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Gli Stati Nazionali: fine dell’Impero Carolingio, il feudalesimo, la nascita della Francia

Creato il 15 agosto 2013 da Candidonews @Candidonews

Gli Stati Nazionali: fine dell’Impero Carolingio, il feudalesimo, la nascita della Francia

Nel precedente numero abbiamo visto come dalla dissoluzione dell’Impero romano d’Occidente, via via era emerso il Regno dei Franchi poi ampliato sotto Carlo Magno nell’Impero Carolingio. L’Impero aveva ridato una parvenza di stabilità all’Europa, il tutto finì con la morte di Carlo e con la divisione dei territori tra i suoi figli:

Alla morte di Carlo Magno aspre lotte si scatenarono tra i suoi figli Ludovico I il Pio, cui era stata destinata l’Aquitania, Pipino, cui spettava l’Italia, e Carlo, erede della Germania. Morto Carlo prematuramente, Ludovico il Pio suddivise i suoi territori fra i tre figli: Lotario I, Pipino e Ludovico II il Germanico. Un quarto figlio, Carlo (Carlo II il Calvo), avuto dalla seconda moglie, rivendicava a sua volta parte dell’eredità paterna.

Il trattato di Verdun (843) stabilì una temporanea suddivisione dell’impero, che sancì alla fine la separazione del regno dei franchi occidentali, o Francia (della quale Carlo il Calvo fu il primo re), dal regno dei franchi orientali o Germania (che restò a Ludovico il Germanico). Delle divisioni interne della Francia approfittarono i vichinghi per compiere incursioni e razzie; nel 911 un grande esercito di normanni, guidato da Rollone, ottenne da re Carlo III il Semplice quel territorio nella bassa valle della Senna che divenne noto come ducato di Normandia.

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La suddivisione dell’Impero Carolingio tra i figli di Carlo Magno. Dal crollo dell’Impero nacque il feudalesimo con la suddivisione dei regni in piccoli e medi territori amministrati dai Signori Feudali.

Il crollo dell’Impero Carolingio favorì lo sviluppo dei ‘signori feudali’, nacquero cosi i ducati, i marchesati, le contee, i viscontadi ed i baronati e cioè piccoli e medi territori diretti da un ‘signore’ ed alle cui dipendenze vi erano una sottorete di categorie, dai vassalli ai servi della gleba:

Tra IX e X secolo l’Europa, che aveva conosciuto un momento di prosperità durante la nascita dell’Impero carolingio, era presto ripiombata nell’insicurezza e nella difficoltà indotta dalla mancanza di un potere centrale, causata da una vera e propria destrutturazione dell’organizzazione regia carolingia, senza garanzia della salvaguardia dei cittadini, il tutto aggravato dalle nuove incursioni di Normanni, Saraceni e Ungari.

In questo contesto nacque “dal basso” la richiesta di nuove strutture di potere che andassero a colmare spontaneamente quei vuoti di potere deferiti dalla lontana monarchia imperiale. Ne nacque così il fenomeno dell’incastellamento,[2] con la costruzione di insediamenti fortificati da cinte murarie, dove era presente la dimora del signore locale (“mastio“, “cassero” o torre), i magazzini delle derrate alimentari, degli strumenti di lavoro e delle armi, le abitazioni del personale e, attorno ad esso, le varie unità insediative e produttive. Le persone che gravitavano attorno al castello erano tutte legate da precisi rapporti di dipendenza al signore.

In questa fase storica si assistette al progressivo tramonto delle due Istituzioni che avevano ‘retto’ l’Europa dalla fine del dominio romano, ovvero l’Impero e la Chiesa. Il potere temporale e quello spiriturale persero potere rispetto alla formazione di istituzioni ‘locali’ unite dalla lingua comune, dalla somiglianza culturale, da tradizioni simili. Stavano per nascere le prime aggregazioni ‘nazionali’. Si trattava di monarchie che si consolidarono grazie a:

  • una serie di guerre espansionistiche
  • alla costituzione di un esercito permanente
  • alla creazione di un solido apparato burocratico
  • allo sviluppo di un sistema finanziario statale.

