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Gli speciali: miriam formenti, scrittrice per caso

Creato il 31 agosto 2010 da Alessandraz @RedazioneDiario
Cari lettori,
oggi ho il piacere di parlarvi di una scrittrice italiane di romanzi storici e contemporanei ovvero Miriam Formenti, conosciuta anche con gli pseudonimi di Myriam Hatley ed Eliza Wilkins. Adesso scrive racconti per varie riviste ma sono sicura che presto tornerà a scrivere Romanzi Storici come lale origini, perchè dopo il suo romanzo che ho letto se non tornasse a scriverli sarebbe una gran perdita. In occasione infatti dello Speciale Romance mi sto leggendo tutte le autrici italiane, così le conoscerete bene anche voi.
Ricordo che se commenterete potrete essere i fortunati vincitori del romanzo introvabile "Un uomo da odiare" gentilmente messo a disposizione dall'autrice Miriam Formenti.
Bibliografia dell'autrice: QUI
GLI SPECIALI: MIRIAM FORMENTI, SCRITTRICE PER CASOTrama:
Italia 1351
Viola "dai capelli di luna" fugge disperata per non sottoporsi a un matrimonio umiliante quanto forzato. Mentre vaga per le strade di Desenzano incontra un mercenario molto attraente, ma non sa che l'uomo è un nemico della sua famiglia e che farà di tutto per riprendersi ciò che gli è stato sottratto dai parenti di Viola alcuni anni prima. Da un atto d'amore consumato in una taverna nascerà per Viola qualcosa di nuovo ed esaltante assieme...
La mia opinione: Quando l'orgoglio supera l'amore la rovina è inevitabile. Un sentimento perduto a causa di un'incomprensione dettata dal proprio crudo egoismo che porta al disfacimento di due vite, ora separate che andranno incontro a 2 destini opposti ma inevitabilmente infelici.
Il loro incontro era stato dettato dalla casualità: lei in fuga da un matrimonio di convenienza, lui un mercenario in cerca di vendetta. In una fredda notte i loro destini si intrecciano all'ombra di un'unione forzata. Quella notte però resterà stampata a fuoco nella memoria, perchè nonostante sia stato per entrambi un interludio da dimenticare, sia Viola che Francesco nelle loro intimità si lasciano cullare dal ricordo dell'altro fino al loro prossimo incontro.
Viola nonostante la violenza subita si riscopre a ripensare a quell'attraente mercenario e quando lo rincontra non può che constatare che l'attrazione tra loro è palpabile. Il suo corpo, da poco iniziato ai piaceri dell'amore, non vuole sentire ragioni: l'attrazione tra loro era un fuoco troppo ardente per essere spento. E' un continuo contrasto tra ragione e sentimento, nel quale il corpo brava il desiderio mentre la mente cerca di sfuggirgli. Il suo carattere ardito però non le permettere di sottostare a quell'uomo egoista e scontroso e il suo orgoglio di donna le riempio l'animo di risentimento. Prede facili dell'incomprensione e delle loro ripicche entrambi prenderanno strade diverse, forse destinate a non incrociarsi mai più.
Non piangevo come una disperata dai tempi di Orgoglio e Pregiudizio e Capelli di Luna mi ha fatto riscoprire quelle forti emozioni sopite da tempo che riescono a farmi letteralmente capitolare. Questo è un romanzo che come pochi rispecchia il coraggio e la forza d'animo di una donna che mai si è data per vinta e che mai si è abbandonata alla disperazione di una vita fatta di continue perdite e disagi. Viola subisce violenze ripetute al suo corpo, viene trattata da schiava e prostituta, usata per i giochi perversi del marito e vittima delle mire di una donna anziana pronta ad ucciderla. La vita non le ha fatto sconti ma nonostante questo il suo coraggio e la sua nobiltà d'animo non si sono smussati, è rimasta una moglie devota, una madre amorevole e sempre ha amato l'uomo che le aveva distrutto la vita ma che le aveva fatto conoscere nonostante tutto l'amore incondizionato per qualcuno, nonostante a suo pensare non fosse ricambiato. La sua storia è come un sofferto mosaico che compone gran parte della sua ritrovata vita di donna, in quegli anni di sofferenza dopo essere fuggita da Francesco. Tante le emozioni che mi hanno legata a questo romanzo, che mi hanno fatta piangere fino a dover smettere per qualche minuto la lettura perchè avevo gli occhi offuscati dalle lacrime. Ho sofferto con la protagonista, ho gioito con lei nel suo piccolo e ho amato colui per cui lei ha così tanto sofferto. MI ha fatto sussultare il cuore e mancare un battito la scena finale, testimone di quanto l'amore per una persona possa essere grande e possa essere dimostrato non solo con baci e carezze.
Un romanzo malinconico, che dipinge le asprezze della vita come le gioie dell'amore in un connubio fantastico. Nonostante siano passati anni dalla sua pubblicazione in mondadori sarebbe bellissimo che ci fosse una ristampa perchè merita davvero.
