché sia un istrione, semplicemente perché ha qualcosa da dire. Sulla finanziaria Giulio pretende che nessuno ci metta le mani convinto che quella tracciata sia la strada migliore. Berlusconi vuole mettercele a tutti i costi non perché sia un fautore del mantenimento dello stato sociale e del concetto di equità, ma solo per la paura fottuta che i sondaggi lo penalizzino. Tremonti firma tutto quello che pensa e propone, Silvio ormai non firma più nulla terrorizzato da qualche eventuale perizia calligrafica che possa metterlo nei guai. E non firma neppure le leggi se prima non le ha firmate Napolitano, si fida solo di lui. Sentito Bondi, che sommessamente si lamentava dei tagli agli enti e alle fondazioni culturali, Berlusconi ha colto la palla al balzo per esautorare Tremonti dal suo ruolo tanto che, con monsignor Letta, sta cercando di mettere un cerotto sulla carotide recisa. Finalmente la manovra-attentatuni è stata depositata, firmata, al Quirinale. Entro oggi si dovrebbe avere l’assenso di Napolitano e quindi la pubblicazione immediata sulla Gazzetta Ufficiale. Se le osservazioni del capo dello stato dovessero essere quelle che si vociferano (niente tagli di province, niente blocco di stipendi ai magistrati), Napolitano avrebbe fatto ben poca cosa, tutta apparenza e mantenimento di “caste”, nessuna vera sostanza. Mai legge finanziaria fu tanto tribolata. Mai, come in questo caso, Berlusconi si è trovato con una penna in mano che scottava come acciaio fuso. È facile firmare le leggi ad personam, anzi, quasi da orgasmo. Molto meno sottoscrivere la smentita più secca alle proprie parole, specie se pronunciate solo ventiquattro ore prima. Da “la crisi è alle spalle, siamo ottimisti”, al “siamo sull’orlo del baratro, se non corriamo ai ripari facciamo la fine della Grecia”, la differenza è sostanziale, cambia il mondo e a perderne è la credibilità (sic!). I giornali di oggi titolano: “Tremonti a bordo campo, la partita la gioca Berlusconi” che è come se un ragioniere diplomato al Cepu decidesse all’improvviso di mettersi a fare il chirurgo. Ma in Italia è possibile anche questo. A noi, gli americani con il loro “sogno” ci fanno un baffo, se è vero che un’igienista orale va a fare la consigliera regionale in Lombardia, un pluribocciato diventa un politico di razza (padana) e sgallettate acefale e trogloditi analfabeti, con tanto di certificato di autenticità, vengono nominati ministri. Il vero paese delle opportunità per tutti è questo; Calderoli ringrazia sentitamente seguito a ruota da Capezzone. Se Tremonti non fosse protetto, come e meglio della “trota”, da Bossi, avrebbe già fatto la fine di Marrazzo: Signorini avrebbe scovato qualche foto compromettente e Feltri l’avrebbe sparata sulla prima pagina del suo Giornale specialista in scoop falsi e “ispirati”. Ma l’impressione che abbiamo è che Tremonti, forte della erre moscia che Silvio gli invidia da matti, l’unica donna che abbia incontrato nella sua vita sia la moglie e che la sua vita sessuale sia racchiusa in due unici e rari rapporti dai quali sono nati due figli: due su due, un record.
PS. E’ morto “Billy”. Ciao, mito.
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