Ieri, data l’assenza di impegni, avevo deciso che la giornata di oggi l’avrei dedicata alla scrittura, nel tentativo di rimettermi in pari con gli articoli da consegnare. Sono rimasto, però, almeno un’ora a letto a smarmottare, ignorando la sveglia che, posizionata strategicamente dall’altra parte della stanza, suonava ad intermittenza. In parte perché sapevo che a casa non c’era caffè, e la prospettiva di dover scendere al bar mi allettava quanto una colonscopia, in parte perché una strana sensazione mi avvolgeva, trattenendomi al materasso. Una sensazione che non si può definire né pigrizia né malumore. Una sorta di progressiva malinconia che si intensificava mano a mano che prendevo coscienza. Adesso, non ricordo più se si trattasse di un sogno o se invece erano proiezioni in dormiveglia, ma tornai con la mente a Venezia. La mia prima volta al festival. Attraverso il Gran Viale, che si srotola dal porto con i suoi marciapiedi larghi, le sue boutique e i suoi stand gonfi di materassini, racchettoni e asciugamani colorati, e le stradine cominciano ad animarsi. È difficile spiegare la vena di innocua follia che solca le giornate festivaliere.
Si vive fuori dal mondo. Ci si adatta ad un ritmo nuovo, lasciando a casa i problemi e le preoccupazioni: i biglietti da visita si accumulano nel portafoglio e la mente si riempie di promesse, input, sorrisi e dimenticabili dibattiti portati avanti, sul momento, con sentito vigore. Ho la conferma di essere a pochi metri dalla mia destinazione, dato il numero di persone che inizio a notare con accredito dondolante sul petto o con a tracollo la borsa ufficiale del festival che viene consegnata, insieme al catalogo, ad ogni giornalista. Su di essa il simbolo del leone di San Marco e il logo della 65ma edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. È il primo settembre e tutto sta per avere inizio. I primi giorni passano veloci. Il tappeto rosso bordeaux che ricopre la scalinata interna del Palazzo del Cinema, che si annerisce d’impronte; i pressbook che si accumulano disordinatamente sopra gli armadietti metallici dei giornalisti; i camerieri nella zona bar che, riconoscendomi, mi sorridono. Sono le piccole cose che mi segnalano lo scorrere veloce del tempo, preso da quel gioco assurdo, mentre cerco di mantenere il ritmo e di integrarmi con quella popolazione nomade. Quando esco dalla Sala Grande è già arrivato l’imbrunire.
È sempre un pò uno shock uscire e rigettarsi nella mischia, ma è anche quello che più amo, quando le sensazioni ed emozioni dei film si mischiano alle suggestioni del posto; quando ti immergi nel buio della sala ed esci con il sole in faccia o, al contrario, con i lampioni di ferro battuto illuminati che si sdoppiano sulla superficie dei canali. Non trovo più Luigi, con cui sono entrato, ma va bene così: ho bisogno di perdermi per un pò. Dovrei andare in sala stampa, sono rimasto indietro con la lista di film da recensire, e, invece, mi avvio verso il terrazzo. Chi va di fretta insinuandosi nei flussi tentacolari che si ramificano dai vari ingressi delle sale; chi passeggia guardandosi intorno come un turista; chi si parcheggia in gruppo parlottando del film, dell’intervista, del personaggio. Chi urla, chi corre, chi saluta un po’ tutti come se avesse appena fatto ingresso in un club mediterranee, chi, con ostentata non-calanche, magari dietro gli occhiali da sole, spizza gli accrediti cercando il pezzo grosso. Mi posiziono su una delle poltroncine bianche e in quel momento mi arriva un messaggio di Manlio che mi informa che è riuscito a rimediarmi un biglietto per la prima di quella sera. Non rispondo ed appoggio la testa sul cuscino. Il cielo è ricoperto da una strana patina e mi ci vuole un attimo per capire che sono gli occhiali da sole. Ogni tanto qualcuno sembra riconoscermi e me lo fa capire con un cenno del capo; io saluto, ma non mi sembra che quei visi sorridenti siano famigliari. La folla, d’un tratto smette di tenermi compagnia, non non più dei quadri appesi al muro in un museo di ritratti.