Tutte queste innovazioni poggiano su una base politica ben salda: l’alleanza fra il re e le classi sociali emergenti, e cioè la piccola e media nobiltà terriera e la borghesia, unite intorno al sovrano nella lotta contro l’aristocrazia e i suoi privilegi.

Riassumendo. Attorno al 900 d.c. il territorio francese era diviso in piccoli e medi domini controllati dai vari signori feudali. Il Regno dei Franchi era quindi una entità più formale che sostanziale tanto è vero che il Re doveva sottostare ai signori del feudo, ovvero la nobilità. L’inizio del cambiamento si ebbe con la fine della dinastia carolingia e l’inizio di quella Capetingia:

Alla morte di Luigi V, l’ultimo re carolingio (967-987), la nobiltà si rivolse a Ugo Capeto (figlio di Ugo il Grande, conte di Parigi), che si assicurò consenso distribuendo terre ai suoi elettori. Nonostante i nobili francesi non avessero intenzione di avallare la fondazione di una dinastia dei Capetingi, Ugo, con il sostegno della Chiesa, riuscì ad affermare la sua autorità e a far incoronare coreggente suo figlio Roberto II: i Capetingi si assicurarono la successione alla corona per discendenza maschile per oltre tre secoli (987-1328).

Dapprima la sottomissione ai principi feudali, poi la svolta con Guglielmo il Conquistatore e poi con Luigi VI, che sancì l’indipendenza dai nobili del territorio dell’Ile-de-France (la zona comprendente Parigi):

I primi sovrani capetingi rimasero sottomessi ai principi feudali: su di loro riuscì a imporsi, alla fine dell’XI secolo, Guglielmo il Conquistatore, duca di Normandia e vassallo del re Filippo I. Toccò al successore di Filippo, Luigi VI, consolidare definitivamente il potere nell’Ile-de-France, la regione al cui centro si trova Parigi, reprimendo sistematicamente l’opposizione feudale.

Va comunque precisato che, nei due secoli successivi, il Re dei Francesi continuò ad avere un potere limitato, il vero potere era gestito dai principi feudali, tra i quali vi erano ad esempio gli Angiò (con la dinastia Plantegeneta-angioina) che detenevano territori delle odierne Francia ed Inghilterra :

I plantageneti governarono nei secoli XII e XIII su un'area che si estendeva dai Pirenei all'Irlanda, comprendendo sia metà della Francia medievale che l'Inghilterra e l'Irlanda.

I plantageneti governarono nei secoli XII e XIII su un’area che si estendeva dai Pirenei all’Irlanda, comprendendo sia metà della Francia medievale che l’Inghilterra e l’Irlanda.

Occorre tuttavia sgombrare il campo da equivoci sulla natura di tale dominio. Nel sistema feudale tutti i grandi feudatari del regno sono tenuti all’omaggio nei confronti del sovrano. I vassalli più prestigiosi del re di Francia erano i sovrani di Angiò e d’Inghilterra.Questo cosiddettoImpero plantageneto aveva raggiunto dimensioni ragguardevoli, estendendosi dai Pirenei alla Scozia passando per l’Aquitania, l’Angiò, la Normandia e l’Inghilterra. Considerando i soli domini posti sotto la sua amministrazione diretta il re di Francia era più debole, ma in termini di vassallaggio si trovava effettivamente al vertice del potere feudale. Questa situazione divenne presto intollerabile per i sovrani anglo-angioini, tanto che il contrasto sfociò in non meno di due guerre dei cent’anni. Nonostante ciò, occorre chiarire che i re d’Inghilterra erano vassalli del re di Francia unicamente per i territori che da tale regno dipendevano. Erano invece gli unici signori del regno d’Inghilterra, semplice provincia dell’Impero plantageneto il cui cuore era nell’Angiò; i sovrani d’Inghilterra di questo periodo nascevano, trascorrevano la loro vita e venivano sepolti sul continente.

