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Giuseppe Civati, corruzionezero a Canossa

Creato il 04 marzo 2012 da Leone_antonino @AntoniLeone
Giuseppe Civati, corruzionezero a CanossaUn incontro di alto livello con interventi qualificati quello di Canossa sulla corruzione. Sono emerse delle proposte significative che, se realizzate, potranno abbassare  l’alto livello di corruzione che esiste in Italia. Bisogna ricordare che l’Italia è posizionata al 69esimo posto su 182 paesi nella classifica dell'organizzazione Transparency International e che l’importo della corruzione è stimato dalla Corte dei Conti in circa 60/70 miliardi ogni anno. L’alto tasso di corruzione aggrava la crisi del debito pubblico ed  indica che in Italia vi è una bassa trasparenza che non facilita certamente gli investimenti esteri nel nostro paese e non incoraggia il rapporto tra le PA ed i cittadini. Occorre rimuovere gli ostacoli di natura culturale e creare nuove prospettive affinché la cultura della franchezza, della sincerità e della trasparenza possa affermarsi nel sistema politico e nelle PA. La politica della falsità e delle bugie hanno causato nel tempo effetti devastanti. Si ricorda il crollo dei mercati finanziari causato dalle banche che hanno collocato mutui subprime presentati ai risparmiatori come sicuri, la guerra in Iraq che è stata determinata da rapporti opachi e non sinceri e le infiltrazioni mafiose nelle istituzioni e nell’economia grazie alla bassa trasparenza del sistema Italia. La trasparenza totale, intesa come accessibilità ai dati ed alle informazioni relative al governo delle istituzioni, consente di co-creare valore con la partecipazione dei cittadini alla gestione dei servizi e di prevenire e reprimere i comportamenti illegali.Concordo con Giulia Morini, la quale ha affermato in Twitter che “per battere la corruzione bisogna iniziare dalla trasparenza nella PA”.
Ritengo che nel protocollo finale di Canossa bisognava dedicare più spazio alla trasparenza totale delle amministrazioni centrali dello Stato e delle autonomie locali in quanto l’opacità e l’omertà rendono difficile il contrasto alla corruzione, alla evasione fiscale ed alla criminalità organizzata.
Il protocollo di Canossa
Prevenire la corruzione politica con la trasparenza e il controllo dal basso, l’open data e le nuove tecnologie. Tutti i partiti, fondazioni politiche e comitati elettorali dovranno pubblicare su un unico sito internet gestito da un ente terzo tutte le loro entrate e uscite superiori a 500 Euro per fonte o destinatario della transazione, con rendiconti ogni tre mesi e ogni mese nei sei mesi prima del voto. Riformare il finanziamento pubblico e privato ai partiti. Sul finanziamento pubblico, agganciare il rimborso alla spesa sostenuta, creare un organo deputato al controllo e riformare le sanzioni: multe, sospensione ed esclusione dall’assegnazione futura del rimborso. Sul finanziamento privato, introdurre un limite quantitativo e fattispecie penali per la violazione del limite al finanziamento.
Introdurre regole basilari di promozione e tutela della dignità della rappresentanza politica. Disciplinare per legge specifiche cause di ineleggibilità che inibiscano la candidatura e comportino l’automatica decadenza dalle funzioni di rappresentanza politica ad ogni livello dei condannati in via definitiva per i delitti contro la pubblica amministrazione. Eliminare i doppi incarichi, che prefigurino rapporti non corretti tra controllori e controllati, e contrastare gli episodi di familismo a ogni livello. Istituire un’anagrafe, anche tributaria, degli eletti e dei principali dirigenti dell’amministrazione pubblica, a livello locale e nazionale.
Contrastare la corruzione dei funzionari pubblici incentivando le pratiche di denuncia, indispensabili per far emergere l’enorme sacca di corruzione “nascosta” che attanaglia il sistema, e tutelando in modo efficace chi denuncia.
Per combattere la corruzione negli appalti, sempre più alimentata dalla criminalità organizzata, disciplinare per legge alcuni strumenti preventivi e sanzionatori già sperimentati in protocolli virtuosi di legalità (ad esempio il protocollo per la legalità negli appalti dei Comuni di Reggio Emilia e Forlì e del piccolo Comune di Merlino). Assicurare la trasparenza degli atti amministrativi attraverso la pubblicazione, sul sito internet dell’ente pubblico, delle consulenze e delle collaborazioni, di tutti gli appalti e dei subappalti, introducendo meccanismi di regolamentazione dei conflitti di interessi ed incentivando la nascita di stazioni uniche appaltanti dotate di adeguate strutture e professionalità. Promuovere la nascita di “white lists” di operatori economici dotati dei necessari requisiti di moralità professionale e condizionare l’aggiudicazione degli appalti – anche nel privato – al rispetto di detti requisiti: i soggetti dovranno cioè comunicare in modo trasparente la composizione della compagine societaria, compreso il casellario giudiziale dei titolari e dei soci, i bilanci dell’ultimo anno di attività, l’elenco di tutti i fornitori e subappaltatori. Estendere a tutto il territorio nazionale la carta etica dei professionisti di Modena (che prevede l’espulsione del professionista nel caso di condanna per reati mafiosi o la sospensione nel caso di indagini) e creare un osservatorio che la faccia rispettare e impegnare tutti gli amministratori eletti nel PD ad aderire alla Carta di Pisa.
Istituire un Osservatorio sul rischio corruzione, che operi un censimento di casi emersi e ne analizzi le corrispondenti procedure e processi decisionali, individuandone gli snodi critici e proponendone la riforma. Costruire una banca dati nazionale sulle statistiche giudiziarie penali per i reati contro la PA con una dimensione temporale, aggiornabile e aperta al pubblico e un indicatore di corruzione costituito da una parte “comune” relativa a variabili economiche, socio-culturali e demografiche e da una parte “specifica” relativa agli ordinamenti giuridici dei paesi europei.
Adottare gli strumenti previsti dalle convenzioni internazionali in materia di corruzione: introduzione delle fattispecie di autoriciclaggio, corruzione tra privati, interferenza illecita negli affari privati, revisione del falso in bilancio. Bisogna riformare il sistema della prescrizione, prevedendo, da un lato, la sospensione della prescrizione sostanziale dopo l’esercizio dell’azione penale, dall’altro un termine di prescrizione processuale che consenta di portare a termine il processo nel rispetto della ragionevole durata. Rivisitare il sistema sanzionatorio dei reati contro la pubblica amministrazione previsto dal codice penale, a partire da un cambio di prospettiva. Bisogna prevedere e garantire l’effettiva applicazione di severe sanzioni pecuniarie agganciate alla rilevanza del prezzo e del profitto del reato ed introdurre meccanismi fondati sul danno punitivo. Il risarcimento dovrà essere quantificato in modo più rapido e in base a moltiplicatori legati alla gravità del reato: nei casi più gravi anche il quadruplo del danno arrecato.

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