Non sto parlando di calcio e del fenomenale Barcellona di Pep Guardiola, che solo un paio di giorni fa ha umiliato i Brasiliani del Santos nella finale della coppa intercontinentale, ma del governo presieduto dal prossimo, sarà nominato domani, primo ministro Mariano Rajoy, succeduto all'ex profeta della rivoluzione gentile Josè Luis Zapatero, che di fronte all'evidenza del proprio fallimento ha almeno preferito farsi da parte e lasciar decidere del destino del paese al suo elettorato, predisponendo le prossime elezioni anticipate per il mese di Novembre, poi vinte appunto dal partito popolare di Rajoy.
Una scelta, quella di Zapatero, che piacque subito ai mercati, che infatti lasciarono da allora i titoli di stato spagnoli abbastanza tranquilli, accanendosi invece contro quelli di un'Italia in prenda alle incertezze del futuro politico, finanziario ed economico infine affidato al governo "tecnico" di Mario Monti.
Proprio ieri il nuovo governo spagnolo ha presentato il suo piano per uscire dalla crisi e anche oggi i mercati hanno immediatamente reagito positivamente davanti alle proposte del primo ministro Rajoy, che sostanzialmente si possono sintetizzare in questo modo: corposi tagli alla spesa pubblica e niente tasse.
I rendimenti dei Bonos spagnoli sono stamattina subito calati a un rendimento medio del 1,735% dal precedente 5,11% di del mese di Novembre, grazie a massicci acquisti di investitori evidentemente soddisfatti della manovra governativa e convinti che la Spagna abbia intrapreso il giusto cammino sulla strada del risanamento. Positivi anche i riflessi su tutto il panorama finanziario europeo, con le borse che salgono e i gli spread sui titoli di stato che scendono (in questo momento i btp decennali sono a 471 punti rispetto ai bund).
Ci sarebbe di che pensare, di fronte a quanto fatto dagli spagnoli e alla reazione dei mercati, e magari qualcuno a Palazzo Chigi lo starà pure facendo, ma mi appare difficile immaginare che si posa pure sperare che chi di dovere abbia l'umiltà di ammettere che gli altri si stanno muovendo meglio, cercando di rimettere a posto i bilanci pubblici senza tartassare i cittadini e spingere il paese verso la recessione economica, ma sono purtroppo consapevole che sono troppo forti gli interessi in gioco e i poteri che li stanno muovendo.
Rassegnarsi a diventare l'ultima ruota del carro europeo è triste, ma seguire la strada del risanamento indicataci dal Fmi e dalla Bce non può che condurci a quello, con buona pace di tutti.
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