da Prima che il domani vada
LA CASA SUGLI SCOGLI
Finisce qui il mio viaggio,
sulla casa a picco sulla scogliera,
travagliata da onde schiumose.
Lo scoglio levigato ci vide avvolti
nelle nebbie marine dell’azzurro
nella sera che ancora conserva
l’aroma dell’estate,
macchie celesti sul tuo fianco
che si allungava contro le mie mani.
Qui era l’altrove, il sempre, l’oggi,
nell’accendersi dei corpi
nell’età sorpresa, sul nostro ponte sui mari,
l’acqua avvolgeva la tua pelle,
entrava nei recessi segreti.
Ma tu desideri l’eternità, il lontano.
L’attimo concluso,di là dal tempo,
non finisce qui nella nebbia del mare
invaso dalle nostre memorie.
Qui termina il mio viaggio,
davanti al camino le tue dita tiepide,
il tuo fianco acceso dalle fiamme,
tra legna, cigolio del pozzo, luci ambrate,
mentre l’onda sbatte sulla scogliera.
Andremo via, dicevi, e forse troverai il luogo,
il tempo dove tutto s’ineterna,
il passaggio nascosto,
il punto che non regge la rete.
Vorrei dirti che l’altrove è qui,
il mio viaggio è finito,
nella casa sul mare,
dove non attendo altro tempo
tra i vestiti piegati
il pozzo cigolante.
Ma tu già vedi il limite della spiaggia,
senza requie vai alla finestra:
pleiadi d’eternità
Non altro posso dirti, qui finisce il viaggio,
nel tepore avvolgente delle tue braccia,
nella casa sospesa sulla scogliera.
Tu vai, io resto, sono giunta a destinazione.
In spiaggia accendo una sigaretta,
inspiro la lontananza della tua vita
un lungo silenzio acceso
tra due abbracci interminabili
GIÀ T’AMAI
Già t’amai, amore,
senza vederti e senza saperlo
senza guardarti,
senza vedere
il tuo sguardo,
libero, mentre vaghiamo in opposte vie,
nel mezzogiorno che sente solo l’odore del pane caldo.
Forse ti ho visto,
mentre sollevavi una coppa di vino.
Nella bianca stella di maggio,
in tempi così lontani,
mentre avevi la chitarra legata
alla cintura, che toccai nel buio
e risposero i suoni dell’amore
T’ho amato senza saperlo
e trovai il tuo ricordo,
entrai nella cantina della casa
per prendere la tua foto.
Ma già ti conoscevo,
sapevo il tuo aspetto.
Improvvisamente, mentre camminavi,
sfiorai il tuo fianco
e fuggì la mia vita,
eri ancora lì davanti
e ancora regnavi, unico
tra i nuovi sogni,
Lontani i sogni, forse
di domani
LA LUNGA TRAVERSATA
Non chiudere le porte della notte
vorrei un viaggio nell’oscuro recinto.
Chiudi i sogni, entra nei miei occhi
stenditi sul cuore come un vasto fiume
Addio al sole, al chiarore, che piombò
nella rete dei ricordi.
Addio ai colori, al tempo,
torna l’ombra, compagna nota.
Sulla nave, acqua
o vita rinnovata,
una volta uniti
addormentati, rinati,
siamo caduti nella notte.
Lunga la traversata
la nave silente
scavalca l’onda.
QUELLA GOCCIA
Quella goccia caduta
tra i capelli argentea
conservala limpida come amore
dato a te.
Occhi grigioverdi come onde
splendono nell’oscurità
in attesa di sorrisi mani
voci d’amore, fili intrecciati
per caso,una volta,
ora adesso,sempre
sul ventre riconosciuto
nelle pieghe delle ginocchia
esplorano coscienza di sé
sensazioni profonde
trattenute a lungo senza abbandono
espande desiderio a lungo cercato
dono inatteso cercato infine
sull’estrema sponda
oltre il colle,dove sempre,
o mio invisibile,
sfiori le sinuosità del mio corpo
libero di aprirti al mistero
di un amore nato un giorno, mentre esploravo
i chiusi frutti del mare
e raccoglievo perle insperate
posate sul mio corpo
che tu raccogli in gesti ardenti e nuovi
pronto ad accogliere me
passione improvvisa
liberazione spalancata senza indugi
che scioglie grovigli d’intimità
insospettati.
SERA – NOTTE
Aspettiamo la sera
Foglie violarosee
danzano liete il loro ultimo sole
luci ed ombre
rimbalzano sull’acqua.
silenzioso il mare
sigilla profondità biancoazzurre
e libera odore salsoamaro.
Seduti noi
giocano gli sguardi
nel la penombra.
