Spaziale prima di te…
Von Tesla è il nuovo progetto di Marco Giotto. Marco Giotto è un musicista elettronico che nei sottomondi italiani è conosciuto come Be Invisible Now! o Be Maledetto Now!. Se non erro, è stato per poco parte anche del team di supereroi krauti Squadra Omega. Con le due sigle “… Now!” ha messo in circolo dischi che erano la sua rilettura della prima musica elettronica, nello specifico quella di Cluster e Tangerine Dream, servendosi coerentemente anche di strumentazione analogica, questo quasi nello stesso momento – o forse mezzo secondo prima – in cui lo stavano facendo molti nomi diventati più famosi, di certo con qualche anno di anticipo sui vari tentativi reynoldsiani di sistematizzare le manie vintage di una generazione. Non è affatto un caso, dunque, l’aver condiviso uno split con Expo ’70 (americano e amatissimo da tutta la stampa alternativa), che con chitarra e sintetizzatori fa le stesse cose (aggiungere Ash Ra Tempel alla lista) e pare essere tuttora uno di quelli più bravi. È anche vero che questo ritorno a un’elettronica ingenua (sia essa industrial, noise o kraut) sta esaurendo la propria forza, basta vedere la decadenza dei pluri-osannati Emeralds, gente che quand’era in forma non era così tanto meglio di Marco, o le mutazioni dance dell’aristocrazia rumorosa degli anni Zero. Così su due piedi, Von Tesla sembra essere il modo col quale l’uomo invisibile torna agli anni Novanta, che già lo ispirarono in passato (vedi la passione di Aphex Twin per l’analogico), rielaborando per conto suo Autechre, glitch e techno.
Ciò che è realmente straordinario non è permesso nella scienza e nell’industria.
Scrive Marco che Von Tesla è “basato sulla manipolazione e rielaborazione di sequenze sintetiche registrate su nastro, che filtrate e ricampionate sviluppano loop ipnotici…”.
Mondo Parallel (2011, omaggio a Hotel Parallel?) è la prima uscita con la nuova sigla, piuttosto difficile, quasi noise. La punteggiatura ritmica, quand’è presente, richiama il glitch, come del resto fa un certo autismo di fondo, che potrebbe ricordare sia Fennesz, Pita e compagnia, sia gli Autechre di Confield. Tranne alcuni frangenti più malinconici, tutto sembra disumano e metallico. Molte le tracce da risentire, soprattutto gli otto minuti e mezzo aggressivi della title-track. Esiste anche un remix album, che raccoglie un paio di nomi locali da tener d’occhio.
Hands Around The Throat è un esperimento di “surround”: quattro tracce da suonare contemporaneamente, ciascuna da uno speaker diverso.
Black Mirror, uscito nel 2012 per la Tulip di Claudio Rocchetti, sembra muoversi lungo una linea glitch – Raster-Noton – rumore. Meno ambientale e più aggressivo di Mondo Parallel, non concede distrazioni a chi ascolta, forte della fisicità del proprio suono. In “SUB 0001 315” e “Three Million Milliseconds On A Spectrum Of Infinite Boom” azzeccatissime linee melodiche.
Quest’anno è uscito – per la veneziana Enklav – Providing Needles, presentato come “dark techno and electronica by a cosmic traveler”: le asperità glitch vengono messe temporaneamente da parte, il battito, enorme e come riverberato, qualche volta è vicino alle ultime cose di Kangding Ray, qualche altra alla dub techno, e copre il consueto buon lavoro sul suono, celando anche in questo caso alcune eccellenti e apparentemente lontane melodie (effetto del passaggio per/su nastro?). Descrizione, dunque, vera fino a un certo punto, ma un siamo al terzo centro su tre uscite regolari.
L’idea generale è che o Giotto non sa vendersi o sono un po’ troppi a non ascoltare bene. Nello scrivere questo pezzo, ad esempio, non ho trovato nessuno da cui copiare per dire qualcosa di intelligente su di lui. Al di là di quanti riferimenti e citazioni si possono trovare nella sua musica e nei suoi progetti, abilità e gusto sono palesi.
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