“Lavoro in un settore dove, almeno in Italia, la meritocrazia è schiacciata dalla burocrazia degli esami di Stato e -solo in parte- dalle lobby, e dove la mia professione -“giurista d’impresa”, la chiamano- è emarginata agli angoli del mondo del diritto. All’estero, in una multinazionale, sono divenuto dirigente a 30 anni: in uno studio legale italiano ora navigherei nell’indifferenza generale. In un’azienda italiana, farei fatica a vincere le dinamiche politiche e burocratiche interne“. Parola di Matteo Frigerio, 34enne Legal Director, Corporate and Compliance per una multinazionale dell’abbigliamento in Svizzera. Alle spalle, una vasta esperienza come manager in Europa.
Matteo studia legislazione d’impresa, pur non provenendo da una famiglia di avvocati o giuristi: “la non appartenenza a quel mondo ha rappresentato fin da subito un ostacolo, all’inizio della mia avventura professionale“, ricorda. Riesce ad ottenere un tirocinio in uno studio legale di medie dimensioni, dove si sente però presto a disagio, nel mondo dell’avvocatura “classica”…
Decisiva si rivela la flessibilità del suo tutor, che acconsente a un distaccamento a tempo parziale presso la multinazionale Yahoo!. E’ il primo passo nella sua futura carriera da giurista d’impresa: nei mesi successivi Matteo matura la decisione di lasciare l’avvocatura classica… ed entrare in azienda.
Anche per questo, parallelamente, rinuncia a completare l’esame ordinistico di abilitazione alla professione di avvocato, profondamente deluso dalla distanza siderale tra le nozioni del “sistema-esame” e le conoscenze realmente utili allo svolgimento della professione. Anche la formazione universitaria, sostiene, è eccessivamente “ipergeneralista”. A scapito ovviamente di una maggiore specializzazione, che potrebbe qualificare per davvero i giovani avvocati, in vista dell’ingresso nel mercato del lavoro.
“A dieci anni di distanza, mi ritrovo con una carriera trascorsa nei dipartimenti legali di importanti società tech fra Italia, Svizzera, Irlanda e di nuovo Svizzera“: così Matteo riassume la sua carriera. Osservando come -nella Penisola- il maggiore disincentivo a tornare sia rappresentato proprio dalla scarsa considerazione e valorizzazione di cui gode il “giurista d’impresa”.
Ospite della puntata è l’avvocato Alarico Mariani Marini, componente del Consiglio Nazionale Forense e vicepresidente della Scuola Superiore dell’Avvocatura. Con lui affrontiamo il tema della riforma degli ordini, e delle reali opportunità che ne possono conseguire per i giovani. Ordini professionali: vincolo od opportunità, per le nuove leve?
Nella rubrica “Expats” spazio -come ogni ultimo sabato del mese- alle vostre lettere: oggi ascoltiamo quella di Marco, che ha scelto di raccontarci la sua storia di controesodo nella Penisola.
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La discussione di novembre: “Tempo di “give back”, per i giovani italiani espatriati, imprenditori e non? In un momento così cruciale per il Paese, quali possibili contributi pensate di dare al vostro Paese di origine, per far ripartire l’economia e ricominciare? Soprattutto… se li merita?”
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Alla prossima puntata: sabato 6 dicembre, dalle 13.30 alle 14 (CET), su Radio 24. Vi aspetto!