Alzo il volume dell’ipod e la voce di Dave Gahan mi taglia fuori dal brusio che mi circonda. Mi perdo nelle nuvole gelatinose ed arancioni che lentamente si muovono sopra tutti noi. È una solitudine tutta speciale quella che può prenderti, all’improvviso, ad un festival del cinema. La sera prima mi aveva chiamato un’amica che mi chiedeva se riuscivo a farle avere l’accredito gratuito per il Festival del Cinema di Roma. Ecco. Tutto è chiaro. In effetti, le settimane che conducono al Festival mi gettano addosso sempre un velo di malinconia. La capitale che lentamente, ma inesorabilmente, viene tappezzata di manifesti, i post su Facebook, gli amici che battono accrediti, tutti che si preparano. Rimango sul letto a quattro di spade come una versione smunta dell’uomo vitruviano. “Porca puttana”. Mormoro, ripensando a come verrà gestito il traffico in quelle giornate. Marino avrà uno dei suoi simpaticissimi ictus mentre, davanti alla mappatura di Roma, decide come gestire la situazione traffico.
Il Festival del film di Roma (adesso si chiama così) ormai è sulla bocca di tutti. Ma il mormorio era già iniziato da quando il consiglio d’amministrazione aveva approvato, tra mille illazioni e micro-colpi di scena, il bilancio per questa edizione. Sarà l’ottava e la seconda della gestione Muller, dopo la sostituzione di Piera Detassis e le conseguenti dimissioni del presidente della Fondazione Roma per il Cinema, Gian Luigi Rondi. Personalmente la cosa che più mi inquieta è il fatto che Muller assomigli sempre di più a Gastone Moschin vestito da prete, ma la cosa che sembra aver preoccupato i più sono le decisioni prese dal direttore. Il più grande cambiamento nella piattaforma del festival sarà la (quasi) totale eliminazione delle prime mondiali, che molti considerano un bel passo indietro rispetto all’edizione 2012. Un’edizione più glamour, a detta dei suoi organizzatori. Padre Muller, infatti, ha definito l’edizione, che avrà inizio il 9 e terminerà il 17 Novembre, un “Festival Festa”. Ah ganzissimo! Daje! E mentre Padre Moschin benedice le sale, strappone in tanga e Pina colada per tutti! E’ così che ci si diverte al Festival Festa!! All’entrata un’amazzone consegnerà una collana di fiori a tutti i giornalisti, mentre sul tappeto rosso un tripudio di anche ed enormi booty si muoveranno al ritmo de Mio amigo Charlie Brown.
L’Atac al posto dei normali autobus, per una settimana, metterà a disposizione i party-bus a due piani. Così anche tu, vecchia rompicoglioni che ancora non hai capito come si usa l’obliteratrice, puoi sentirti parte del Festival Festa!! Quindi sbrigati! Alza la cornetta, Mondial Casa ti aspetta! No, no, questo non c’entra un picchio, ma non so, ci stava bene. Tornando a noi, va detto che è forte è il sostegno della regione, sottolineato dall’intervento dell’Assessore alla Cultura e allo Sport della Regione Lazio, Lidia Ravera: In un momento in cui le sale si svuotano e si moltiplicano, viceversa, le possibilità di poter fruire il cinema a casa o via internet, il festival rappresenta la possibilità di saper cogliere il godimento di una forma popolare, anche quando si reinventa il cinema, attraverso il rilancio dell’industria cinematografica italiana. Sono grata che il Festival di Roma nella sua ottava edizione riparta senza negare nessuna delle sue anime, perché forse l’identità è proprio quella di non distinguersi, bensì offrire tutte le proiezioni possibili, tenendo come unica bussola, come unico criterio che sia cinema, buon cinema.
