Titolo: Gli ultimi giorni
Autore: Raymond Queneau
Anno: 1937 (Prima Edizone Originale)
Gli ultimi giorni
di Raymond Queneau, personaggio poliedrico della letteratura francese del '900, vede il susseguirsi di vicende che coinvolgono due gruppi generazionali, collocati tra il Quartiere latino e la Sorbona di Parigi.
Da un lato ci sono i giovani che arrivano dalla provincia per compiere i loro studi nell'università della capitale, dall'altro ci sono degli uomini anziani (sui settantanni circa) che frequentano con assiduità i cafè e le trattorie della città, tirando le somme sulle proprie vite.
Coloro che più risaltano dalle pagine del romanzo sono il giovane Tuquedenne e il signor Brabbant. Il primo è un ragazzo che, dopo aver ottenuto il diploma, si trasferisce da Le Havre (che ha dato i natali allo stesso Queneau) a Parigi per compiere gli studi di filosofia; il secondo invece è uomo anziano, di professione "truffatore immobiliare".
I due gruppi finiranno per fondersi tra loro per i motivi più disparati. Ad esempio, due amici di Tuquedenne saranno coinvolti nei cattivi affari di Brabbant, contendendosi un posto da segretario. Brennuire, amico del truffatore, ospiterà nel proprio salotto un incontro tra intellettuali parigini a cui parteciperanno alcuni dei giovani studenti universitari protagonisti dell'opera.
Capitolo dopo capitolo, il lettore prende coscienza delle novità stilistiche introdotte da Queneau nella stesura dell'intero romanzo.
Con l'intento di distaccarsi dalla tradizione letteraria francese della prima parte del '900, lo scrittore apporta innovazioni sia sul piano strutturale, sia sul piano lessicale, come lo stesso traduttore (Francesco Bergamasco per le edizioni Newton Compton) chiarisce nella "Nota del traduttore".
Al centro della trama: il tempo, che per i giovani studenti trova espressione in un avvenire positivo e ricco di buoni propositi, mentre per gli anziani rappresenta l'avanzare della fatale "ora X", ossia l'avvicinarsi della morte.
Quest'ultimo scenario in particolare condurrà il professore Tolut, compagno di Brabbant ed ex docente di geografia della scuola superiore di Le Havre, al suicidio davanti agli occhi di Tuquedenne e Rohel.
Dietro tutti questi avvenimenti che segnano l'evolvere del romanzo, Queneau colloca una figura particolare, vale a dire quella di Alfred, barista indovino/astrologo che dispensa consigli e previsioni a titolo gratuito al signor Brabbant. A lui verranno intitolati ben cinque capitoli, in cui gli verrà concesso spazio per dar voce ai propri monologhi interiori, descrivendo le scene a cui assiste nel bar in cui lavora e i personaggi che lo frequentano.
A ciascun personaggio verrà affidato un finale che, come la particolarità dell'opera vuole, si andrà poi a fondere con quelli degli altri personaggi, creando interessanti sviluppi.
In Italia Queneau ha trovato l'elogio di Italo Calvino, il quale lo ha definito "un eccezionale esempio di scrittore sapiente e saggio, sempre controcorrente rispetto alle tendenze dominanti dell'epoca e della coltura francese in particolare". Come dargli torto?