Gli eventi che cambiarono il volto dell’Europa, modernizzandola, arrivarono attorno al 1200, con la salita al trono del Re dei francesi di Filippo II:

Appena salito sul trono, Filippo II dovette fare i conti con una coalizione ostile che raggruppava la Champagne e la Fiandra, questione che venne risolta nel luglio 1185 con la firma del trattato di Boves. Ciò consentì a Filippo di dedicarsi interamente ai suoi obiettivi primari: la cacciata degli anglo-angioini dal territorio francese e la modernizzazione dello Stato. A quell’epoca, i rappresentanti dei Plantageneti (ovvero gli anglo-angioini) erano Riccardo Cuor di Leone e il fratello Giovanni Senzaterra. Il primo morì nel 1199 lasciando solo al potere il secondo, sul quale si addensarono le nubi di una ventilata invasione dell’Inghilterra (1213), destinata a non avere seguito.

Riccardo Cuor di Leone e Giovanni Senzaterra, val la pena ricordarlo, erano i figli di Eleonora d’Aquitania, la donna ‘due volte Regina’, personaggio già visto in un numero di Viaggi nella Storia:

La duchessa, sovrana del Regno francese di Aquitania, fu dapprima moglie di Luigi VII Re di Francia, poi si separò e sposò il futuro Re d’Inghilterra, Enrico II. Madre di Riccardo Cuor di Leone e di Giovanni Senza Terra, Eleonora ha rappresentato un simbolo della potenza femminile in un periodo, il Medioevo, in cui alle donne era concesso ben poco spazio.

Ed eccoci arrivati alla battaglia cruciale, quella che modificò il volto del Continente per i secoli successivi. Una battaglia che vide coinvolto il Re d’Inghilterra Giovanni Senzaterra (i cui territori si estendevano anche in alcuni possedimenti francesi) alleato ad Ottone IV, sovrano del Sacro Romano Impero (ovvero la parte germanica del disciolto Impero Carolingio, ora unita nella figura di un Imperatore) contro il Re di Francia Filippo II, quest’ultimo intenzionato a cacciare ‘gli inglesi’ dai territori francesi. Chi vinse? questo l’epilogo:

Benché in posizione di debolezza, Giovanni tentò di reagire formando una coalizione con l’imperatore tedesco Ottone IV e il conte di Fiandra, che era anche re del Portogallo. La marina inglese affondò in effetti la flotta francese nel maggio 1213, ma le sorti del conflitto si decisero a terra: il 27 luglio 1214 Filippo II ottenne una decisa vittoria sulla coalizione nella battaglia di Bouvines, segnando una svolta cruciale nella storia dell’Occidente. A partire da quel momento, infatti, mentre la Francia si avviò con decisione sulla via della centralizzazione, in Inghilterra i grandi baroni pretesero e ottennero l’adozione della Magna Carta con una forte limitazione delle prerogative reali e in Germania l’estrema frammentazione dei domini controllati dall’Imperatore si protrasse fino alla metà del XIX secolo.

Nel viaggio di ritorno verso Parigi, il popolo francese rese vivaci omaggi al re vincitore, e l’accoglienza di quest’ultima fu degna dei trionfi della Roma antica. Si tratta della prima espressione di un sentimento nazionale francese. In seguito ai trionfi e alle conquiste territoriali a Filippo II venne tributato l’appellativo romano di Augusto, prendendo quindi il nome Filippo Augusto.

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La cartina mostra come Filippo II Augusto riuscì, nell’arco di pochi anni, a cacciare gli inglesi da quasi tutta la Francia

Filippo II ben presto ampliò i suoi domini, arrivando a coprire quasi l’odierno territorio francese. Era quindi nata la Francia moderna, uno stato che grandualmente smise di essere frammentato in feudi ed il cui potere venne ‘centralizzato’. Il primo Stato Nazionale. Una monarchia moderna, forma di governo che avrebbe retto gran parte delle nazioni europee sino ai moti rivoluzionari di fine ’700 ed inizio ’800.

Nel prossimo numero tratteremo della nascita e del consolidamento dell’Inghilterra e delle guerre tra ques’ultima e la Francia per il controllo di vasti territori.

Fonti

http://www.voyagesphotosmanu.com/dinastia_capetingia.html
http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_della_Francia
http://it.wikipedia.org/wiki/Feudalesimo
http://it.wikipedia.org/wiki/Filippo_II_Augusto


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