Metafora trita, l'acquario, metto le mani avanti. Eppure non posso restare indifferente al fascino dei pesci che mi fissano, io che li fisso, un ambiente sospeso e ipnotico il loro, un ambiente a scatti e illogico il mio (dal loro punto di vista, suppongo). E poi, le analogie. Noi, io, in un acquario ogni volta che siamo in una situazione di chiusura, pareti - anche mentali - contenitive e claustrofobiche, ma anche vetri di illusoria trasparenza e reale deformazione. E la vista come senso prevalente, tutto il resto sopito, ovattato, dimenticato. Discorsi noiosissimi, simbologie e archetipi riguardo ai quali non ho competenze, dunque mi fermo qui. E' che pubblicare le fotine dell'acquario civico così, nude e crude, mi pareva brutto.
In ogni caso, le tartarughe d'acqua sono molto ma molto più furbe dei pesci. Ah, sì!
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