La sera si fa
notte irreale nera
e avvolge l’estate silenziosa
sullo sfondo di pini verdi
Viuzze, scalinate
bouganville,
viali alberati
infiorescenze viola
e profumi agrumati,
scorci di abissi sconosciuti
camminiamo ora
estate dirompe
passione racchiusa che allaga il cuore
A SETTEMBRE
Nelle giunture dei mattoni,
che danno l’addio
al calpestio sabbioso dell’estate
il tempo terso dei cieli
le prime brine di settembre
i primi schizzi di pioggia
albe che si levano sui monti
Tra abbracci che sospendono il respiro
nasce una dalia impaurita,
il nostro amore,
divenuto adulto in poco tempo.
Già appaiono le gemme
dobbiamo proteggerle dal vento.
Maturo, avrà l’odore del grano,
il sonno dei letti,
l’aroma della pioggia fresca.
Sarà figlio delle nostre fughe
negli angoli del tempo
o della spuma delle maree,
nei letti d’erba protetti
dai profili delle colline.
Vivrà, oltre i monti
amalgamati di luce
oltre il colore dei tuoi occhi
grigiomare
oltre la metamorfosi
delle stagioni brevi
GUARDO
In ogni casa del giorno ti guardo
come se fossi tutte le finestre,
una per una le chiamate della geografia.
Ti guardo tra navi bianche
che vertono il cotone della loro ombra
nel mare zittito
profondamente quieto nel rumore
del vento che inventa reconditi
paesaggi di chitarra, ti guardo.
Ti guardo nelle foci di argento fuggitivo
che disegnano nelle falde della pietra
nervature smeraldo.
Nella ragione dell’ humus e la goccia
e la tenace utopia della radice, ti guardo,
nella costellazione delle sostanze
e la meraviglia del vino nella sua luna precisa.
Per il crepitare del pane,
nella tavola servita, ti guardo
imbarcata nella chiarezza del tuo corpo
nel mio, e nelle mie mani
ti guardo, nella vastità della tua bocca
in ogni lampo della notte in calma
dove abitano le labbra che s’annidano,
nel bianco paese dei baci, ti guardo.
RITORNO
Tra dolori, viaggi e gioie
torno alla tua voce, alla tua mano
che scorre sulla chitarra,
al fuoco che spezza
i baci d’estate,
a ripetere il ciclo
notte-giorno
Per gli uomini chiedo pace,
pane e terra
nessuno speri nel silenzio
del mio canto
Eppure non posso
rinunciare al tuo amore.
Suona il valzer
della luna serena,
fai girare i dervisci
sulla tua chitarra.
Tutti i sogni della vita
sono sotto la mia pelle
dove la tua mano vola
proteggendo la notte
del vagabondo
e le inquietudini delle donne
che non chiedono
che spazi e silenzi.
Accarezzate da i tuoi canti
e dalle tue mani di musica.
D’OGNI ADDIO
D’ogni lato bellezza
d’ogni profondo significato.
Nell’onda sempre
viva-anche quando-
solo increspatura
trasparenza,
nei templi levigati
da lvento,nel sorriso, falcate
trasparenti nel vento
Mare, amore, tu
sacro triangolo uguale;
d’ogni lato bellezza
d’ogni profondo significato
d’ogni intenso addio
NOTTE
A notte anche le strade
noti usuali percorsi d’ogni giorno
sostano ai sogni:
nei grilli incerti
nelle stelle tiepide
ad ardui muri tra grate
inutili,
sommersi dai cancelli
Per tutta la città sostano
sogni,un poco accovacciati
fin nelle piazze al neon,
tra lampioni
l’oblique cacce oscure
impari,ansiose
dei pipistrelli
alle farfalle inermi.
Mentre la gente passa
o sosta- cieca
alle vicende di vita
che di notte
si svolgono
per le piazze nei viali
nei crocicchi
lungo le usuali strade
del giorno
Non perderti nell’ombre
della notte, nelle voci acute
dei nostri percorsi
o nei sogni oscuri
delle strade
Nell’angolo, là
sola, t’aspetto
È COME MARE
E’ come mare
violargento
è un tuffo vivo di lame
lunari tremule trasparenze
Solo acqua
tra le dita
morte incolore traspare
Srotola la notte
matasse di stelle
rombano rive
eco di mare
penso sola all’amato
lungo la costa lunare
che brilla spegnendosi.
L’AMORE FELICE
Due amanti sereni
formano un panello di pane
una goccia di luna caduta sul prato
.
Tutti i sogni le favole
abitano la terra,il giorno,
e non si congiungono con fili elettrici
e l’odore dell’erba,
e non spaccano parole e pace.
La felicità è una casa trasparente.
l’aria va con loro
il vino e l’acqua regala la calda notte
e garofani felici.
due amanti felici
non hanno storie concluse
e nascono molte volte nel vivere
posseggono i tempi lunghi,
forse immortali,della natura.