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Giustizia e minori, la mia denuncia

Creato il 21 aprile 2013 da Valentinap @mammeaspillo

Mammeaspillo non ha una categoria per questo articolo. L’ho infilato qui, nello “stare bene”, ma oggi parleremo del Male, quello con la M maiuscola. Questo è un articolo che non vorrei scrivere e un articolo che non vi farà piacere leggere; non segue le regole di indicizzazione di Google perché non me ne frega nulla di portare traffico al mio sito, oggi. Io oggi voglio DENUNCIARE (sempre maiuscolo, a voce alta), perché dal basso del mio piccolo audience possa partire la prima voce corale su questa vicenda. Per questo vi chiedo di condividere questo articolo, per smuovere le coscienze di chi coscienza non ne ha. Sono la prima – se seguite il mio blog lo sapete – a dire che i padri devono sempre avere il diritto di fare i padri. Ma ora no, ora dico che c’è un padre a cui la “giustizia” consente di fare il padre passando sopra la tutela di due bambini piccoli.

Il fatto: circa due anni fa a Terni viene brutalmente uccisa una donna dal proprio marito, dal padre dei suoi figli. Marianna, questo il suo nome, viene uccisa dopo una lite di fronte ai suoi figli. Non mi dilungo nei dettagli (chi sapeva dei litigi, perché nessuno è intervenuto prima, come è stata uccisa questa donna). Una mamma muore davanti ai suoi bambini di allora due e cinque anni, che assistono a tutta la scena; le urla, il sangue, l’orco che porta via per sempre la persona che li ha messi al mondo e che li ama più di se stessa e forse muore per proteggerli. L’orco ha la faccia del loro papà.

Passano due anni; all’uomo sono riconosciute tutte le attenuanti del caso (!!) e i 16 anni di carcere li sta scontando agli arresti domiciliari, in attesa del secondo grado di giudizio. I bambini sono affidati alla nonna, ma il fratello della donna e la sua compagna si battono (inutilmente) per ottenerne la custodia e per avere giustizia. Vogliono vedere le foto dell’omicidio per capire cosa i piccoli abbiano visto e questa è l’unica cosa che possano fare per aiutare i bambini, a parte portarli al parco a giocare e cercare di farli svagare. Il bambino frequenta la scuola materna e ormai è talmente “sereno” da dire ai suoi compagni “la mia mamma è morta, l’ha uccisa papà”. La bambina, quella che all’epoca dei fatti era abbastanza grande per capire, quella che ha visto sua madre cadere a terra priva di vita, nonostante tutto va avanti e svolge le attività di una qualsiasi bambina di sette anni.

Ma c’è un ma. Sara, questo il nome della bimba, soffre di attacchi di panico. Non quotidianamente. Ne soffre quando deve andare da suo padre, perché la giustizia ha stabilito che i bambini DEVONO andare dal loro padre con frequenza settimanale: devono e chi si oppone è perseguito legalmente, perché va contro la GIUSTIZIA ITALIANA. Sara non vuole, ma in Italia, si sa, vige la regola per cui i genitori devono continuare ad essere presenti nella vita dei loro figli (e i padri separati e con affido condiviso che questi figli non riescono a vederli per mesi interi?). Ogni volta che Sara va dal padre, Sara si sente ripetere dal papà che è stato un incidente, che è stata la mamma a provocarlo con un coltello e che lui non voleva (peccato che le foto mostrino un chiaro accanimento contro la donna). Sara sta male, prima di andare dal padre, durante e dopo. Ma quell’uomo, secondo i giudici, ha diritto di essere ancora presente nella vita di sua figlia e di farle rivivere ogni volta l’orrore. Ora quest’uomo -se così si può chiamare – attende il secondo grado di giustizia tra le sue tranquille pareti domestiche, le stesse tra cui si è consumato l’orrore; beve il caffè ogni mattina, si fa la barba, la doccia, guarda la televisione… Non so se con rimorsi o meno. Non so se sia davvero convinto delle cose che dice ai suoi figli, che è stata colpa della mamma, che lui ha tutte le attenuanti del caso… Sinceramente non mi interessa neanche saperlo, perchè lui è adulto e vaccinato e ognuno paga le conseguenze delle sua azioni. Ma i suoi figli? Possibile che nessuno di autorevole faccia niente? possibile che gli stessi assistenti sociali che riescono a togliere i figli a chi non ha soldi per mantenerli, ma avrebbe tanto amore da dar loro, non si pongano il problema degli attacchi di panico della bambina?

Questo, lo ripeto, non è un semplice post. E’ la voce incredula di una madre che ascolta queste cose da una persona strettamente interessata e non può far nulla, ma che, come ogni madre che si rispetti, non può che chiedersi “e se ci fosse mia figlia al posto di Sara?”. Non lo so, spero di preservare sempre le mie bambine dalle cose brutte della vita. Ma spero anche – e speravo che il salto avanti la giustizia minorile l’avesse già fatto, dai miei tempi di bambina ad oggi – che nel momento in cui non potrò farlo io, ci sarà uno Stato, ci saranno delle istituzioni, che sapranno tutelarle per me. Perchè i figli, come dicevano i nostri nonni, li mettiamo al mondo noi, ma poi sono “di tutti” e i figli vanno tutelati sempre e comunque e, soprattutto, lasciati scegliere. Se quei bambini decideranno di perdonare il padre, lo faranno da soli, in tutta coscienza… Ma ora lasciateli vivere.


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