Care lettrici e lettori,
facciamo un paio di passi indietro. Wunderkind , pubblicata da Mondadori, è una saga che oscilla tra l'horror, l'epica e il fantasy, e che conta tra i suoi fans un gran numero di scrittori e colleghi, oltre che una schiera compatta di lettori. Ci sono anche un bel po' di - feroci e avvelenati - detrattori che non amano l'autore, G.L. D'Andrea, per come gestisce le sue storie, sia per alcuni suoi tratti caratteriali. Ma non siamo qui per parlare dei suoi romanzi o della passioni violente che suscita tra i fans.
Da pochi giorni la Mondadori ha comunicato che il terzo volume della trilogia sarà pubblicato unicamente in formato e-book. Le reazioni sono state immediate ed enormi. Per aiutarvi a capire, vi invito a una riflessione concreta: immaginate, con le dovute proporzioni, che la vostra saga paranormal o fantasy preferita giunga all'ultimo volume e che arrivi la notizia che potrete leggerlo solo sul pc. Il ché è a dir poco scomodo e spiacevole: in pochi hanno un e book reader, e ancora meno sono le persone che hanno tempo e tranquillità per poter leggere un testo lungo allo schermo. Ma non è solo questo il motivo dello scandalo.
C'è una riflessione pesante che coinvolge e che ci riguarda tutti: autori, scrittori, blogger e sopratutto lettori. Da autrice, trovo che sia profondamente ingiusto per un autore che ha pubblicato due romanzi apprezzati da critica e pubblico debba vedere il suo prodotto confinato al mercato - tutt'ora - ristretto degli ebook. E' un cambiare le carte in tavola, anche dal punto di vista legale, che lascia basiti e che dimostra una scarsa stima dell'autore e un ancor più scarso rispetto per i lettori. Se il romanzo non va, non si pubblica. Punto. Pubblicare in e-book senza il volume da sfogliare è una scelta a mio avviso suicida e lesiva degli interessi sia della casa editrice che dell'autore. E' un mercato in forte crescita, d'accordo. Ma è da associare al cartaceo e non come un sostituto. In italia non siamo ancora pronti e realisticamente ci vorranno dai dodici ai diciotto mesi perché la quota dell'e-book diventi consistente (come ho accennato nel post sull'e-book Arkana).
Da lettrice e da blogger, invece, mi sento profondamente irritata dal comportamento della Mondadori. Quando acquisto un volume di una saga so già che anche gli altri volumi avranno il loro spazio nella libreria e nella mia mente. E' una lesione del rapporto fiduciario tra lettore ed editore, quella che si sta verificando. Una scelta del genere disamora il lettore, lo lascia amareggiato, persino infuriato in alcuni casi. Ha il sapore di una presa per i fondelli con scopi punitivi che non capisco. Che nessuno, in verità, riesce a spiegare in maniera soddisfacente.
E poi c'è l'ultimo aspetto, che è ciò che mi fa arrabbiare come lettrice (e come aspirante autrice di horror e di urban fantasy). Il totale disprezzo per gli autori di fantasy e horror in Italia. Già la Gargoyle, con la sua discutibile alzata di ingegno (che non so quali esiti potrà avere), ha cambiato rotta scegliendo di non pubblicare più autori italiani (al di là di facili proclami che sanno di marcia indietro a tavoletta). Oggi la Mondadori decide di tagliar fuori uno dei suoi autori più interessanti, lasciando solo il fantasy per ragazzi sugli scaffali. Nessuno se ne abbia a male, ma la fuori c'è un sacco di gente, di ADULTI, che vogliono leggere romanzi nuovi, intriganti e forti e che non siano solo testi pieni di drammi esistenziali scritti da pompatissimi casi editoriali che durano l'espace du matin. Perché in Italia gli editori si rifiutano di accettare che gli scrittori italiani possono e sanno - perché sanno farlo bene - scrivere di fantastico? E che sono in tanti, una pattuglia agguerrita e capace? Perché l'unica narrativa degna di nota in Italia è quella che preveda scenari drammatici e sofferenza interiore?
Non è così, non è affatto vero. C'è molta malafede e pressappochismo in chi ritiene che gli autori italiani non siano in grado di creare storie nuove e forti anche in generi solitamente appannaggio degli stranieri. A conti fatti, l'autore italiano costa di meno del nome straniero: sullo scrittore straniero c'è da investire in termini di traduzione, di editing (per adattare la traduzione alla nostra lingua) e di promozione. L'autore italiano necessita solo dell'editing e spesso si auto promuove in maniera egregia. GL D'Andrea è solo l'ultima goccia di una corrente che scava il mondo della letteratura fantastica in Italia e che cerca di chiudere questi autori in un ghetto dove moriranno di inedia. Gutta cavat lapidem, come dicevano i latini. All'uscita del terzo volume di Wunderkind, quando ci si renderà conto che la scelta miope ha causato perdite ragguardevoli, si dirà che fantastico scritto dagli italiani non vende (non hai l'e-book reader che a tutt'oggi costa intorno ai 150 euro... e il costo del volume in e-pub ha un prezzo elevato, quasi quanto quello cartaceo). Così, questo sarà l'ennesima pietra sul cumulo tombale delle speranze per gli scrittori di horror, urban fantasy e paranormal romance in Italia. E i lettori continueranno a leggere saghe americane lamentandosi del fatto che sono "tutte uguali". Soluzioni? Poche. Privilegiare la micro editoria italiana che si occupa di fantastico. Chiedere con petizioni la pubblicazioni di autori italiani. Cercare di guardare di più in casa nostra e smettere di disprezzare ciò che abbiamo. Ma sopratutto, iniziare ad agire da lettori/consumatori consapevoli.
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GL D'Andrea e Wunderkind. Cosa c'è che non va?
Creato il 13 novembre 2011 da Alessandraz @RedazioneDiarioPotrebbero interessarti anche :