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Giuseppe d'avanzo, giornalista grande firma di repubblica addio, speciale 7 su sette

Creato il 31 luglio 2011 da Calcisulcalcio
GIUSEPPE D'AVANZO, GIORNALISTA GRANDE FIRMA DI REPUBBLICA ADDIO, SPECIALE 7 SU SETTE
7 SU SETTE: ADDIO A GIUSEPPE D'AVANZO, GIORNALISTA E GRANDE FIRMA DI REPUBBLICA
Quando si dice che sono sempre i migliori che se ne vanno, solitamente si pensa ad un luogo molto, anche troppo comune. E' vero, com'è anche vero però che mai frase fatta trova oggi migliore espressione reale. Si è spento oggi, stroncato da un infarto, Giuseppe D'Avanzo, firma di spicco de "La Repubblica" nonchè autore di libri-denuncia di successo tra cui ricordiamo "I giorni di Gladio", scritto con Giovanni Maria Bellu, "Il capo dei capi", "Vita e carriera criminale di Toto' Riina" in collaborazione con Attilio Bolzoni. E ancora, "Il mercato della paura", "La guerra al terrorismo islamico nel grande inganno italiano" (con Carlo Bonini), "La giustizia e' Cosa Nostra" (con Attilio Bolzoni) ed infine "Rostagno: un delitto tra amici" sempre con Bolzoni. Laureato in filosofia, dopo aver lavorato al Corriere della Sera era approdato a La Repubblica, dove è stato autore dei principali scoop investigativi nei quali la cronaca nera si e' incrociata con la politica, soprattutto estera e militare, molto spesso in collaborazione con i colleghi Attilio Bolzoni e Carlo Bonini. Tra questi, come dimenticare l'inchiesta condotta in merito al rapimento di Abu Omar, da lui ripetutamente ricollegato a un'attivita' clandestina della Cia in territorio italiano, ma anche a una operazione congiunta degli americani con il Sismi. Soprattutto, poi, come non ricordare il caso delle cosiddette "Dieci domande" del maggio del 2009, rivolte al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e scaturite dalle rivelazioni della redazione di Napoli di Repubblica sulla partecipazione del premier alla festa di compleanno di Noemi Letizia a Casoria, fino al caso delle '"escort di Tarantini". Domande che forse non andarono giù al premier, tant'è che fuori dall'aula del Palazzo di Giustizia di Milano, alla richiesta piuttosto ovvia di spiegazioni avanzata da D'Avanzo in merito al perchè avesse reso dichiarazioni alla stampa e non ai giudici durante il processo Mediaset, Silvio Berlusconi lo apostrofò con un "Senta Signor Stalin..." abbastanza eloquente. Un giornalista vecchia maniera, di quelli che non si piegano e che danno il tutto e per tutto in ragione della verità. Uno di quelli, insomma, che non si trovano facilmente. E che ci mancherà, senza dubbio.
Andrea Mariani

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