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Gli impiegati della tepco ( industria che gestisce la centrale di fukushima) costretti a nascondersi per paura di rivendicazioni

Creato il 07 aprile 2011 da Madyur

Le istruzioni in Giappone sono chiare : coprite, cancellate , rendete non identificabili o rimpiazzate le insegne che contengono il nome della Tokyo Electric Power Company. La Tepco l’ha chiesto con una nota riservata a tutti i suoi impiegati che vivono negli appartamenti aziendali nei 23 quartieri di Tokyo. In sostanza un invito a nascondersi o quantomeno a nascondere le case-dormitorio di cui la società è proprietaria e che ha messo a disposizione degli impiegati.

tepco

Il motivo è l’ondata crescente di proteste degli antinuclearisti che potrebbero lasciarsi andare ad azioni dimostrative non proprio pacifiche. Insomma si temono aggressioni contro i lavoratori dell’azienda che gestisce la centrale di Fukushima oppure danneggiamenti alle sue proprietà.

il piano per sfuggire agli eco terroristi è stato studiato dopo che proclami antinucleari scritti con vernice rossa sono comparsi sul muro esterno della sala per le relazioni pubbliche della Tepco , sede di Shibuya , uno dei quartieri più dinamici e giovani della città.

Minacce spray trovate il pomeriggio del 20 marzo quando la sala in questione era chiusa per lavori. Avrebbe dovuto riaprire il giorno dopo, ma quelle scritte hanno convinto la società a tenerla chiusa e a studiare rimedi per fronteggiare possibili azioni dissennate.

Diventare anonimi è stata la prima indicazione. Gli uomini dell’azienda l’hanno seguita alla lettera , pare che non ci sia più una sola insegna visibile in tutta la città. “E’ stato fatto esclusivamente per proteggere gli impiegati e le loro famiglie” dice un funzionario della Tepco. Un manager dell’azienda spiega che da quando c’è il problema del nucleare gli agenti della polizia ci pregano di usare prudenza e di vigilare sull’incolumità dei nostri dipendenti.

Il movimento antinucleare si passa la voce via internet. C’è perfino chi ha scovato una delle famose insegne nascoste davanti ad un dormitorio della Tepco e ha messo online le fotografie : prima e dopo. Un sito ha pubblicato gli indirizzi privati di alcuni manager e nel giro di poche ore l’informazione e arrivata a molte altre pagine web degli antagonisti di Fukushima ( il sito è stato oscurato). Sono state rafforzate, non a caso, le misure di sicurezza del presidente della Tepco.

Inoltre la Tepco è mirata anche da singoli sbandati. Ad aprire la serie è l’uomo di 41 anni che, il 18 marzo, si mise a lanciare pietre contro le finestre della filiale del quartiere Chiyoda. Spiegò poi di averlo fatto per rabbia , perché il suo treno era in ritardo per via dei blackout imposti dopo gli scoppi della centrale. L’ultimo il 31 marzo: un uomo disoccupato è partito da Tokyo con il suo furgone per arrivare fino al cancello d’ingresso dell’impianto atomico e provare a sfondarlo.


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