GLI SPECIALI: MIRIAM FORMENTI, SCRITTRICE PER CASOINTERVISTA ALL'AUTRICE
Ciao Miriam, benvenuta nel mio blog Diario di Pensieri Persi. E' un piacere per me poterti ospitare. Ti va di presentarti ai lettori?
Ciao. Risponderò con piacere.
Come sei diventata una scrittrice? Quando hai capito che questa tua passione poteva diventare qualcosa di più?
Non avevo mai sognato, e in realtà nemmeno pensato di diventare una scrittrice. La fantasia era sempre al galoppo, ma mai avevo messo su carta quello che passava nella mia mente. E infatti ho cominciato a scrivere quasi per gioco. Premetto che in un certo periodo della mia vita, grossomodo intorno ai trentaquattro anni, trentacinque anni, avevo cominciato a esercitare la mia fantasia anche in un altro modo: ogni volta che leggevo un libro che mi piaceva mi trovavo sempre più spesso a chiedermi cosa avrei scritto io al posto dell’autrice riguardo a determinate situazioni che, magari, non mi avevano convinta. Chiarisco che non si trattava di presunzione. Come ogni lettrice sa, infatti, è quasi impossibile trovare il romanzo perfetto. Il giorno in cui ho provato per la prima volta a scrivere, non avevo niente da fare; strano devo aggiungere, dal momento che avevo un lavoro, un marito e due figlie piccole. E fantasticando su un libro appena chiuso, all’improvviso mi ero chiesta perché perdevo tempo a pensare a quello che avrei cambiato di un libro già pubblicato quando potevo tentare di crearne uno tutto mio. Potevo inventarmi i personaggi che mi piacevano di più e potevo farli vivere dove volevo; a Sidney , a Milano o a New York. Potevo farli odiare e amare pazzamente. Insomma, potevo scrivere il mio romanzo ideale che, s’intende, qualcun altro, probabilmente, non avrebbe trovato perfetto. Quel giorno per me è stato un gioco che poteva finire ventiquattro ore dopo; ma mentre abbozzavo le prime pagine del mio primo romanzo mi sono resa conto che aveva voglia di continuare, e che il gioco stava diventando una passione.
Cosa ti piace dell'essere una scrittrice? Quali sono i pregi e i difetti di questo mestiere?
Certamente mi piace perché posso gestire senza problemi la mia vita. Mi alzo quando voglio, inizio a lavorare quando mi fa comodo, e se devo occuparmi di qualcosa che riguarda la mia famiglia o divertirmi a fare shopping non devo chiedere permessi a nessuno. I difetti… trascinare avanti un lavoro con troppa calma, dal momento che non c’è nessuno che pungola. E potrei parlare di entrate finanziare non sempre sicure, poiché tutto dipende dal tempo che ci si mette a scrivere un romanzo o anche solo un racconto.
Cosa ne pensi di chi reputa la letteratura rosa come di serie b?
Perché il romance debba essere considerato di serie b, se non di serie c, qualche volta, non lo capisco. Hanno rivalutato tutto: la fantascienza, per esempio (quarant’anni fa ti ridevano in faccia se dicevi che credevi che la terra non fosse un pianetino solitario nell’universo). Il giallo; e non voglio parlare di altri generi perché divento rossa. Ma di rabbia. La letteratura rosa no. Fa poco chic. Speriamo tuttavia che le cose cambino.
Da un pò di anni ti sei dedicata ai racconti per alcune riviste abbandonando i romanzi storici. Pensi di scriverne ancora qualcuno?
Sì. Ne sto terminando uno, e nella mia mente ne sta prendendo vita un altro.
Cosa stai scrivendo in questo periodo?
Isabella per sempre. Un romance ambientato nel Rinascimento fra il 1493 e il 1496. Doveva essere ‘95 ma proprio ieri ho pensato a un finale che mi porta in quell’anno. Non so quando uscirà questa intervista, ma in quel periodo potrei averlo già finito.
Parlaci del tuo processo creativo. Cosa fai mentre scrivi?
Guarda, mentre scrivo mi distraggo facilmente. Deve essere anche per il fatto che la mia postazione di lavoro è vicinissima al frigorifero. A parte gli scherzi, non essendo chiusa in un eremo è normale che risponda alle telefonate, o chiacchieri con un’amica che magari fa un salto a trovarmi. Anche Facebook mi distrae, ma è divertente. In quanto al mio processo creativo, di solito parto da un’idea qualsiasi. Se si tratta di racconti, magari da una frase detta dalle mie figlie, oppure da qualcosa che sento per strada. Mi creo una scaletta nella mente e poi comincio a scrivere.
Per i romance il discorso è diverso. Nata l’idea, essendo molto più lunghi devo preparare una scaletta di parecchie pagine. Dopo averla scritta vado avanti capitolo per capitolo. Non sono capace di scrivere tutto il romanzo senza correggere, pensando di farlo con la prima e poi con una seconda e la terza stesura. Io mi faccio già tutte le stesure capitolo per capitolo, altrimenti non riesco ad andare avanti. Ci ho provato, naturalmente, mi sembrava persino più logico scrivere tutto quanto per poi lavorarci sopra; ma ho come un grillo parlante nella testa che mi dice che devo assolutamente tornare indietro. Devo dire che, poi, quando metto la parola fine il romanzo è davvero finito.
