Riconosciamolo: noi italiani non possiamo (non dobbiamo, forse) fare i conti serenamente con il nostro passato. E quel passato, quando ci riferiamo al presente della prima o seconda o terza repubblica (e chi ne ha più ne metta), è sempre quello rappresentato dal ventennio fascista e dal cupo e orribile biennio della Repubblica Sociale Italiana.Un passato ancora troppo prossimo al quale molti (troppi?) si ispirano (anche) inconsapevolmente (in certi gesti, in certi modi di dire e di porsi, mimetizzati nel divenire quotidiano). Già Piero Gobetti sosteneva lucidamente che il fascismo era l’autobiografia degli italiani e Pierre Milza, in questo saggio, pur con qualche sensazionalismo, apporta un altro mattone a quella costruzione ancora incompiuta (nonostante i monumentali sforzi di De Felice) rappresentata dall'inquietante rapporto di una nazione (l’Italia) con quella sua creazione totalitaria (il fascismo) che, dai primi anni Venti, esportò in quasi tutta Europa, trovando tragici imitatori e discepoli.C’è un passo significativo che Milza riporta, tratto da un’opera di ricordi del generale Cadorna (capo del "Corpo Volontari della Libertà"), pubblicata nel 1948, in cui è lo stesso Cadorna a scrivere: “Avrebbe forse giovato all’Italia la cattura di Mussolini da parte degli Alleati e il conseguente spettacolare processo che sarebbe diventato fatalmente il processo alla politica italiana di oltre un ventennio, nel momento in cui era necessario si facesse il silenzio su fatti e circostanze nei quali sarebbe stato estremamente difficile separare la responsabilità di un popolo da quelle di un capo?”.Un passato che non passa mai è quindi quello con il quale dobbiamo fare i conti. E inevitabilmente (fatalmente, forse) leggendo Gli ultimi giorni di Mussolini, non possiamo sottrarci, in quel continuum che necessariamente unisce ogni espressione artistica, al ricordo dei visi di Rod Steiger (Mussolini), di Lisa Gastoni (Claretta Petacci) e di Franco Nero (il colonnello Valerio), personaggi di quel grande affresco sull’agonia di un regime che è Mussolini ultimo atto, di Carlo Lizzani.Un libro.Gli ultimi giorni di Mussolini, di Pierre Milza (Longanesi).
Magazine Cultura
Gli ultimi giorni di Mussolini, di Pierre Milza (Longanesi)
Creato il 29 giugno 2011 da Angeloricci @angeloricci
Riconosciamolo: noi italiani non possiamo (non dobbiamo, forse) fare i conti serenamente con il nostro passato. E quel passato, quando ci riferiamo al presente della prima o seconda o terza repubblica (e chi ne ha più ne metta), è sempre quello rappresentato dal ventennio fascista e dal cupo e orribile biennio della Repubblica Sociale Italiana.Un passato ancora troppo prossimo al quale molti (troppi?) si ispirano (anche) inconsapevolmente (in certi gesti, in certi modi di dire e di porsi, mimetizzati nel divenire quotidiano). Già Piero Gobetti sosteneva lucidamente che il fascismo era l’autobiografia degli italiani e Pierre Milza, in questo saggio, pur con qualche sensazionalismo, apporta un altro mattone a quella costruzione ancora incompiuta (nonostante i monumentali sforzi di De Felice) rappresentata dall'inquietante rapporto di una nazione (l’Italia) con quella sua creazione totalitaria (il fascismo) che, dai primi anni Venti, esportò in quasi tutta Europa, trovando tragici imitatori e discepoli.C’è un passo significativo che Milza riporta, tratto da un’opera di ricordi del generale Cadorna (capo del "Corpo Volontari della Libertà"), pubblicata nel 1948, in cui è lo stesso Cadorna a scrivere: “Avrebbe forse giovato all’Italia la cattura di Mussolini da parte degli Alleati e il conseguente spettacolare processo che sarebbe diventato fatalmente il processo alla politica italiana di oltre un ventennio, nel momento in cui era necessario si facesse il silenzio su fatti e circostanze nei quali sarebbe stato estremamente difficile separare la responsabilità di un popolo da quelle di un capo?”.Un passato che non passa mai è quindi quello con il quale dobbiamo fare i conti. E inevitabilmente (fatalmente, forse) leggendo Gli ultimi giorni di Mussolini, non possiamo sottrarci, in quel continuum che necessariamente unisce ogni espressione artistica, al ricordo dei visi di Rod Steiger (Mussolini), di Lisa Gastoni (Claretta Petacci) e di Franco Nero (il colonnello Valerio), personaggi di quel grande affresco sull’agonia di un regime che è Mussolini ultimo atto, di Carlo Lizzani.Un libro.Gli ultimi giorni di Mussolini, di Pierre Milza (Longanesi).
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