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Gli autori meridionali, motrici delle case editrici italiane

Creato il 21 febbraio 2013 da Ilazzaro @Ilazzaro

 

A nulla è servita la damnatio memoriae della fu Gelmini, e neppure il dotarsi di una fittizia creatività e di lauree farlocche.

Gli autori meridionali continuano ad essere il motore delle case editrici italiane (a proposito e se ci trattenessimo al Sud il 75 per cento degli utili sulle vendite dei libri terroni?)

Ecco quanto scrive il sito "gliamantideilibri.it" (che ha chiara nel titolo la mission e l'oggetto sociale).

dando un’occhiata alle classifiche dei libri emerge invece una realtà sorprendente: sono proprio gli scrittori del Meridione ad avere un ruolo determinante nell’ editoria del Paese. Si può parlare di una vera e propria controcolonizzazione culturale caratterizzata dalla voglia d’inventare, raccontarsi e raccontare le  speranze, i  drammi e le storie che animano il Sud. Tra i nomi degli scrittori che stanno sostenendo la letteratura italiana di oggi troviamo autori di successo anche a livello internazionale, come Roberto Saviano e Andrea Camilleri, autentici classici contemporanei, come Erri De Luca e altri protagonisti delle classifiche dei libri più venduti: Alessandro D’Avenia, Michela Murgia, Donato Carrisi, Giuseppina Torregrossa, Simonetta Agnello Horby, Carmine Abate per citarne alcuni. Lara Giorcelli, editor di narrativa della milanese Piemme, spiega così il fenomeno: «In un momento di crisi come questo la gente cerca sicurezze, e il ritorno alla cultura locale risponde a questa esigenza. Gli autori del Sud, dove le tradizioni sono più radicate, assecondano questa necessità.» Benedetta Centovalli, docente universitario e già editor in Rizzoli, aggiunge «Il Sud ha mantenuto vivo il suo patrimonio di sempre. Da Verga a Pirandello, Lampedusa, De Filippo, Sciascia, la narrativa meridionale, pur conservando una visione tragica della realtà, ha anche rafforzato la vena tragicomica. Scrittori come Ferrante, Montesano, Pascale, Piccolo, Starnone hanno tenuto viva questa tradizione, premendo secondo la propria voce il pedale della tragedia o quello della commedia. La realtà meridionale è oggi quanto di più vicino alla realtà complessiva del Paese». Insomma il Mezzogiorno appare proprio come un laboratorio culturale indispensabile per raccontare e favorire l’unità del nostro Paese.

Se ad essi aggiungiamo il successo di Pino Aprile e dei suoi libri, che ha reso Terroni un best seller tradotto in inglese e venduto anche negli Usa, il fenomeno assume tinte ancor più rosee..


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