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Gli insegnanti non sono dei martiri

Da Zaffira01

Anche se in ritardo rispetto a molti giornali e siti, avendo un po' di tempo e sentendomi ispirata desidero dire anch'io la mia per quanto riguarda la "questione insegnanti", ovviamente senza pretesa di dare ad eventuali lettori una verità rivelata, ma basandomi sulla mia esperienza e su quello che, vivendo nella scuola ogni giorno per cinque ore, ho potuto osservare.

Ultimamente gli insegnanti hanno fatto sentire la loro voce, con scioperi e proteste, arrivando in più di un caso, a livello di isituti, a decidere di cessare ogni attività extrascolatica. La giustificazione, nel caso della mia scuola, è stata la seguente:
" Abbiamo preso questa decisione per protestare contro il modo in cui gli insegnanti vengono trattati in Italia e contro coloro che vogliono rubarvi il futuro".

La prima cosa che ogni studente in classe mia ha pensato è stata la seguente: " E' proprio logico protestare contro il governo tagliando gite, sportelli di recupero, attività di ogni sorta, il tutto per salvare gli studenti ovvero i cittadini di domani.". Cioè spiegatemi, per tutelarci, ci togliete ogni possibilità di avere una formazione che vada al di là di quella che un professore può darci entrando dalla porta, aprendo il libro, spiegando e uscendo a fine ora? Bella cultura che fornite agli studenti!

Rifacendomi ad un articolo del quotidiano "La Tribuna" di venerdì 23 novembre 2012
( sì lo so, è un po' datato ormai, ma l'ho trovato solo ora), secondo un calcolo effettuato da un docente, gli insegnanti, oltre alle "famose" 18 ore, tra colloqui, consigli, preparazione e correzione compiti, elaborazione delle lezioni, lavora circa 35 ore a settimana.

Il che potrebbe anche essere vero, se il professore o la professoressa in questione fosse un signor ( o signora) Professore/Professoressa.

Ma insegnanti con la lettera maiuscola, nelle scuole italiane, se ne trovano ben pochi. Putroppo e per assurdo.
Il numero degli insegnanti è sproporzionato rispetto a quello che è effettivamente necessario, e questo perché negli anni passati, in una politica di totale "cortomiranza", si è operato un'assunzione, qui come in altri settori, priva di criteri.

Ma voi, lettori, lo sapevate che in insegnante può anche insegnare una materia su cui all'università non ha mai dato un esame??!!?
Ad esempio, un mio professore, dopo aver insegnato matematica e fisica per anni - materie in cui però era laureato- da precario, è finalmente passato di ruolo.

Per le materie che conosce, penserete voi.

No! Per informatica! Che non ha mai studiato nè insegnato, ma di fatto, pur senza essere in grado di spiegare come è fatto un computer ( è a questo che servono i tecnici di laboratorio, o no? Vorrete mica che se ne stiano tutto il giorno a rigirasi i pollici?) dall'anno prossimo potrà avere al suo seguito una classe cui spiegare nozioni che nemmeno lui sa. Così come in tanti altri casi. Perché basta avere una laurea in matematica per poter insegnare la maggior parte delle materie "numeriche", poco importa se si sanno o no.

Gl insegnanti protestano perché sono trattati ingiustamente. In effetti, è una politica assurda a mio parere quella di andare a tagliare i fondi proprio ai due settori fondamentali di ogni Paese civile, l'istruzione/cultura e la sanità, quando si potrebbe rivolgere lo sguardo in molte altre direzioni, ma basta questo per scatenare una protesta?

Gli insegnanti, per contratto, lavorano 18 ore a settimana. Gli studenti passano 30 ore a scuola, non retribuiti. Un operai lavora in genere 8 ore al giorno per 5 giorni, ossia 40 ore a settimana. Pagato non certo più degli insegnanti e trattato sicuramente molto peggio. Senza tralasciare che ogni professore riceve lo stipendio anche per i tre mesi estivi in cui non fa nemmeno quelle 18 ore di lezione.

Inutile negare che gli insegnanti si credano una casta privilegiata. Forse non sarebbe completamente sbagliato pensarla così: maestri e professori formano, di fatto, gli uomini e le donne di domani, dando loro una formazione culturale.
E' naturale a questo punto chiedersi come mai gli studenti italiani non sono tra i posti più alti delle classifiche europee e come mai anche le nuove generazione sono nella maggior parte dei casi altamente menefreghiste nei confronti della cultura ( e ricordo che l'Italia possiede un'altissima percentuale di beni dichiarati patrimonio universale dell'UNESCO), intenti sono a pensare all'ultimo modello di iphone?
Sono questi i nuovi cittadini, coloro che un domani saranno chiamati a governare le sorti del Paese?
C'è, secondo me, qualcosa che evidentemente stona. O gli studenti sono tutti suonati, o i professori non sono in grado di svolgere come dovrebbero il loro compito.