Tra i tuoi romanzi pubblicati quale vorresti fosse ristampato?
Sinceramente entrambi i romance pubblicati con Mondadori: Un uomo da odiare e Capelli di luna.
Parlaci di Capelli di Luna. Da dove hai preso l'ispirazione per scrivere questo romanzo? Come mai hai scelto come periodo storico il XIV secolo?
Volevo scrivere qualcosa ambientato nel Medioevo, che resta il mio periodo preferito; e leggendo un bel libro di mio padre, che trattava la storia della mia città natale, Brescia, ho trovato un pezzo interessante sulla storia della riva bresciana del Garda, sempre contesa da Milano e da Venezia. Leggendo delle continue scaramucce fra le due città ho pensato che su quel lago poteva nascere una bella storia d’ amore, di odio e di vendetta.
Capelli di luna è un romanzo molto toccante che dopo la metà mi ha fatto piangere tutte le lacrime che avevo in corpo. Viola è una donna forte e coraggiosa, con un grande carattere. Anche se all'inizio commette un errore di valutazione con Francesco è anche vero che non ha avuto vita facile durante il suo percorso. Ha avuto un marito con cui ha sofferto molto, è stata più volte abusata, per il benessere di suo figlio si è concessa ed è riuscita a sopravvivere nelle condizioni più misere. Come è nato questo personaggio? Nel suo carattere si può dire che ti rispecchi? Già all’inizio avevo destinato Viola a una vita un po’ grama pensando naturalmente al suo fulgido futuro. Non immaginavo, tuttavia, di fargliene passare così tante. Il romanzo scorre nell’arco di sei anni e lei cresce a poco a poco. La mia sensazione, ma è quello che pensano anche altre scrittrici riguardo ai loro personaggi, è che Viola abbia preso vita, e che le abbia volute prendere proprio tutte le tegole che io le ho fatto cadere in testa. Di certo è coraggiosa e orgogliosa, e non accetta nulla di quello che le viene imposto, a meno che non ritenga non ci sia altra soluzione. S’intende per il bene di chi le sta vicino, non per il suo.
Sì, direi che mi rispecchia, anche se io le tegole cerco di scansarle.
Parlaci di un uomo da odiare. Da dove hai preso l'ispirazione per scrivere questo romanzo?
Potrei dire dai ricordi di quanto ho studiato a scuola. Mi ha sempre affascinato il dodicesimo secolo. Mi attraeva l’idea di scrivere qualcosa sulla Lega Lombarda e il Barbarossa. Tuttavia avevo infine scartato il periodo relativo al famoso giuramento di Pontida. Milano era stata rasa al suolo, i suoi abitanti era stati privati di tutto e io non volevo i miei protagonisti alla fame. Per quello ho scelto di far vivere i mie personaggi una ventina d’anni prima. Periodo in cui il giovane Barbarossa faceva comunque il bello e il cattivo tempo.
Tra i romanzi che hai scritto a quale ti senti più legata? Per quale motivo?
Sicuramente a Un uomo da odiare, forse perché è stato il primo romance storico. Ha avuto anche una storia tormentata. All’inizio era nato per la collana Rose Blu, che purtroppo era stata sospesa dopo la consegna del romanzo. Dovendo giocoforza aspettare l’evolversi della situazione, dal momento che avevo un contratto in mano, avevo cominciato a scrivere Capelli di luna e alcuni racconti per Confidenze. Saputo infine che la collana sarebbe stata chiusa definitivamente, liberata da quel contratto ho potuto lavorarci sopra per allungarlo, adattandolo alle esigenze della Mondadori, che nel frattempo mi aveva pubblicato Capelli di luna.
E finalmente ha visto l’inchiostro della stampa.
Quali sono i tuoi progetti futuri? Ci puoi dare qualche anticipazione?
Dopo Isabella per sempre, che spero tanto di pubblicare, ho in mente un romanzo ambientato nel periodo del Risorgimento. Si sta festeggiando l’Unità d’Italia e io vorrei farlo a modo mio. Tuttavia, le idee vanno e vengono. Sono affascinata, per esempio, dal XVIII secolo: facili costumi, duelli, abiti stupendi per le signore e straordinariamente sexy per gli uomini.
Hai blog o siti dove possiamo seguirti?
Sì. Ho appena creato un sito, dove chiunque potrà entrare. www.miriamformenti.altervista.org/
Questa era l'ultima domanda. Grazie Miriam per averci fatto compagnia. Vuoi aggiungere qualcosa prima di salutarci?
Nulla, se non ringraziarti per il tuo interesse e per la cura che hai avuto nella scelta delle domande da farmi . Ringrazio anche con affetto le lettrici che avranno la pazienza di leggermi.

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