“È questo che devi capire per non ripetere il mio errore: quando i tempi sono oscuri, quando sembra che non ci siano più speranze a cui aggrapparsi, rimane solo la via dell’amore. Non permettere al tuo cuore di smettere di battere. Se caccerai l’amore, la Terra morirà come allora: questo è ciò che i folletti tentavano di dirti. Non commettere i miei sbagli.”
“Gli eredi di Atlas” è il primo volume della serie fantasy di Veronika Santiago “La Guerra degli Elementi” che mi è stato donato dalla sua autrice in cambio di una mia recensione. Purtroppo un po’ i miei impegni pro Laurea, un po’ la mia indolenza con i cartacei, un po’ la mia reticenza con i fantasy, mi hanno portata a lasciare indietro questo libro, costringendolo a sostare sulla mia scrivania. Non avrei dovuto, perché la Santiago è una narratrice competente, con una storia avvincente che porta addirittura in Scozia e mostra un lato insolito rispetto a miti e leggende.
Scozia. Promesse di successo, di lavoro e di risposte, aiuto per una fuga: così uno sconosciuto convince un’aspirante cantante, un marinaio, una studentessa e un rampollo ricoverato in una clinica psichiatrica, a seguirlo su un’isola che è ovunque e in nessun luogo: OgniDove. Là Aisha, Dean, Aurora e Duncan scopriranno il vero motivo per il quale sono stati condotti con l’inganno ai margini del mondo: la loro storia è incompleta. I dieci Reggenti dell’antica Atlas, all’apice della grandezza, si sono dati battaglia fino all’annientamento ma il loro potere sugli elementi non è andato perduto. Non sarà facile accettare di essere Eredi di un così gravoso fardello: tra dubbi e insicurezze, aiutati dagli abitanti di OgniDove, discendenti dei superstiti di Atlas, i ragazzi cominceranno l’addestramento per risvegliare le loro facoltà. Ma gli elementi sono cinque: dove si trova l’Erede dell’Etere? E quali sono i piani degli Altri Eredi? Inizierà così una lotta contro il tempo alla ricerca dell’Etere.
È strano come certe storie sembrino già sentite, eppure nascondino qualcosa di particolare, riescano ad entrare in sintonia con il lettore. Il mio problema è che a volte il fantasy non è proprio il mio genere preferito e mi lascia sempre quel vago senso di insoddisfazione. La componente fantastica in questo caso è bene calibrata, il worldbuilding ineccepibile, lo stile della Santiago fluido e privo di fronzoli. La storia ci mette un po’ ad entrare nel vivo e ad arricchirsi di azione, la prima parte, necessaria per comprendere il mondo di Atlas perduto ai più, ma serbato gelosamente dalla memoria degli abitanti di OgniDove. La Santiago crea un mondo originale, che coinvolge il lettore ad ogni livello. La narrazione in terza persona, permette alla scrittrice di scambiare il punto di vista che accompagna la lettura, rendendola ben calibrata. Ogni personaggio trova il suo spazio e ha il suo compito per portare l’armonia nella storia.
Duncan certamente è il tipico leader, l’Erede del Fuoco, passionale e istintivo, impulsivo e possente, non si lascia spaventare da niente. Fisico e ancorato alla terra, non si lascia coinvolgere dall’aspetto spirituale di tutta la faccenda, ma di certo è il primo che abbraccia il suo destino. È lui che dirige le operazioni, ed è lui che ha le idee più brillanti. È affascinante come pochi, sia per la sua intraprendenza, che per la sua avvenenza. Colui che gli uomini invidiano e le donne ammirano. Di certo il suo essere scontroso lo aiuta ad inimicarsi Dean, l’altro maschietto della compagnia, più pacato, ma decisamente più insicuro nelle sue capacità e scettico nei confronti di una situazione che non avrebbe mai immaginato. I due poli opposti di una calamità, acqua e fuoco, inseparabili e necessari. Dean è forte ma incapace di mettersi alla prova, restio ad abbandonarsi al suo destino che lo spinge a scappare a rotta di collo.
Anche le ragazze sono ai poli opposti. Se Aisha è calda e passionale, dedita alle arti, alla musica, è aperta, sexy e capace di accettare il suo destino con la forza della disperazione e l’aiuto della terra e degli spiriti, dall’altro Aurora è una ragazzina spaventata, che si riempie di scuse e giustificazioni, anche quando la realtà le si presenta davanti gli occhi in tutto il suo arcobaleno di emozioni. Aisha è indomita, Aurora riflessiva e razionale. Lo spettro delle loro personalità si amalgama in un gruppo eterogeneo con una missione da portare a termine. La paura deve essere messa da parte in virtù di insegnamenti che devono essere impartiti nel più breve tempo possibile. Abbracciare la loro natura di Eredi diventa la priorità, e se per alcuni è naturale e semplice, per altri è incredibilmente complicato, e totalmente inaspettato. Niente è facile, ogni passo è una lotta, una sfida, una lezione di vita. I quattro devono trovare il modo per lavorare insieme, appianare le loro divergenze, perché solo come gruppo potranno vincere la guerra. Lo schema è sempre quello, buoni contro cattivi, bene contro male, in un susseguirsi di scoperte che fanno solo aumentare le domande. Ma è davvero tutto così semplice? Davvero le separazioni sono così nette? I dubbi sulla distruzione di Atlas si moltiplicano e cercare la verità sembra un compito insormontabile.
L’ambientazione è curatissima, OgniDove è descritta come un’isola speciale, e ogni luogo è legato ad ognuno degli elementi. Anche i luoghi quindi assumono un’importanza rilevante, che si va ad unire a quella dei singoli. Ogni passaggio importante per la comprensione e in definitiva una storia corale che investe anche l’isola.
Il particolare da non dimenticare? Un faro…
Un primo capitolo che apre le porte ad una saga molto interessante, lento nell’entrare nel vivo, molto descrittivo, ma con personaggi perfettamente caratterizzati e una trama che regge dall’inizio alla fine. Passione e avventura si uniscono ad una forte componente fantasy, per una bella storia.
È già disponibile il secondo volume, che credo leggerò a breve!
Buona lettura guys!