E qui viene alla luce una questione di cui molti non si rendono conto: ad alcuni insenganti mancano solo le orecchie e la coda per essere dei veri asini.
Non parlo così per ripicca verso qualche brutto voto, perché al contrario a scuola me la cavo piuttosto bene, ma proprio perché credo di aver accumulato, tra studio personale e letture di vario genere, una piccola cultura, per quanto modesta, ritengo che sia inaccettabile che un qualsivoglia insengnante abbia dei dubbi su argomenti che dovrebbe ormai sapere a menadito, e non parlo delle più elaborate teorie fisiche o che altro, ma di questioni piuttosto semplici. Per farvi un esempio, la mia prof di italiano  -che per dirla tutta, puzza, e quindi immaginate che buon esempio e che punto di riferimento per i giovani - è venuta a scoprire dopo qualcosa tipo dieci anni di isegnamento di letteratura latina, che Cesare sbarcò in Britannia già con la prima spedizione.

Ma è possibile????!!!!
Come può esserlo??!!
Ma di fatto è così: tra insegnanti eccelsi e appassionati - e per fortuna ce ne sono e ho avuto la fortuna di incontrarne diversi nella mia esperienza - si nascondono personalità incapaci e totalmente inadatte a svolgere la loro professione.

Perché essere un professore non significa soltanto spiegare e ripetere quello che c'è scritto sui libri per il tempo della lezione, ma significa anche contribuire alla crescita dello studente, aiutarlo, cercare di appassionarlo e soprattutto di fargli capire il valore della cultura e dell'istruzione.
In vita mia, ho incontrato soltanto qualche professore così, preparato, ma ne ho incontrati anche altri...

Persone magari anche preparate, ma assolutamente inadatte a stare a contatto con i giovani: ad esempio, la mia professoressa di latino, per carità, preparatissima come poche altre, non riusciva assolutamente a capire che in un liceo scientifico, e all'età di 15/16 anni, noi ragazzi potevamo avere anche altre necessità e interessi di quello di studiare latino per minimo 15 ore al giorno...E la sua incapacità di capire che aveva a che fare con ragazzi e non con automi a portato ad una frattura tremenda con la classe, che ovviamente si è ribellata, alcuni sono quasi finiti dallo psicologo, qualcuno ha cambiato scuola, dei genitori hanno preso contatto con degli avvocati.
Però nessuno parla mai dell'inadeguatezza degli insegnanti! Non basta avere una laurea in lettere per poter insegnare materie umanistiche! Nè per poter insegnare in generale!
E il fatto che non ci si renda conto di questo, significa che chiunque può diventare professore, anche il più cane che era amico di Tizio.

Perché, invece di parlare del maltrattamente degli insegnanti, nessuno parla mai del modo in cui vengono trattati gli studenti, che sono la vera anima della scuola, il vero futuro? Perché nessuno dice mai che i professori, qualsiasi cosa facciano, siano incompetenti o anche violenti e maleducati, non possono essere licenziati?? Perché nessuno dice questo, ma tutti puntano il dito contro il "mal governo"?
E perché nessuno parla mai dei bidelli?

Qualcuno sa di preciso che cosa fanno? Non devono pulire, perché le pulizie vengono fatte da ditte "extrascolastiche" ( e anche questa è una spesa), non devono sorvegliare gli studenti quando i prof si assentano, non sono mai dove devono essere, sono preposti alla fotocopiatrice ma non sanno nemmeno come si usa, possono tranquillamente farsi una pausa sigaretta o caffè durante l'orario di lavoro, senza che nessuno dica niente, se non il collega con il quale stanno tranquillamente chiachcierando del più e del meno.

Perché, invece di tagliare i fondi alla scuola, non si regolamenta l'assunzione degli insegnanti e si riduce il numero del personale ATA, dal momento che il numero di bidelli è decisamente sproporzionato rispetto alle reali necessità?
Perché invece di abilitare chiunque al ruolo di professore, anche come precario, non si assumono soltanto coloro che hanno tutti i migliori requisiti per esserlo, e si introducono delle norme che prevedono controlli anche sull'operato dei professori e il loro licenziamento nel momento in cui essi non svolgono correttamente - o non svolgono proprio- il loro lavoro?

Un operaio, in fabbrica, se sbaglia o non ha voglia di lavorare, viene licenziato, perchè il padrone non può permettersi di pagare qualcuno che non frutta nulla. Ma a quanto pare, lo Stato, con i soldi dei cittadini, può permettersi di mantenere un numero esagerato di insenganti, che siano o meno in grado di essere tali, e che si sottraggono a qualsiasi possibilità di licenziamento.

Perché nessuno prende mai in considerazione anche questi aspetti???
Perché la colpa deve essere sempre e solo degli altri, e in questo caso del governo?


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