Dopo il diploma otto studenti di una scuola superiore maschile di Sheffield nello Yorkshire (che è un po’ l’immagine della Gran Bretagna thatcheriana…) tornano a scuola per un trimestre propedeutico agli esami prima di accedere alla facoltà di storia all’università.
Siamo nei primi anni Ottanta e l’aula dell’ultimo anno è vuota fino a quando entra il professor Hector che è vestito da motociclista e ha anche il casco in testa. Lo seguono, fieri e baldanzosi, i suoi otto allievi che lo aiutano a svestirsi del vestiario da centauro e finalmente, dopo che si è tolto il casco, gli porgono la giacca.
Il professor Hector, insegnante anticonformista e maestro di ottimismo, si complimenta con tutti dicendo che ognuno di loro merita un riconoscimento dopo il diploma, ma quello che ora serve però è ricominciare a studiare perché il diploma è solamente un lasciapassare, una qualifica, una base su cui costruire il famigerato Curriculum Vitae…
Inizia così Gli studenti di storia, The History Boys, di Alan Bennett, una commedia (vincitrice di ben 6 Tony Award) gradevole e brillante in stile assolutamente british, sia per l’ambientazione incolore che per lo humor laconico e diretto, anche politicamente scorretto. Una pièce teatrale che deve poco a modelli del passato e mescola dramma, commedia, poesia, canto popolare, canti antichi, aneddoti e aforismi. Un libro che è indubbiamente stimolante e spesso sfrontato, impertinente, beffardo, canzonatorio. Comunque uno spaccato satirico, pungente e intensamente commovente sull’austera scuola inglese, ma anche sullo scopo dell’educazione oggi e sulla natura stessa della storia di cui siamo tutti in balìa.
Alan Bennett
Gli studenti di storia
(traduzione di Mariagrazia Gini)
Adelphi
2012