Con questo titolo il programma di approfondimento mattutino L’Aria che tira, condotto da Myrta Merlino, in onda su La7, cerca di fare il punto della situazione italiana partendo dal sovraffollamento mediatico, di due dei candidati, alle prossime elezioni: Berlusconi e Monti. Lo show di Berlusconi da Santoro ha fatto ascolti altissimi, del resto per gli italiani la politica è innanzitutto tifo da stadio ma, un mese e mezzo prima delle nuove elezioni, è fortissimo il partito del nonvoto. Un italiano su tre è ancora indeciso su chi dare il proprio consenso e forse non voterà. Insomma non è bastata la sobrietà del governo dei tecnici a far tornare la fiducia dei cittadini nei confronti della politica che, mai come oggi, è stata così bassa e se anche il famigerato spread è sceso a quota 250, la notizia non sembra rinfrancare gli italiani, troppo impegnati a fare ben altri conti, quelli più vicini alla vita di tutti i giorni. Nuove tasse, inflazione e disoccupazione fanno alzare il tasso di sfiducia e preoccupazione. Altro che sobrietà e promesse elettorali. In tutto questo nero scenario, loro, continuano a essere ospiti di tutte le trasmissioni televisive, dandosi reciproca battaglia verbale. Se uno afferma :” Monti è un bluff”, l’altro ribatte “È un pifferaio magico” e ancora : “Il redditometro è colpa di Berlusconi”, “L’insuccesso gli da alla testa”. Alla fine le frasi si mescolano e la confusione aumenta. Poco importa che Monti abbia detto che Berlusconi incanta gli italiani come il pifferaio magico, con i topini che poi finiscono annegati e che l’altro prontamente ribatta con altre battute, l’Italia è in una grave crisi e nessuno ci dice come uscirne. Si accusano l’un l’altro: Gianpaolo Galan Pdl” Chi ha illuso gli italiani che tutto sarebbe stato messo a posto è stato Monti, è evidente che c’è stata una congiura contro Berlusconi, lo spread è stato utilizzato contro Berlusconi” – Giancarlo Galli del PD :” Sicuramente la forza e la capacità mediatica di Berlusconi non va sottovalutata ma la campagna elettorale è ancora lunga e la linea del Pd è quella di mantenere i toni pacati e di concentrasi sulle cose che devono essere fatte”. Quali ? Si domanda il semplice cittadino. A destra e a manca si sentono rimproveri e accuse ma quale forza partitica parla concretamente sul come risanare l’Italia? Tutto nasce da 3 grandi problemi: il debito dello Stato, il rallentamento della crescita economica e la credibilità del governo. Tagliate (poco) le spese e aumentate (troppo) le tasse, ora si dovrebbe stimolare la crescita economica. Ma come? Che cosa possiamo fare per uscire da questa situazione?
E nel frattempo il sobrio professore è entrato anche lui nel delirio delle elezioni? “ Giuliano Gasperotti della lista civica di Monti : ” Ha gestito una situazione diffcilissima, tante delle cose da fare dovranno passare dalla volontà dei cittadini adesso c’è un’agenda e si andrà alle elezioni”.
E nel paese reale? “abbiamo una produzione industriale in caduta libera e la disoccupazione in ascesa – afferma Loretta Napoleoni, econimista e saggista – le condizioni oggettive dell’economia italiana, secondo gli esperti sono peggiori di un anno fa. Si è fatta una politica da parte della BCE di sostentamento con operazioni speciali che hanno prodotto massa monetaria che è andata a sostegno delle banche e dalle banche non è uscita verso l’economia reale, quindi l’imprenditoria è costretta a chiudere perché non ha credito e i tassi sono da usura. Questa è la fotografia, secondo me, dell’Italia”.
Dunque eccoci nuovamente ad affrontare il problema di come uscire dalla crisi. I punti fermi di ingovernabilità restano: la casta dirigenziale ha costi elevatissimi. I soldi pubblici mal gestiti, se non incamerati in ville, auto e vacanze personali. Ma i Re Mida continuano ad avere ampi poteri. Tutti sappiamo cosa si dovrebbe fare. Non ci sono ricette di destra o di sinistra. La crescita non è di destra o sinistra. La battaglia al malaffare non è di destra o sinistra. La lotta alla corruzione non è di destra o sinistra. È evidente che in questa grandissima fase confusionale ci vorrebbe un po’ di buon senso da parte di tutte le forze politiche per dire agli italiani che lo Stato costa la metà del Pil, che è troppo indebitato e che è necessario riequilibrare in modo radicale il rapporto tra Stato e cittadini. In realtà, la lotta al voto, di destra o di sinistra, non ci dice quale programma politico reale essi propongano. Il potenziale astenzionismo è dettato dalla confusione che il cittadino prova nei confronti della massa politica che, prima impone imposte e balzelli (Imu, tasse e redditometro per uscire dalla crisi) e ora, alle soglie del voto, le rinnega. Forse un po’ di chiarezza e di lealtà è quello che il cittadino chiede prima di mettere una croce su un simbolo di destra o di sinistra. Il segnale di un corto circuito tra Stato e cittadini è evidente. Lo Stato riesce sempre ad aver ragione imponendo drastiche decisioni che colpiscono sempre i soliti, mentre nulla si è fatto
per diminuire gli sprechi vergognosi che sono emersi nelle Regioni o nei Comuni.Qual’è la speranza e che colore avrà la politica che riporterà giustizia? I cittadini italiani chiedono semplicemente un governo credibile e capace di imporre a tutti, in modo equo, i sacrifici necessari per ridurre il debito e riavviare l’economia. Questo chiedono gli italiani prima di votare a destra o a sinistra.