“Festival Festa”, “solo buon cinema”, “glamour”. Tutte parole che non significano nulla e che non fanno che confermare quanto, con ogni anno che passa, questo evento non sembra trovare una ragione d’esistere. Muller sa perfettamente che un festival ha bisogno di un’identità precisa, sia nell’aspetto che nei contenuti, in forma e in sostanza, e nell’averla deve saper tirare su soldi, essere vetrina, mostrare nuovi talenti. Infatti con le modifiche strutturali che ha subito e il cambio di “look”, il festival sembra tornare, sempre di più, ad avere le fattezze della creatura voluta da Veltroni e Bettini nel 2006. Una sagra divertente, un tappeto rosso, populista quanto basta, un giocattolo per tutti, grandi e piccini. Alcuni mi potrebbero dire: “Ma perché devi rompere le balle? Perché no? È divertente, si vedono film, magari alcuni anche belli e si possono incontrare persone interessanti. Che fastidio ti dà?” Vero. Verissimo. Ma…ma di ragioni me ne vengono in mente undici. Undici milioni per l’esattezza. Il bilancio per il festival, edizione 2013, è infatti di circa 11 milioni di euro (ma c’è chi sostiene che la cifra sia anche più alta), 6 dei quali in arrivo dagli enti pubblici (Regione, Provincia, Comune, Camera di commercio); tra i 2 ed i 3 milioni di euro arriverebbero da “contributi in natura”, come l’uso degli spazi dell’Auditorium Parco della Musica. Per raggiungere la cifra totale si confida negli sponsor e nel contributo del MiBAC. L’attesa dal ministero è di almeno quattrocentomila euro. Stando a varie fonti, più o meno ufficiali (ma avere cifre chiare sembra impossibile, cosa folle, dato che si parla di soldi dei contribuenti), il festival l’anno scorso avrebbe chiuso con una perdita di due milioni, cosa poi prontamente smentita dal presidente Paolo Ferrari. Tutte belle cifre per un festival che dovrebbe essere di punta, nel panorama italiano.Perché questo accanimento terapeutico (leggersi politico) su questo evento che non decolla (anche chi lo difende non può negarlo)? Il ‘perché?’ si fa ancor più grande quando si pensa che questo festival/festa/festival-festa doveva, nelle intenzioni ufficiali, dare nuova linfa alla pseudo-industria cinematografica nostrana, festeggiandola e mostrandola. Mettendo da parte i perché e i per come, siamo tutti d’accordo che il cinema italiano continua sulla sua scia di crisi (e continuerà finché non verranno fatte delle leggi in merito). Se poi ci aggiungiamo il recente smantellamento di Cinecittà, allora la domanda sorge spontanea, con ancora più violenza: perché? Undici milioni di perché? Ora, prima di chiudere questo deprimente numero di Sgorbions, vi lascio con una lista. Questi qua sotto sono i festival italiani, di cinema ovviamente. Mancano le cerimonie come il Telegatto e i David, naturalmente. A questa lista se ne potrebbero aggiungere svariati: Joe D’Amato Horror Film Festival, TOHorror, Fantasy Horror Awards di Orvieto, Italian Horror Fest di Nettuno, Festival di Anguillara, tanto per citarne qualcun altro. Da notare quanti di più ne sono nati negli ultimi quindici anni, rispetto ai decenni precedenti. Inoltre, tutti, o quasi, finanziati da comuni, regioni. Insomma dallo stato. Qualcuno dedicato ai corti, ma pochi tutto sommato. Ne abbiamo molti più della Gran Bretagna, ad esempio. Sicuramente questo vuol dire che amiamo di più il cinema. Sicuramente sarà così.
