All’incontro di informazione sull’omosessualità organizzato dall’Ordine degli Psicologi della Regione Liguria in seguito alle dichiarazioni del monsignor Rigon hanno partecipato anche esponenti dell’ordine dei medici e appartenenti alla comunità omosessuale, per dare una testimonianza sia scientifica che umana sul fatto che l’omosessualità non è una malattia.
L’incontro è iniziato con l’intervento del prof. Vittorio Lingiardi, Direttore della Scuola di Specializzazione in Psicologia clinica della Sapienza di Roma e autore del libro “Citizen Gay”, che ha esposto il percorso che ha portato l’organizzazione mondiale della sanità a dichiarare che “l’omosessualità è una variante naturale del comportamento sessuale” e ha parlato di “minority stress” (ossia lo stress provocato dall’appartenere ad una minoranza), sottolineando come la sensazione di malessere delle persone omosessuali derivi proprio dal vivere in una società omofobica che genera nella persona la mancata accettazione del proprio modo di essere. L’intervento psicologico quindi deve mirare non a guarire (perché di fatto non si è in presenza di una malattia) ma ad “ascoltare, aiutando l’individuo a volersi bene per come è“.
Il dott. Enrico Bartolini, presidente dell’Ordine dei Medici, durante il suo intervento si è chiesto quali siano questi consultori a cui fa riferimento mons. Rigon, in cui l’omosessualità verrebbe “curata”, e ha invitato i cittadini presenti in sala a segnalare questo tipo di approccio all’omosessualità. Successivamente il dottor Ferrarini, Presidente Nazionale della Società Italiana Psichiatria, ha sottolineato ulteriormente come non esista alcun riconoscimento scientifico delle cosiddette terapie riparative. In particolare il dottor Ferrarini ha affermato: “la terapia psicoanalista lavora nella costruzione dell’identità, di senso e di speranza e non di distruzione della propria personalità“.
Dopo gli interventi di carattere scientifico hanno avuto spazio le testimonianze di Rebecca Zini, responsabile salute nazionale Arcigay e Valerio Barbini, Presidente ArciGay Genova, che hanno riportato la loro esperienza riguardo le difficoltà che si devono affrontare nella vita quotidiana a causa dell’appartenenza ad una minoranza e sottolineato quanto parole come quelle del monsignor Rigon siano deleterie per tutti quelle persone omosessuali che si sentono in dovere di lottare contro il loro modo di essere.
Hanno concluso l’incontro gli interventi di Rita De Santis, Presidente Nazionale Agedo, che si dichiara delusa dalle istituzioni italiane che non ascoltano le richieste di cittadini che, essendo considerati di serie B, chiedono maggiori diritti, e di Gianni Geraci, del gruppo Ricerca fede e omosessualità, che racconta le sue esperienze con le terapie riparative e la sua lotta affinché la chiesa torni a rivolgersi a tutti senza fare discriminazioni.
Siamo contente che sia stato il presidente dell’Ordine degli psicologi della Liguria, dott. Enrico Bartolini a proporre questo tipo di iniziativa e ci auspichiamo che, come già altri Ordini hanno fatto, anche quello ligure possa scegliere di effettuare una delibera ufficiale in cui emerga il rifiuto netto delle terapie riparative.