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Dopo l’Oscar alla carriera nel 1995, nel mondo si torna a parlare di Antonioni e i finanziamenti non mancano più: a mancare è l’ispirazione e la salute, visto che il regista è quasi muto e semiparalizzato.
Per realizzare un film, ha l’ammiratore Wim Wenders come garante presso le agenzie assicurative. Eppure dalla pellicola non traspare né il genio di Antonioni né quello di Wenders e il risultato è un deludente dramma erotico, genere estraneo a entrambi i maestri. La storia gravita intorno a un regista che vaga in cerca di una storia, stesso spunto di Identificazione di una donna, ma in realtà all’origine qui vi sono alcuni racconti dello stesso Antonioni tratti dalla raccolta Quel bowling sul Tevere.
Il primo episodio è ambientato nella natia Ferrara dove si incontrano un impotente Kim Rossi Stuart e Ines Sastre.
Il secondo episodio invece racconta di un regista (John Malkovich) che a Portofino si innamora di una parricida che ama stiracchiarsi nuda davanti alla finestra (Sophie Marceau).
A Parigi incontriamo Fanny Ardant, ma a spogliarsi è Chiara Caselli (reduce da My Own Private Idaho- Belli e dannati) che come al solito si concede con generosità..
Le parti migliori sono gli episodi-cornice, girati dal solo Wenders, in cui ritroviamo i magnifici protagonisti di La notte trenta anni dopo: Jeanne Moreau e Marcello Mastroianni nel momento più riuscito del film.
“Tre congressi carnali sembrano troppi, ma c’è anche, nell’episodio parigino, un’insolita brezza si soave ironia” afferma il Morandini e credo che si riferisca alla performance di una sempre bravissima Fanny Ardant. Il Mereghetti sentenzia invece: “prendere o lasciare”.
EROS Francia, Italia, Lussemburgo 2004 con Luisa Ranieri, Robert Downey jr, Gong Li
Film su commissione: tre episodi di tre grandi registi sul tema dell’eros. Sulla carta affascinante, sullo schermo un disastro: i tre corti non hanno nulla a che fare l’uno con l’altro: divertente, spigliato ma per nulla erotico quello di Soderbergh con Robert Downey jr, languido, elegante quello di Wong-Kar Wai con la bella Gong-Li, praticamente pornografico quello di Antonioni. Se in quello americano l’erotismo è addirittura assente nelle immagini, in quello di Antonioni l’erotismo è esasperato e la trama risibile. Luisa Ranieri ha dichiarato che si è dichiarata offesa nell’aver visto in internet alcune scene che decontestualizzate, qualcuno ha fatto passare per porno. Ma c’è poco da decontestualizzare, cara signora Moltalbano: le immagini parlano da sé.
Il Mereghetti lo definisce, giustamente “indifendibile e imbarazzante”. Antonioni aveva 90 anni all’uscita del film, ed è incerto il periodo in cui lo girò.
Con questo triste film si concluse così la carriera del grande Antonioni, che si spense nel 2007 dopo aver regalato film capaci di affascinare e influenzare generazioni di registi e spettatori..
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