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Gli essenziali per l'uomo

Creato il 16 settembre 2010 da Lollo
Gli essenziali per l'uomo
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Sto affrontando un periodo di cacca. Cacca nera per la precisione. Non vedo uno spiraglio di luce, nemmeno quella fioca che proviene dai braccialettini fosforescenti che mia sorella porta a centinaia sul braccio. L'unica soluzione per salvarmi è stare il più possibile fuori casa nella mischia di Milano, nei posti come Bershka dove la musica altissima non ti permette di ascoltare i tuoi amari pensieri. Un'altra possibilità è scrivere montagne di boiate, lo facevo da allegro e da spensierato, figuriamoci allora cosa potrebbe essere il risultato di questo momento. Un best seller, una biografia come quella di Valeria Marini o un romanzo da adolescenti. Potrei diventare il nuovo Moccia, ingrassare 30 chili, disegnare cuoricini sui vetri appannati e scrivere con le "K". Poi il suicidio diventerebbe l'unica via d'uscita.
Oggi scriverò di moda, mi voglio distrarre parlando di scarpe, cappelli. Tutto quello che è giustamente parte del superficiale ma che in questo momento potrebbe salvarmi un'ora di questo giovedì di metà settembre. Avevo scritto degli essenziali per la Donna e come avevo già annunciato spero di vedere quel decalogo appeso nei vostri armadi o sul vostro frigo vicino al maialino che grugnisce ogni volta che aprite lo sportello. Per l'uomo è tutto più difficile. Vero che non soffriamo le pene dell'inferno ogni 28 giorni, che non ci portiamo in grembo un pupo per 9 mesi ma per quanto riguarda l'abbigliamento e la moda dobbiamo solo che subire e darci per sconfitti. Voi donne avete milioni di possibilità in più per giocare su colori, tonalità, dare un tocco di creatività al vostro stile.
Noi invece appena superiamo il limite consentito veniamo fotografati da sciatti in infradito pronti a deriderci all'Osteria da Tonino guardando una partita di calcio della Sampdoria.
Ma io me ne frego, ci gioco, supero il limite e vengo etichettato. Se io voglio mettere una camelia gigante il giorno del mio compleanno metterò una camelia gigante, se voglio indossare un Papillon particolare verrò deriso a Pizzo Calabro o innalzato a Icona qui a Milano. Me ne frego, me ne frego e me ne frego. Detto questo voi maschietti prendete appunti e voi femminucce cercate di captare i consigli e di ottimizzare i tempi di reazione dei vostri partner (io ora piango disperato alla parola "partner").
In fatto di scarpe: Io non ho mezze misure, indosserei tutta la vita solo due paia di scarpe. Ovviamente parlo di modello, nella quantità e nella gamma di colori potrei anche esagerare. Mocassino: alcuni di voi storceranno il naso dicendo che sono brutti, che fanno il piede a banana e che sono da sfigato arricchito. Mai nulla di più stupido potevate dire. Il mocassino è una scarpa eterna, assolutamente impossibile da disprezzare. Io lo indosso dai primi anni della mia vita. Da piccolo mi piacevano un sacco il mio classico paio di Tod's scamosciate blu e quelle in pelle marroni, ero un bambino di buona famiglia e con le idee chiare, ora mi sono rimaste solo le idee. Le indossavo coi calzettoni fino alle ginocchia oppure le arrotolavo fino alle caviglie. Una volta cresciuto e guadagnato abbastanza mi sono comprato le Car Shoe, una sorta di oracolo per la cura con cui le tengo. Soldi sudatissimi ma ben spesi. Colore per eccellenza il Blu, da evitare il mocassino nero, se poi è verniciato mi potrebbe percorrere un brivido lungo la schiena. Ovviamente noi studenti pezzenti che non possiamo permetterci le Car Shoe tutti gli anni possiamo rimediare in giro modelli ben fatti. Occhio alle punte troppo allungate che vi fanno sembrare dei sub oppure a quelle verso l'alto. Non ci chiamiamo Aladino.
Niente fantasmino, niente calzino alla caviglia con pantalone corto. Il pantalone con il mocassino non deve scendere sotto al ginocchio. Personalmente non metto il mocassino con le t-shirt, solo polo o camicie. L'altro paio di scarpe che prendo in considerazione solo le All-star. Le migliori scarpe del mondo, tutti i colori sono ammessi, tutti gli abbinamenti fattibili.
In fatto di calze: Solo filo si scozia, altezza fino al ginocchio. Qualsiasi colore ma non fate come Signorini, niente cuoricini, niente scritte, niente paperelle. Possibilmente abbinarli al pantalone e alla scarpa.
