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Gli sdraiati

Creato il 12 dicembre 2013 da Valeria Polverino @missvalesbooks

Gli sdraiati
Buongiorno miei cari Booklovers!
Oggi vi voglio parlare de Gli sdraiati, ultimo libro di Michele Serra edito da Feltrinelli. Da qualche settimana è in testa alle classifiche di vendita e vanta due ristampe ad una settimana dall'uscita. Come mai ha destato tutto questo interesse di pubblico e, sopratutto, chi sono Gli sdraiati che danno il titolo al libro?Gli sdraiati

  • Listino€ 12,00
  • Editore Feltrinelli
  • Collana I Narratori
  • Data uscita 06/11/2013
  • Pagine112

Loro ci sono. Loro sono di là. O forse sono altrove. Se li chiami, c'è anche il rischio che rispondano. Ma con che risultato? Loro sono riconoscibilissimi - ma chi li ha visti crescere teme sempre che possano essere stati sostituiti. Inquietanti o inquieti? Loro passano gran parte del tempo in una posizione orizzontale che non è necessariamente quella del sonno. Ma certamente dormono quando gran parte del mondo è sveglia. Loro sono gli adolescenti, anzi i figli adolescenti. Così se li immagina Michele Serra: sdraiati. Gli sdraiati fanno paura, fanno tenerezza, fanno incazzare. Eppure se interrogati a volte sorprendono per intelligenza, buon senso, pertinenza. E allora? Bisogna raccontarli, guardarli, spiarli. Cosa che Michele Serra fa con l'ansia del padre, con lo spirito del moralista, con l'acutezza del comico. Gli sdraiati è un romanzo, un saggio, un'avventura. Ed è anche il "monumento" a una lunga generazione che si è allungata orizzontalmente nel mondo, nella società, e forse da quella posizione sta riuscendo a vedere cose che gli "eretti" non vedono più, non vedono ancora, hanno smesso di vedere.Gli sdraiati sono quindi i giovani di oggi, descritti da un padre in una maniera che è al contempo ironica e tenera. E' quasi un monologo (sono poche le battute pronunciate dal figlio), un tentativo che il padre fa per riportare all'origine il rapporto padre-figlio, basato principalmente sul rispetto e la considerazione.Non avevo letto altri libri di Michele Serra, mi sono avvicinata al suo libro attirata dalla trama, anche se di trama vera e propria non si puo' parlare. Da padre l'autore cerca di avvicinarsi al figlio (figura piatta priva di spessore psicologico) ma il confronto non esiste. Il figlio è troppo preso da diverse cose contemporaneamente e così Serra si ritrova a descrivere un mondo in cui i vecchi lavorano e i giovani si riposano. Nel corso del romanzo vengono descritte scene a dir poco svilenti per un genitore e, in contemporanea, l'autore è proiettato a scrivere il suo romanzo epico, La Grande guerra finale, uno scontro all'ultimo sangue tra vecchi bellicosi e giovani sonnolenti.

Ma dove cazzo sei?Ti ho telefonato almeno quattro volte, non rispondi mai. Il tuo cellulare suona a vuoto, come quello dei mariti adulteri e delle amanti offese. La sequela interminata degli squilli lascia intendere o la tua attiva renitenza o la tua soave distrazione: e non so quale sia, dei due “non rispondo”, il più offensivo.Per non dire della mia ansia quando non ti trovo, cioè quasi sempre. Ho imparato a relegarla tra i miei vizi, non più tra le tue colpe. Non per questo è meno greve da sopportare. Ogni sirena di ambulanza, ogni riverbero luttuoso dei notiziari scoperchia la scatola delle mie paure. Vedo motorini schiantati, risse sanguinose, overdosi fatali, forze dell’ordine impegnate a reprimere qualche baldoria illegale. Leggo con avidità masochista le cronache esiziali del tuo branco, quelli schiacciati nella calca dei rave party, quelli fulminati dagli intrugli chimici, quelli sgozzati in una rissa notturna in qualche anonimo parcheggio di discoteca, quelli pestati a morte da gendarmi indegni della loro divisa.Una fragilità materna, non preventivata, rammollisce il mio aplomb virile. Mi rendo conto di sommare le due debolezze: la smania protettiva della Madre, le pretese di rettitudine del Padre. Mi vedo soccorrerti e contemporaneamente sgridarti, caricatura schizofrenica dell’autorità.(Autorità: attorno a questa parola organizzo, da quando sei nato, convegni tanto pomposi quanto inconcludenti. Ciascuno dei relatori ha la mia faccia, è un’assemblea dei miei cocci intellettuali che cercano la perduta unità, ciascuno rinfacciando agli altri la loro insipienza. Titolo ideale di questa farraginosa convention dovrebbe essere: “Quante volte invece di mandarti a fare in culo avrei dovuto darti una carezza. Quante volte ti ho dato una carezza e invece avrei dovuto mandarti a fare in culo”.)

Sinceramente? Per quanto abbia apprezzate lo stile narrativo di Michele Serra, Gli sdraiati non mi è piaciuto. Forse mi aspettavo qualcosa in più, forse una minima reazione da parte del figlio, cosa che non avviene affatto.

Pubblicato da VALERIA POLVERINO


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