Magazine Pari Opportunità
A partire dai primi anni '90 del XX secolo, in considerazione di quanto avvenuto a livello politico, sociale ed economico con il crollo del Muro di Berlino (9 novembre 1989) in Italia, particolarmente nelle zone centro-settentrionali del paese, hanno fatto la loro comparsa gruppi criminali stranieri, denominati Nuove mafie o mafie straniere. In particolare si tratta di gruppi di origine:
Mafia albanese
I gruppi criminali albanesi, di norma, sono formati da persone provenienti dalla stessa città, dallo stesso quartiere e, addirittura, dallo stesso nucleo familiare. Essi hanno una struttura generalmente orizzontale, all'interno della quale è riconoscibile soltanto il capo. Usano la violenza per diffondere il messaggio di un potere al quale è quasi impossibile sottrarsi.
Le principali attività delittuose poste in essere dai gruppi criminali organizzati albanesi sono:
* sfruttamento della prostituzione, prevalentemente in danno di donne, albanesi e di altre nazionalità, spesso di giovane età, introdotte clandestinamente in Italia e, non di rado, sequestrate nei paesi di origine e ridotte successivamente in uno stato di schiavitù. I criminali albanesi, insieme ai rumeni, sono i principali gestori del mercato della prostituzione in Italia;
* traffico di sostanze stupefacenti: in questo caso i gruppi criminali albanesi fungono da "organizzazioni di servizio" per le mafie italiane, in quanto si occupano della fornitura, del trasporto (via mare e terra) e dello stoccaggio delle droghe anche per conto delle mafie italiane. Droghe che, in seguito, verranno spacciate sul territorio europeo e di altri paesi stranieri. A tal proposito, può affermarsi che le strutture criminali albanesi sono divenute ormai referenti dei più qualificati cartelli di narcotrafficanti sudamericani;
* traffico di armi da guerra dall'Albania e da altri stati dell'ex Jugoslavia;
* furto di auto di grossa cilindrata;
* rapine in ville situate nell'Italia centrale e settentrionale.
Le ricchezze accumulate mediante il compimento dei reati sopra citati vengono in parte utilizzate per finanziare le attività illecite; per il resto, indagini recenti hanno evidenziato che le organizzazioni criminali albanesi reinvestono ingenti somme di denaro, oltre che in Albania anche nel Kossovo, per l'acquisto di numerose proprietà immobiliari e/o attività commerciali.
Mafia rumena
I gruppi criminali rumeni presenti in Italia agiscono soprattutto nel centro-Nord del paese e sono attivi nei seguenti mercati criminali, spesso in collaborazione con criminali albanesi, ucraini: immigrazione clandestina e tratta di esseri umani; sfruttamento della prostituzione; rapine; clonazione e contraffazione di carte di credito.
Similmente per quanto è stato accertato per i criminali albanesi, anche i gruppi criminali rumeni utilizzano metodi particolarmente violenti, ricorrendo a forme di violenza fisica e/o psicologica nei confronti delle giovani donne sfruttate, spesso ridotte in schiavitù e, in alcuni casi, vendute ad altri gruppi di diverse etnie.
Mafia bulgara
Le organizzazioni criminali bulgare agenti in Italia sono dedite al compimento delle attività illecite riscontrate per quelle rumene, cui si aggiunge il traffico di sostanze stupefacenti (in particolare cocaina), di armi e il contrabbando di tabacchi e lavorati esteri.
La criminalità bulgara è particolarmente coinvolta nello sfruttamento di minorenni per lo svolgimento di furti, borseggi e attività come l'accattonaggio. I minori sono reclutati fra le famiglie meno abbienti della zona centro-settentrionale della Bulgaria, le quali cedono i loro figli in affitto, per un certo periodo di tempo, a esponenti di organizzazioni criminali, ricevendone in cambio un determinato corrispettivo. Tra i minorenni sfruttati si trovano soprattutto bambine e giovani ragazze nomadi di etnia Sinta.
Gli appartenenti ai gruppi criminali bulgari sono molto mobili sul territorio nazionale, dispongono e utilizzano documenti di identità falsi e parlano tra di loro utilizzando i dialetti, elemento quest'ultimo che rende particolarmente impegnative le indagini, anche per la difficoltà di reperire degli interpreti fidati.
Mafia nord-africana (nigeriana e maghrebina)
I gruppi criminali nigeriani operanti in Italia sono caratterizzati da frammentazioni etnico-tribali, filiazioni di una vasta struttura criminale, costituita da poche famiglie, che hanno il centro decisionale in Nigeria. Il fenomeno dello sfruttamento della prostituzione è il dato più allarmante registrato con riferimento alla immigrazione clandestina nigeriana. Le ragazze nigeriane sfruttate nel mercato della prostituzione sono ridotte in schiavitù mediante riti magico-tribali detti "riti woodoo o juju". Lo sfruttamento è gestito da donne definite "madame" o "maman".
