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Gli impulsi deteriori

Creato il 22 aprile 2015 da Gadilu

langer.spagnolliNel 1995, esattamente venti anni fa, Alexander Langer avrebbe voluto diventare sindaco di Bolzano. Per lui, nato politicamente in Sudtirolo ma assurto a una dimensione di riconoscimento internazionale nel corso di una vita spesa a testimoniare il suo impegno per la convivenza, si sarebbe trattato di una sorta di ritorno a casa. Sappiamo perché quel proposito non si realizzò. Gli faceva difetto la mancata dichiarazione di appartenenza linguistica al censimento di quattro anni prima, allora non era previsto che si potesse rimediare mediante un’apposita dichiarazione ad hoc, come invece oggi è consentito. Poi, qualche mese più tardi, la sua tragica scomparsa, suggellata con un laconico e amaro biglietto, ancorché non precluso a un’interpretazione con un po’ di speranza: “Seid nicht traurig. Macht weiter, was gut war” (Non siate tristi. Continuate a fare ciò che era giusto).

Quest’ultima frase – decontestualizzata, scorciata, modificata e citata senza neppure riportare il nome dell’autore – compare adesso su un manifesto del Partito democratico a favore della rielezione di Gigi Spagnolli. Ne è nata una polemica animata dalla candidata dei Verdi, Cecilia Stefanelli, indignata per l’uso strumentale di Langer, e proseguita con la risposta piccata del sindaco: “Langer è di tutti”.

Che in effetti Langer sia ormai “di tutti” è innegabile. Arnold Tribus, in un intervento pubblicato nel volume collettaneo guarda caso intitolato proprio “Fare ancora. Ripensando a Alex Langer” (Edizioni alphabeta Verlag, 2011), ha scritto: “Oggi Langer è di tutti. Non ha eredi politici, ma rimane vivo il suo ricordo e le moltissime cose sagge che ha scritto”. Tra le moltissime cose sagge che ha scritto spiace quindi veder menzionato ormai solo il suo ultimo messaggio, perché la sensazione è che sul resto si preferisca sorvolare. Chi non lo fa, chi cioè ancora oggi desidera frequentare l’opera di Langer e meditare su questa figura di “uomo e politico esemplare, intelligente, colto, gentile, illuminato, poliglotta, umanista, rivoluzionario” (ancora Tribus) dovrebbe aver cura a non cavarne un facile slogan, men che meno elettorale.

La vicenda ci offre l’opportunità di cogliere una lezione langeriana. Da alcuni suoi appunti sparsi leggiamo: “Vivresti effettivamente come sostieni si dovrebbe vivere?”. Si tratta di un invito ad adeguare i più nobili propositi a una forma di vita lontana da un deteriore impulso celebrativo. Valeva per lui e a maggior ragione vale per chi intende richiamarsi al suo insegnamento.

Corriere dell’Alto Adige, 22 aprile 2015


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