Trama:
Leo ha 15 anni, vive con la nonna e il fratello minore Stirling nel regno di Malonia e frequenta con insofferenza l’accademia militare, imposta dal feroce regime dittatoriale. La vita del ragazzo è sconvolta dal ritrovamento di un misterioso libro dalle pagine bianche che si riempiono a poco a poco. Il libro racconta di Anna e Ryan, due ragazzi che vivono in un universo parallelo chiamato Inghilterra, dove la gente viaggia su carri scoppiettanti detti automobili e conosce armi prodigiose chiamate fucili. Le vicende presenti e passate di Inghilterra e Malonia si intersecano e si svelano pian piano, come tessere di un mosaico che si ricompone. Leo scopre che Ryan è l’erede al trono della saggia famiglia reale che governava Malonia prima che l’attuale dittatore la spodestasse, e decide di aiutarlo a riconquistare il regno. Nel frattempo, inizia a scrivere l’incredibile storia che sta vivendo tra le pagine ancora bianche del libro… lo stesso libro che ora avete tra le mani.
Recensione:
“Gli occhi di un re” viene pubblicato nel 2008 nella collana “I Grandi” e ha subito un discreto successo. La storia è un fantasy particolare, per certi versi fuori dal comune e per altri molto vicino ai fantasy della nostra generazione: molti lo hanno addirittura paragonato a una sorta di “Storia infinita” di Ende nostrano. La storia è narrata in prima e in alcune parti in terza persona; una struttura originale e ben studiata. L’autrice intende instaurare un rapporto diretto tra lo scrittore, che si trova dietro le pagine del romanzo (nascosto, invisibile) e il lettore (che sta per entrare nel mondo di Malonia). La narrazione ha una prospettiva originale perché riguarda due diversi punti di vista, quello di Leonard (che potremmo definire il protagonista principale in assoluto) e quello di Ryan, futuro erede al trono di Malonia spodestato e che si trova in una dimensione parallela chiamata Inghilterra. I punti di vista dei personaggi si accavallano più volte: per certi versi il lettore segue le vicende della vita quotidiana di Leonard e del fratellino di otto anni, che appare una narrazione un po’ monotona per le prime ottanta pagine, e altre volte segue le vicende di Ryan e Anna. Il punto forte dell’autrice è lo stile, tutto scorre veloce e il linguaggio utilizzato dalla Banner non rende pesante la lettura in alcun caso, anche se il romanzo non contiene molte scene avvincenti o/e di battaglia. Tutto ben scritto, tutto ben calcolato, ma vi sono poche scene descrittive che riguardano il mondo descritto dall’autrice e i maghi che fanno parte del mondo di Malonia. L’autrice non approfondisce, per così dire, l’aspetto “magico” della sua storia, ma preferisce di gran lunga descrivere dettagliatamente le emozioni, le sofferenze e le vicende che colpiscono la famiglia di Leonard e i suoi amici. L’incontro con una ragazza madre di appena quindici anni, l’indebolimento fisico della nonna di Leonard, la morte del fratellino e altri capitoli sconcertanti della vita del giovane protagonista portano il lettore a provare le stesse emozioni di paura, tristezza e felicità.
Catherine Banner riesce sicuramente a trasmettere attraverso carta e inchiostro fragili e spietati pensieri, parole che lasciano senza parole il lettore fino all’ultima pagina. […] E forse penserai che è una storia triste. Non lo è, in realtà non lo è. E’ la mia vita. Tutte le vite sono tristi. Tutti piangiamo. Tutti pensiamo di precipitare, a volte. Ma alla fine impariamo a sopravvivere. Un fantasy che non parla di streghe, maghi ed elfi che siamo abituati a incontrare nella letteratura anglosassone nostrana. Un fantasy diverso, più vicino a noi, che racconta eventi che potrebbero riguardare anche la nostra realtà ma che, al tempo stesso, ti trasporta in un mondo completamente nuovo.
L’autrice:
“Catherine Banner è destinata a diventare la nuova J. K. Rowling.”
Ecco una frase che fa parte della recensione riguardante il primo libro dell’autrice inglese sul New York Post e che è stata riportata sulla cover del romanzo, tradotto in diversi paesi del mondo tra cui Francia, Germania, Italia, Spagna e Svizzera. Catherine Banner frequenta il College, vive a Cambridge e ha scritto “The Eyes of a King” all’età di quattordici anni, durante le vacanze estive, perché non sapeva cos’altro fare per trascorrere il pomeriggio. “Gli occhi di un re” è il primo romanzo di una trilogia ormai diventata un fenomeno in Inghilterra, una trilogia fantasy che sta facendo il giro del mondo, “The last discendent” (gli ultimi discendenti), di cui i primi due volumi sono stati tradotti in Italia dalla casa editrice Mondadori.
Laura Buffa