Tanti soldi, tanti per un paese in crisi. Prima che qualcuno alzi la voce per rimproverarmi e dirmi “…è cultura! La cultura si deve preservare e difendere sempre!” rispondo: “Questa non è cultura, anzi è peggio, è non-cultura. Questo è come un negozio che ha più vetrine che prodotti da vendere”. Come dicevo prima, è tutta speciale la solitudine che si prova ad un festival del cinema, soprattutto quando esso è uno specchietto per le allodole…
1. Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia (1932)
2. Festival del Cinema di Salerno (1946)
3. Filmvideo Festival internazionale del Cinema (Montecatini, 1949)
4. Valdarno Cinema FEDIC (San Giovanni Valdarno, 1949)
5. Festival internazionale film della montagna di Trento (1952)
6. Taormina Film Fest (1955)
7. Festival dei Popoli (Firenze, 1959)
8. Laceno d’Oro Festival del cinema neorealista (Avellino, 1959)
9. Mostra Internazionale del Cinema Libero (Porretta Terme, Bologna, 1960-1980)
10. Mostra internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro (1964)
11. Opere Nuove – Festival nazionale del Film Corto (Bolzano, 1968)
12. Schermi d’amore (Verona, 1969)
13. Giffoni Film Festival (1971)
14. Premi internazionali Flaiano (Pescara, 1974)
15. Festival del Cinema Africano di Verona (Verona, 1980)
16. Filmmaker Doc (Milano, 1980)
17. MystFest (Cattolica, 1980 – 2000)
18. Fantafestival (Roma, 1981)
19. Torino Film Festival (1982)
20. Bergamo Film Meeting (1982)
21. Le Giornate del Cinema Muto – Pordenone Silent Film Festival (1982)
22. Bellaria Film Festival (1983)
23. Sulmona Cinema Film Festival (1983)
24. Europa Cinema (Rimini, Bari, Viareggio, 1984)
25. Festival del Cinema Latino Americano, Trieste, 1985
26. France Cinéma (Firenze, 1986)
27. Il cinema ritrovato (Bologna, 1986)
28. Torino GLBT Film Festival – Da Sodoma a Hollywood (1986)
29. Alpe Adria Cinema (Trieste, 1988)
30. Fano International Film Festival (Fano, 1988)
31. Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico di Rovereto (1990)