In fatto di abbigliamento: Qui sta il dilemma, le donne si sbizzarriscono noi invece ci pieghiamo all'indifferenza della moda nei nostri confronti. Allora, per i pantaloni possiamo optare per un jeans con cui difficilmente è possibile sbagliare. Il mio consiglio è quello di rimanere nell'anonimato. Andare in giro con una scritta da cartellone pubblicitario cucito sulla gamba non è sinonimo di classe ma di tamarraggine. Comprare jeans fatti a brandelli da un sarto a cui non sono stati pagati gli straordinari tantomeno. Per l'inverno un pantalone di velluto a costine (piccole) un pò aderente blu o bordeaux è l'ideale, di cotone o meglio ancora di lino per l'estate. In estate è concesso il bermuda, lunghezza al ginocchio senza fiori tropicali, donne nude o numeri da giocare al lotto. Le camicie non possono mancare nell'armadio di un uomo o di un ragazzo. Io ci sono nato, da piccolo le odiavo anche se me le facevano su misura e dei colori più belli, ora le apprezzo moltissimo e utilizzo ancora quelle che mi ha lasciato mio Nonno. Fastidiosissima la sensazione di freddo e scomodità quando le infili ma poi ti regalano un non-so-che. Si allaccia fino al secondo bottone, al terzo durante il meraviglioso periodo dell'abbronzatura da spiaggia (le lampade per me non esistono), risvolto alle maniche fino al gomito perchè è di classe e ci rende più sportivi. Io prediligo le righe e non i quadretti, niente camicia nera e quella bianca da utilizzare solo con maglioncino blu e non nero altrimenti vi potrebbero scambiare per dei camerieri. Mai comprare una camicia con il collo a due bottoni. Farsi cucire le iniziali sulla camicia è molto chic ma attenzione alla posizione. Su colletto e polsino è assolutamente da"populino" come direbbe mia nonna. Un modo forzato per farle notare agli altri, la regola è corsivo inglese (o stampatello per i giovani) quarto bottone a sinistra. Polo e t-shirt per tutte le occasioni, qui finalmente anche noi possiamo sbizzarrirci.
In fatto di guanti: Come sapete è una mia grande passione, tutti i colori sono accetti. Il modello più adatto è quello da guida traforato con i buchi sulle nocche, di pelle per l'inverno. Non il nero, assomigliereste troppo ad uno strangolatore seriale.
In fatto di borse: sfatiamo questo mito. Anche gli uomini usano le borse, grandi per andare in palestra oppure piccole per andare a lavoro. Nelle sfilate degli ultimi anni si sono visti molti portadocumenti che sono la versione maschile delle "pochette" utilizzate dalle donne. Sono molto eleganti, anche con uno stile più cittadino e casual. Osate nei colori, rosso tinta unita, trasparente di Muji oppure se siete fotunati come me potrete scovarne uno di Louis Vuitton in qualche mercatino vintage. Sono favorevole anche a sobrie pochette o "bustine" in cui infilare portafoglio, chiavi, telefono. Una cosa che detesto è avere tutto in tasca.
In fatto di sciarpe: Oh, finalmente. Noi uomini non indossiamo cerchietti, collane, orecchini e altri accessori simili. Per questo la moda ha inventato la sciarpa secondo il mio umilissimo punto di vista. Un tocco di colore, un abbinamento con un paio di belle scarpe e qualcosa che ci abbellisce ulteriormente. Io sono il maestro delle "pashmine". Avevo anche un rifornitore abusivo al mercato ma credo che sia stato arrestato. Poverino, ne aveva di bellissime. Comunque, è un capo di cui non si può dire di averne abbastanza. C'è sempre una tonalità, una fantasia che non possiedi e che ti serve necessariamente. Molto belle da indossare con una camicia tinta unita, con una t-shirt o un maglione con lo scollo a "V".
In fatto di papillon: Usateli, con semplicità. Con allegria. Soprattutto per noi ragazzi sono un dettaglio di stile, anche messi con una polo e abbinati ad un paio di All star, io ho scoperto un negozietto minuscolo di Milano che ne ha di tutti i colori e di tutti i generi. Da non farseli scappare. Mia madre me li metteva quando ero bambino, non li sopportavo perchè avevo il collo grosso e mi sentivo strozzare. Ora li comprerei tutti i giorni, e pensare che l' avevo in coordinato con dei bermuda scozzesi, avevo 5 anni, probabilmente adesso mi farebbe da braccialetto.
In fatto di cappelli: altro dettaglio di cui non potrei fare a meno. Panama d'estate, cuffiette di lana con pon pon d'inverno. Borsalino grigio Vintage un must da conservare anche se le occasioni per metterlo sono poche. Niente cappello con occhiali da sole.
Le mie regole servono e non servono. In fondo ognuno fa come vuole e ha ragione. Vestirsi bene non è un'arte di pochi ma nemmeno un dono di tutti. Io compro al mercato, la mia camicia preferita oltre a quella sartoriale del nonno l'ho comprata alla Upim. Il mio primo papillon costa 6 euro. Passo le ore ai mercati vintage e se una cosa è bella e raffinata non è detto che costi per forza un occhio della testa. Mi vesto come mi sento e spero che possa avervi dato delle giuste e simpatiche indicazioni.

Vostro per niente blogger-tantomeno-fashion
Lollo.

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