Sono stati accertati collegamenti tra la mafia nigeriana e la camorra campana, in particolare nella provincia di Caserta. Il rapporto si spiega con i seguenti motivi: le prostitute ed i loro protettori costituiscono, molto spesso, delle vere e proprie vedette della camorra; i clan nigeriani sono costretti a pagare una sorta di "canone di affitto" del territorio alla camorra per l'utilizzo del suolo sul quale le ragazze esercitano la prostituzione.
I gruppi criminali nigeriani sono coinvolti anche nel traffico di sostanze stupefacenti. La Nigeria, attualmente, è il più importante paese africano per il mercato degli stupefacenti. Nel paese, infatti, giungono e transitano gli stupefacenti provenienti dal Brasile, dalla Colombia, dal Pakistan o dalla Thailandia, con destinazione Europa e Stati Uniti. I nigeriani trafficano tutti i principali tipi di droga, dalla cocaina all'eroina, dalla cannabis alle droghe di sintesi. I corrieri, spesso di diversa nazionalità e di sesso femminile, sono tutti in regola con i permessi di soggiorno, di solito senza precedenti penali. Dopo un numero limitato di viaggi non vengono più utilizzati. Essi hanno solo rapporti con colui che direttamente dispone il viaggio e con il soggetto che li attende nel luogo di destinazione, perciò, in caso di arresto, non sono in grado di rivelare nulla dell'organizzazione. Ogni viaggio frutta 3.000 euro circa al corriere.
Recenti stime indicano che in Nigeria operano circa 400 centrali del crimine, 136 delle quali specializzate nel traffico di droga e la metà con ramificazioni internazionali.
I gruppi criminali hanno una struttura verticistica, nella quale emerge la figura di uno o due capi rigorosamente nigeriani, che gestiscono a livello internazionale i rapporti tra i vari gruppi. La base, generalmente, non ha invece una precisa connotazione etnica, in quanto i nigeriani preferiscono avvalersi di soggetti non strettamente legati all'organizzazione per la fase più rischiosa costituita dal trasporto.
In Italia operano anche organizzazioni criminali di origine maghrebina, impegnate nel traffico di sostanze stupefacenti, nel favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e nella tratta di esseri umani, finalizzata allo sfruttamento della prostituzione e nella contraffazione di documenti di identità. Tali organizzazioni sono composte da cittadini provenienti dal Marocco, dalla Tunisia, dall'Algeria, dalla Libia e dalla Mauritania, che operano in piccoli gruppi, soprattutto nei capoluoghi di provincia del centro-nord Italia.
Mafia sud-americana (colombiana)
Traffico di cocaina, immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione esercitata all'interno di private abitazioni e in locali notturni gestiti da italiani sono le principali attività illecite della criminalità sudamericana presente in Italia. Tra i gruppi di maggiore rilevanza vi è senza dubbio la mafia colombiana. Quest'ultima è costituita da gruppi criminali denominati "cartelli", il cui nome deriva dal territorio in cui agiscono (Calì, Medellin, Santa Marta, Magdalena, ecc.). I cartelli, di norma autonomi, sono dediti, prevalentemente se non esclusivamente, alla produzione, alla esportazione e alla distribuzione di ingenti quantità di cocaina raffinata in Colombia oppure acquistata in altri Paesi interessati alla coltivazione, quali l'Ecuador, la Bolivia, il Perù, il Venezuela, il Brasile e l'Argentina.
La Spagna e l'Olanda costituiscono le principali piazze europee di stoccaggio e successivo collocamento della droga sul mercato europeo. L'Albania è stata scelta quale luogo di stoccaggio della cocaina. Gli ingenti carichi vengono trasportati per via marittima o attraverso l'impiego sistematico di corrieri, spesso incensurati, i quali, con viaggi frequenti portano con sé quantitativi minori di sostanza stupefacente. Le organizzazioni narcotrafficanti colombiane hanno costituito vere e proprie basi logistiche sul territorio italiano e, pur considerando la 'Ndrangheta l'organizzazione di riferimento a livello nazionale, mantengono contatti anche con altre organizzazioni di tipo mafioso comprese quelle di matrice straniera quali quelle albanesi e nigeriane.
I cartelli colombiani riciclano, con sempre maggiore frequenza, i proventi del traffico degli stupefacenti in investimenti immobiliari e in attività produttive nella maggiore parte dei paesi dell'Unione Europea, fra i quali l'Italia.
Mafia russa
La mafia russa è costituita da una miriade di gruppi criminali, di diversa origine e non necessariamente collegati tra loro. Essi dispongono di enormi risorse finanziarie acquisite, soprattutto, con le "privatizzazioni", seguite al mutamento degli scenari politici interni. Infatti, i gruppi criminali russi hanno acquisito ingentissime quantità di titoli azionari, risorse immobiliari e il controllo di molteplici imprese e banche. I gruppi criminali dell'ex Unione Sovietica si sono ulteriormente consolidati attraverso la elezione di propri rappresentanti nelle amministrazioni locali e nel Parlamento.
Le attività illecite nelle quali risulta essere coinvolta la mafia russa sono: traffico internazionale di armi; traffico di droga; traffico di tabacchi e lavorati esteri e di materiale strategico, acquisiti in seguito al processo di smilitarizzazione delle strutture statali.