32. Courmayeur Noir in festival (1991)
33. Festival del cinema africano, d’Asia e America Latina di Milano (1991)
34. Visionaria (1991)
35. Ozu Film Festival, festival internazionale del cortometraggio (1993)
36. Sguardi Altrove Film Festival (Milano, 1993)
37. Arcipelago – Festival Internazionale di Cortometraggi e Nuove Immagini (Roma, 1993)
38. Leggio d’oro (1994)
39. Festival Internazionale Cinema delle Donne (Torino, 1994)
40. MedFilm Festival (Roma, 1995)
41. Premio nazionale per il cortometraggio sociale Nickelodeon (Spoleto, 1995)
42. Cartoons on the Bay (Costiera amalfitana, 1995)
43. Festival Internazionale del Cortometraggio di Siena (Siena, 1996)
44. Festival internazionale di cinema gay (Milano, 1996)
45. Milano Film Festival (1996)
46. Festival del Doppiaggio Voci nell’Ombra (Finale Ligure, 1996)
47. Arrivano i Corti Short Film Festival (Lazio, 1997)
48. Festival ToniCorti (Padova, 1997)
49. Napoli Film Festival (Napoli, 1997)
50. XXI Secolo-Festival Europeo del Cinema di Reggio Calabria (1998-2000)
51. Cervino Cinemountain (1998)
52. Festival Cinemambiente (Torino, 1998)
53. Immagini di Notte (Albino, 1998)
54. Genova Film Festival (Genova, 1998)
55. Corti da Sogni Short Film Festival (Ravenna, 1998)
56. Festival Intercomunale del Cinema Amatoriale (Brescia, 1999)
57. Far East Film Festival (Udine, 1999)
58. Future Film Festival (Bologna, 1999)
59. Lucania Film Festival (Matera, 1999)
60. Science Plus Fiction (Trieste, 1963 – 1982, poi 2000)
61. Festival del Cinema all’Aperto “Accordi @ DISACCORDI” (Napoli, 2000)
62. Maremetraggio – Festival Internazionale del Cortometraggio (Trieste, 2000)
63. Circuito Off Venice International Short Film Festival (Venezia, 2000)
64. Festival del Cinema di Frontiera (Marzamemi, 2000)
65. BiancoFilmFestival (2001)
66. Infinity Festival (Alba, 2001)
67. Premio Mario Camerini, migliore canzone da film (Castelbellino, 2001)
68. Festival Internazionale del Cinema d’Arte (Bergamo, 2001)
69. Festival del cinema indipendente (Foggia, 2001)
70. AsoloArtFilmFestival (2001)
71. Festival del Cinema di Porretta Terme (Porretta Terme, 2002)
72. Tekfestival. Ai confini del mondo… dentro l’Occidente (Roma, 2002)
73. Magma, mostra internazionale di cinema breve (Acireale, 2002)
74. Euganea Movie Movement (Monselice, 2002)
75. Reggio Film Festival (Reggio Emilia, 2002)
76. Trailers FilmFest (Catania, 2003)
77. Imaginaria Film Festival (Conversano, 2003)
78. Ischia Film Festival (2003)
79. Kimera Film Festival (Termoli e Campobasso, 2003)
80. B.A. Film Festival (Busto Arsizio, 2003)
81. Salento finibus terrae festival (San Vito dei Normanni, 2003)
82. Samsung Korea Film Fest (Firenze, 2003)
83. Cinemadamare, il più grande raduno di film-maker (2003)
84. Guerre & Pace FilmFest (Nettuno, 2003)
85. Ravenna Nightmare Film Fest (2003)
86. Festival internazionale di cortometraggi Jalari in corto (2003)
87. Mostra internazionale del cinema indipendente di Celle Ligure (2003)
88. A Corto di Donne (Pozzuoli, 2004).
89. Festival Pontino del Cortometraggio (2004)
90. Food in Film Festival (Langhe, 2004)
91. Cortometraggi – Festival Internazionale di Roma (Roma, 2004)
92. Salento International Film Festival (Tricase, 2004).
93. No Words – International Shortfilm Festival (Bolzano, 2004)
94. Sedicicorto – International Film Festival Forlì (Forlì, 2004)
95. Lago Film Fest (Lago di Revine Lago, 2005)
96. Dieciminuti Film Festival (Ceccano, 2005)
97. EcoVision Festival (Palermo, 2005)
98. Biografilm Festival – International Celebration of Lives (Bologna, 2005)
99. Volcano Film Festival (2005)
100. Io, Isabella International film week (Basilicata, 2005)
101. Il gusto del cinema italiano (2005)
102. Reggio Calabria Film Fest (2005)
103. Les Petites Lumiere (Marcianise, 2005)
104. Salus Film Festival (Terni, 2005)
105. CINEMA. Festa Internazionale di Roma (2006)
106. CortoFonino Film Festival Terni, (2006)
107. Visioni Fuori Raccordo Film Festival (Roma, 2006)
108. Milazzo Film Festival (2006)
109. Un film per la pace (Medea-Gorizia, 2006)
110. Premio Nazionale Bernardino Zapponi per cortometraggi (Piedimonte Matese, 2006)
111. Pentedattilo International Short Film Festival (Reggio Calabria, Pentedattilo, 2006)
112. CapriArt, Festival della Diversità (2007)
113. VideoFestival Città di Imperia (Imperia, 2007)
114. Alabarda d’oro (Premio “Città di Trieste”, 2007)
115. Abstracta cinema (2006)
116. Est Film Festival (Montefiascone, 2007)
117. FilmFestival del Garda (Salò – Lago di Garda, 2007)
118. I’ve Seen Films – Festival internazionale del cortometraggio, 2008
119. Margherita Short Movies Fest – Festival Internazionale del Cortometraggio, (2008)
120. Acquedolci Independent Film Festival (AIFF) – Concorso internazionale per cortometraggi indipendenti, (2008)
121. Epizephiry International Film Festival (2007)
122. Omovies – Festival del Cinema Omosessuale (2008)
123. Primo Festival del Cinema in Macchina (2009)
124. Maratea International Film Festival (2009)
125. IMMaginario Festival (2009)
126. Lampedusa In Festival – L’incontro con l’Altro (2009)
127. Bif&st Bari International Film Festival (2009)
128. VIEW Fest Digital Cinema (2010)
129. Floridia Film Fest, Siracusa (2010)
130. Golfo dei poeti film festival, (Lerici, 2010) – Concorso Internazionale del Cortometraggio
131. Social World Film Festival (2011)
132. tolfashortfilmfest, (Tolfa, Roma 2012) – Festival Internazionale del cortometraggio e del Documentario
Eugenio Ercolani