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Giustizia a orologeria

Creato il 25 ottobre 2011 da Wanderer @Inneres_Auge
La storia è spesso brutale perché racconta delle realtà che facciamo fatica a digerire. Ci sono episodi che anhe dopo tanti anni fanno male. A tutti.
Il tribunale di Bologna ha condannato la repubblica federale tedesca al risarcimento per i familiari di un italiano deportato a Dachau, nel 1943. Sessantotto anni (sessantasei dopo la fine della detenzione) dopo è stata fatta giustizia. Almeno così si dice ma il signore è morto 2 anni fa mentre il processo era in corso. Non so se queste sentenze siano più di valore simbolico che altro. Non lo so. Sono sicuro che una cifra per quanti zeri possa contenere non restituirà mai nulla di una vita. Quantificare i danni morali, a mio avviso, è impossibile e inutile.
Però la sentenza ha stabilito che per reati molto vecchi ma gravi non esiste la prescrizione e non esiste l'immunità di stato. E meno male: era ora! POssibile che il mondo civilizzato vada così piano quando si tratta di elementari diritti umani?
Il processo era iniziato nel 2006. I familiari di Angelantonio Giorgio (così si chiamava l'uomo che fu deportato con l'accusa di "comunismo") fecero appello all' Avvocatura dello Stato (che ha sede proprio a Bologna) poiché "incoraggiati" dalle motivazioni delle sentenze per due stragi; una celeberrima e spiace usare questo termine ma tutti avete sentito parlare di Marzabotto e un'altra di fatto sconosciuta ai più, avvenuta a Sant'Anna di Stazzema. Le due stragi sono avvenute dopo il 43 quando i tedeschi (anzi i nazisti) erano padroni a casa nostra. I reparti coinvolti facevano parte di una particolare divisione delle SS che comprendeva pochissimi tedeschi; i soldati erano quasi tutti prigionieri costretti a combattere per la Germania: russi, ucraini, austriaci, perfino italiani. Pochi lo sanno ma ci sono stati italiani  che hanno ucciso altri italiani in nome di Adolf Hitler.
La storia mette i brividi. La storia è nuda e cruda.
Tuttavia quelle stragi furono possibili grazie anche ad alcuni italiani fascisti e pseudo-partigiani che lavoravano per il Reich. A Marzabotto e Sant'Anna morirono centinaia di persone: donne, vecchi, bambini. Non c'era pietà. Ammazzati a sangue freddo. I processi (vai a capire perché) si sono aperti dopo quasi 60 anni e fu forte la spinta data dall'allora capo di stato Carlo Azeglio Ciampi per far sì che avessero luogo (tant'è vero che la sua prima celebrazione della festa della repubblica avvenne nel cimitero di Sant'Anna). Le condanne sono state a carico di diversi ufficiali (tutti tedeschi) delle SS; alcuni rei confessi altri no, altri ancora già morti. Fatto sta che dopo quelle condanne alcune persone hanno deciso di intraprendere la strada della giustizia e ce ne saranno tante altre.
La Germania ogni anno paga cash per i danni che ha fatto e nei prossimi anni rischia di cacciare un bel gruzzolo in più. Giustamente tante persone vogliono una rivincita seppur misera o appunto simbolica.
Giorgi nel 45 quando gli americani liberarono gli internati, pesava 38 chili. Oggi tante ragazze fanno a gara per scendere di peso. Mi chiedo se immaginano loro qualcosa di quello che hanno passato i deportarti.
Tante storie non le sapremo mai, tante persone non chiederanno risarcimenti per i propri cari, lo stato tedesco sborserà molti quattrini (evidentemente hanno escogitato dei sistemi per fare andare avanti il paese), i criminali di guerra condannati non finiranno mai in carcere. Chi crede in un dio confida nella sua giustizia. Per tutti gli altri resta comunque il valore simbolico.
I crimini contro l'umanità (almeno quelli riconosciuti come tali) non vanno in prescrizione e non possono essere protetti dall'immunità di stato.http://iofuoridalcoro.blogspot.com/feeds/posts/default?alt=rss

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