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Gli ospiti non convincono le comunità di base ispirate al Concilio Vat II

Creato il 08 ottobre 2012 da Federicobollettin

1. Ecco la pubblicità, con gli ospiti, della puntata dell'Infedele di stasera sul Concilio Vat II

L'infedele di Gad Lerner
Stasera alle 21,10 su La7 e in contemporanea su Tv2000 condurrò con Lucia Ascione una serata di riflessione sul cinquantesimo anniversario del Concilio Ecumenico Vaticano II, inaugurato a San Pietro l’11 ottobre 1962. Partecipano: l’Arcivescovo di Milano, Cardinale Angelo Scola; il direttore di Tv2000, Dino Boffo; il direttore de “Il Foglio”, Giuliano Ferrara; lo storico Alberto Melloni, direttore della Fondazione per le Scienze Religiose Giovanni XXIII di Bologna; lo storico d’orientamento tradizionalista Roberto De Mattei, vicepresidente del Cnr; don Giovanni Nicolini, parroco di Bologna nonchè figlio spirituale di Giuseppe Dossetti; Chiara Amirante, fondatrice della Comunità Nuovi Orizzonti. Fin dal titolo appare evidente come le domande che si posero in quel tumultuoso e straordinario evento di mezzo secolo fa si riflettano ancora sulla Chiesa contemporanea. Per l’autorevolezza e la varietà dei punti di vista rappresentati, confido che sarà una trasmissione davvero interessante.
2. Ricevo questa osservazione critica dalla segreteria della cdb San Paolo di Roma:Lunedì 8 ottobre 2012 trasmissione "L'infedele", "a 50 anni dal Concilio Vaticano II faremo un confronto su questo movimento rivoluzionario della chiesa". 
"Sono un testimone oculare ... Vi suggerisco questo: prendete i documenti del Concilio con prudenza; ascoltate, prima che moriamo tutti, anche i testimoni oculari che ricordano atteggiamenti, commenti, reazioni, dei vescovi, degli abati e dei delegati apostolici presenti in Concilio, che non sono stati riportati né nei verbali né, tanto meno, nei documenti...." (Intervento di Giovanni Franzoni all'assemblea "Chiesa di tutti, Chiesa dei poveri" del 15/9/2012 a Roma)Lunedì scorso alla fine della trasmissione "L'infedele", Gad Lerner ha preannunciato che lunedì 8 ottobre 2012 ore 21,10 su La7: "a 50 anni dal Concilio Vaticano II faremo un confronto su questo movimento rivoluzionario della chiesa". In tutti i modi alcuni della nostra comunità hanno tentato di contattare senza alcun esito Gad Lerner per far sì che fosse invitato il nostro Giovanni come uno dei due padri conciliari italiani, insieme a mons. Bettazzi, ancora testimoni viventi di quel Concilio, riconosciuto da molti come completamente disatteso e dimenticato. Speriamo che sia presente direttamente o in collegamento almeno Bettazzi. Le speranze sono flebili considerando che sia Franzoni che Bettazzi non sono molto graditi alla stampa ufficiale italiana, come dimostra anche la lettera seguente che la segreteria della nostra cdb ha inviato di recente al "Venerdì" di Repubblica per il trattamento riservato ai testimoni ancora viventi del Concilio:
Gentilissimo direttore,abbiamo letto nel numero del Venerdì di Repubblica del 14 settembre scorso, l’articolo dal titolo “Quel che resta del Vaticano II dopo 50 anni”.Nelle  foto che illustrano l’articolo, sono riportate le immagini dei padri conciliari italiani ancora in vita, i cui nomi  e titoli sono descritti nella didascalia a fianco. Facciamo notare che tra essi non compare l’allora abate nullius dell’abbazia di San Paolo fuori le mura in Roma, don Giovanni Battista Franzoni, che, eletto abate nell’aprile 1964, atale titolo partecipò alla terza ed alla quarta sessione del Concilio.Di tale evento Giovanni Franzoni è ancora oggi attento testimone, come ha mostrato nel suo intervento al convegno dello scorso 15 settembre a Roma, “Chiesa di tutti, Chiesa dei poveri”, autoconvocato da più di 100 tra associazioni, comunità e riviste cattoliche.Dobbiamo considerare questo fatto una dimenticanza o una forma di autocensura  in segno di rispetto delle gerarchie ecclesiastiche? Il dubbio è lecito perché più volte abbiamo fatto esperienza di come  il potere del Vaticano in Italia riesca a “cancellare” le persone scomode non solo dagli ambiti ecclesiali ma anche dalla stampa cosiddetta libera e laica.Dobbiamo dire che questo, allontanandoci dall’Italia, non avviene; si veda, ad esempio, l’articolo-intervista del quotidiano El Pais dedicato a Giovanni Franzoni in occasione del convegno del settembre 2011 a Madrid, convocato da una associazione di teologi iberici, in cui era stato invitato, proprio in quanto padre conciliare, a tenere una relazione.Contribuirebbe a fugare i nostri dubbi la pubblicazione di questa lettera di precisazione.Cordiali saluti,Salvatore Ciccarello, Elena Lobina Cocco, Maria Rita Maglietta, Domenico Schiattone, Stefano Toppi, Bartolomeo Pace
per la segreteria della Comunità cristiana di base di San Paolo – Roma
Via Ostiense, 152/B – 00154 – Roma[email protected]
3. Accolgo l'invito e scrivo una mail a Gad LernerBuongiorno Gad Lerner,mi chiamo Federico Bollettin e sono un prete sposato della diocesi di Padova.Ho ricevuto l'invito di alcune comunità ecclesiali di base a scriverle questa mail in riferimento alla trasmissione di questa sera sul cinquantesimo anniversario del Concilio Ecumenico Vaticano II.Anche la mia situazione attuale, e cioè di prete che - in ragione dell'abbandono del celibato - è stato messo fuori dall'esercizio del ministero, dipende da come il rinnovamento di quel concilio non venne applicato fino in fondo.  Mi sarebbe piaciuto leggere tra i suoi ospiti i nomi di Giovanni Franzoni e Luigi Bettazzi, unici padri conciliari italiani ancora in vita. Oppure animatori di comunità ecclesiali di base che hanno tentato e tentano ogni giorno di realizzare il progetto del concilio, una chiesa più partecipativa, in dialogo con tutte le religioni e le realtà attuali, più profetica... Ma anche teologi e biblisti che hanno continuato la ricerca su quel Gesù storico che alla dottrina cattolica ufficiale non piace.Insomma La invito a riproporre una seconda puntata, sempre sul tema del Conciclio Vat II, con un'attenzione però a quelle esperienze di chiesa che si rifanno al Concilio Vat II ma che non vengono riconosciute da questa Chiesa ufficiale.La ringrazio per l'attenzione,Federico Bollettin

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