In base agli accertamenti di tipo giudiziario, può affermarsi che gli episodi criminosi commessi in Italia da cittadini dell'ex Unione Sovietica, sono caratterizzati: dalla presenza di rilevanti disponibilità finanziarie; dalla relativa giovane età delle persone coinvolte nell'attività delittuose; da un'apparente mancanza di contatti con le organizzazioni criminali italiane.
Le zone in cui è stata riscontrata la presenza di criminali provenienti dall'ex Unione Sovietica sono: Lombardia (Milano), Lazio (Roma), Toscana (Firenze), Emilia Romagna (Modena, Bologna e Rimini), Piemonte, Veneto (Verona), Friuli - Venezia Giulia, Marche (Ancona), Campania (Napoli e Caserta). Sono stati registrati acquisti di strutture turistico-alberghiere, aziende agricole, industrie produttrici di oggetti di largo consumo (scarpe, vestiti, elettrodomestici, ecc.), gestione di ditte di import-export.
Mafia cinese
Le investigazioni svolte hanno posto in evidenza che, in Italia, non opera un'unica organizzazione criminale cinese, bensì numerosi gruppi delinquenziali composti, di norma, da persone aggregatesi secondo la provenienza dalle città di origine della Cina Popolare. Ciascun gruppo è formato da un numero di persone variabili tra le dieci e le cinquanta unità ed i componenti, molto spesso appartenenti alla stessa famiglia, commettono delitti quasi esclusivamente in danno di connazionali. Ogni gruppo ha un capo e se ne entra a far parte attraverso cerimoniali di iniziazione. Analogamente avviene per coloro i quali fungono da mano d'opera sottopagata, prevalentemente in aziende clandestine: essi facilmente possono essere acquisiti, quale manovalanza, da soggetti della medesima etnia che operano nel campo dell'illecito.
Il vincolo all'interno della famiglia o del gruppo è molto stretto, per cui assai radicato è il concetto di vendetta che può arrivare ad assumere il carattere della faida.
I gruppi criminali cinesi, al pari delle mafie tradizionali, ricorrono, con estrema facilità e frequenza, alla intimidazione e/o alla violenza per raggiungere i loro obiettivi, praticano la regola dell'omertà e tendono al dominio del territorio ove operano. Le attività delinquenziali tipiche poste in essere, in Italia, da gruppi criminali organizzati cinesi sono: il traffico di clandestini ed i reati connessi alla falsificazione di documenti; i sequestri di persona a scopo di estorsione in danno di connazionali, molto spesso legati alla riscossione del prezzo da pagare per l'espatrio illegale, per il viaggio e per l'introduzione clandestina in Italia; le estorsioni in danno di ristoratori e di titolari di laboratori manifatturieri cinesi; le rapine; il recupero crediti con metodi intimidatori e violenti; l'organizzazione del gioco d'azzardo; lo sfruttamento della prostituzione, sotto la copertura di sale di massaggi e, più recentemente, anche su strada;
l'illegale detenzione e porto di armi; l'omicidio di appartenenti a gruppi criminali avversari; l' evasione fiscale in attività commerciali;
la contraffazione e commercializzazione di merce di ogni genere prodotta ed importata, in massima parte dalla Cina.
Per quanto riguarda i rapporti con la criminalità italiana va detto che solo negli ultimi anni si sono avuti casi di gruppi criminali misti, composti cioè da cinesi e italiani, dediti oltre che a estorsioni e rapine anche a sequestri lampo.
Indagini giudiziarie hanno attestato che ingenti somme di denaro sono state investite nel settore immobiliare sia in Cina che in Italia. Gli inquirenti hanno accertato che le transazioni economico-finanziarie compiute da cittadini cinesi avvengono, di norma, utilizzando denaro contante, si tratti di spese per la gestione di attività commerciali legittime o di finanziamento dell'immigrazione clandestina.
Secondo quanto evidenziato dalle indagini compiute dalla Direzione Nazionale Antimafia e dalle Direzioni distrettuali antimafia, i gruppi stranieri rientranti nella fattispecie di reato di cui all'art. 416-bis c.p. presenti in Italia hanno le seguenti caratteristiche:
a) ciascuna realtà criminale ha una propria specificità connessa agli ambiti culturali di provenienza;
b) l'insediamento avviene preferibilmente nelle regioni dove minore è la presenza di mafie italiane, vale a dire non nelle regioni meridionali, fatta eccezione per la Campania;
c) la tendenza è quella di non formare alleanze con le mafie italiane, se non per specifici affari illeciti;
d) gli affiliati alle dette organizzazioni sono, in massima parte, clandestini.
Le attività illecite nelle quali sono maggiormente coinvolti i gruppi criminali stranieri sono quelli relativi al:
traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti,
sfruttamento della prostituzione
riduzione in schiavitù di migranti
violazione delle norme in materia di immigrazione.
Nel compimento delle citate attività sono emersi frequentemente rapporti tra le diverse compagini delinquenziali straniere, per cui gli investigatori sono soliti utilizzare il termine di "criminalità transnazionale" al fine di descrivere questa situazione.
Tratto da: http://www.libera.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/403
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