E nulla potè la damnatio memoriae della fu Gelmini, che tagliò gli autori meridionali del '900 dai programmi di studio dell'ultimo anno. Nulla poterono la fittizia creatività e le lauree farlocche.
C'è poco da fare quei buzzurri ignoranti degli autori meridionali, tràinano, come una poderosa motrice, le case editrici italiane (a proposito non è che a questo punto possiamo trattenerci al Sud il 75% degli utili,sulla vendita dei loro libri?).
Ecco cosa scrive il sito, nel nome tutta la loro mission ed il loro background, "gliamantideilibri.it":
dando un’occhiata alle classifiche dei libri emerge invece una realtà sorprendente: sono proprio gli scrittori del Meridione ad avere un ruolo determinante nell’ editoria del Paese. Si può parlare di una vera e propria controcolonizzazione culturale caratterizzata dalla voglia d’inventare, raccontarsi e raccontare le speranze, i drammi e le storie che animano il Sud. Tra i nomi degli scrittori che stanno sostenendo la letteratura italiana di oggi troviamo autori di successo anche a livello internazionale, come Roberto Saviano eAndrea Camilleri, autentici classici contemporanei, come Erri De Luca e altri protagonisti delle classifiche dei libri più venduti: Alessandro D’Avenia, Michela Murgia, Donato Carrisi, Giuseppina Torregrossa, Simonetta Agnello Horby, Carmine Abate per citarne alcuni. Lara Giorcelli, editor di narrativa della milanese Piemme, spiega così il fenomeno: «In un momento di crisi come questo la gente cerca sicurezze, e il ritorno alla cultura locale risponde a questa esigenza. Gli autori del Sud, dove le tradizioni sono più radicate, assecondano questa necessità.»Benedetta Centovalli, docente universitario e già editor in Rizzoli, aggiunge «Il Sud ha mantenuto vivo il suo patrimonio di sempre. Da Verga a Pirandello, Lampedusa, De Filippo, Sciascia, la narrativa meridionale, pur conservando una visione tragica della realtà, ha anche rafforzato la vena tragicomica. Scrittori come Ferrante, Montesano, Pascale, Piccolo, Starnone hanno tenuto viva questa tradizione, premendo secondo la propria voce il pedale della tragedia o quello della commedia. La realtà meridionale è oggi quanto di più vicino alla realtà complessiva del Paese». Insomma il Mezzogiorno appare proprio come un laboratorio culturale indispensabile per raccontare e favorire l’unità del nostro Paese.
Ai nomi citati va aggiunto sicuramente Pino Aprile, che è riuscito a trasformare il suo Terroni in un Best Seller tradotto (e venduto) anche in America.