” Essere belli significa essere se stessi. Non c’è bisogno di essere accettati dagli altri. È necessario accettare se stessi. ”
Thich Nhat Hanh
Uno dei modi più semplici per stare male è quello di confrontare continuamente se stessi agli altri. A volte può succedere di valutarsi mettendo a confronto se stessi con le altre persone, rispetto a ciò che fanno, oppure rispetto ai loro successi, o a quanti soldi hanno, o ancora rispetto a quanti amici hanno su Facebook!
Abitualmente i confronti sociali negativi possono indurre una persona a sperimentare stati di maggiore stress, ansia, depressione, e a fare scelte disfattiste.
Possiamo dire due cose che, magari, non tutti sanno rispetto a quando facciamo delle valutazioni negative mettendo a confronto noi stessi con gli altri. Vediamole insieme:
Narcisismo e confronto sociale
Quando vogliamo avere, guardare, essere come gli altri, non stiamo realmente desiderando in toto quella persona, ma solo gli attributi che ai nostri occhi sembrano i più desiderabili di quell’individuo. Questa percezione, in termini psicologici, si dice idealizzazione ed è spesso legata ad elementi di natura narcisistica. In questo caso, non è tanto il paragone che si fa tra se stessi e l’altro, quanto il desiderio di possedere l’immagine idealizzata dell’altro. Questo è il motivo per cui spesso quando le persone trascorrono un certo periodo di tempo con i loro “eroi”, “eroine”, “modelli di ruolo” o “idoli”, possono scoprire invece che anche queste persone così perfette ai loro occhi hanno anche le loro debolezze, possiedono difetti, difficoltà e problemi come tutti gli altri.
Dall’idealizzazione alla realtà
Ad esempio, potreste desiderare di avere una carriera perfetta e un sacco di soldi come Daniele, il vostro commercialista, o il fascino del vostro amico Andrea o una relazione sentimentale meravigliosa come Giulia. Certo, mettervi a confronto con loro potrebbe farvi sentire in qualche modo “sfigati” o “inferiori” o “incapaci”. Ma quando si amplia lo sguardo e si guarda alla vita in maniera più obiettiva, meno condizionata dalle proprie identificazioni interiori, vediamo anche che Francesco ha problemi di salute importanti, che Andrea è in realtà molto insicuro circa il suo aspetto fisico e che per Giulia ci sono voluti un doloroso divorzio e molte altre esperienze dolorose prima di incontrare un compagno con cui poter essere felice.
Per cui guardando da una prospettiva più ampia e più equilibrata, ci si rende conto che, al di la della superficie su cui si sofferma l’occhio, le persone in questione sono esseri umani, proprio come te, ognuno alle prese con le sfide che la vita gli propone, ognuno con i propri ostacoli da superare.
Come il Buddismo ci ricorda, le quattro condizioni di vita che causano sofferenza sono: nascita, vecchiaia, malattia e morte. Nessuno, non importa quanto potente, di successo, ricco o favoloso, è in grado di sfuggire a queste verità. Queste condizioni, effettivamente, rendono tutti noi uguali. Ciò che resta, poi, sono i valori che davvero rendono la nostra breve esistenza degna di essere vissuta: l’accettazione di sé, la qualità delle relazioni e realizzare una vita piena di significato. Per ciascuno di questi tre punti, le risposte e la nostra capacità di realizzarli arrivano da dentro.
Una cosa interessante da poter fare è cambiare prospettiva. Invece che confrontarsi con gli altri, seguendo la strada più breve verso l’infelicità, ci si potrebbe dedicare alla scoperta dei propri talenti, delle proprie doti e cercare di coltivarli e farli brillare.
Per consulenze psicologiche, psicoterapia, seminari o altre richieste, puoi scrivere a Gioele D’Ambrosio oppure telefonargli al 339.7098160.