Gnocchi alle castagne con fonduta di Gran Mugello Ubaldino e pinoli tostati

Da Consuelo Tognetti
Sono tre mattine che io e mio marito veniamo accompagnati da simpatici e inverosimili risvegli. Prima mattina. Mentre siamo ancora assonnati a fare colazione, arriva Miss Grey con un bell'uccellino (o quel poco che ne rimaneva) in dono. Già lo schifo nel vedere quel povero pennuto torturato non è stato il massimo ma, a completare il quadretto, lei ha iniziato a stare male (probabilmente a causa del fatto di essersi pappata metà del nostro "regalo"...) e a rendere cucina e sala un vero e proprio "campo minato" (ed evito accuratamente di entrare nei dettagli!). Quindi, con lo stomaco sotto sopra e i minuti contati, pulisci, disinfetta e corri al lavoro.Seconda mattina. Apro la dispensa ed un odore di rancido invade le mie narici. Sono sempre molto attenta a mettere i prodotti più deperibili sul davanti e quelli secchi con scadenze lontane sul retro, proprio per non incorrere in brutte sorprese ma stavolta qualcosa deve essere andato storto. Dopo aver annusato ogni ripiano e ogni contenitore, finalmente trovo la causa del fetore. Un barattolo dei miei ceci non ha fatto il sottovuoto come avrebbe dovuto ed è esploso, lasciandosi dietro solo guai.Di nuovo, con lo stomaco sotto sopra e i minuti contati, svuota la dispensa, pulisci alla meglio e corri al lavoro. Al rientro a casa penserai a disinfettare e riordinare.Terza mattina. Siccome non esiste 2 senza 3, mi aspettavo la catastrofe. La colazione, invece, scorre stranamente in tranquillità. Ma la sorpresa è sempre dietro l'angolo e, infatti, la moto non parte e restiamo a piedi...ok, domattina cosa devo aspettarmi???

In tutto questo, però, ci sono stati dei riscontri positivi, tipo:- andare a piedi al lavoro. E' salutare, economico e ti fa apprezzare il paesaggio come non mai.- buttare via un po' di barattoli vecchi che potrebbero dare problemi di "mancato sottovuoto" e liberare un po' il mobile della cucina.- dover svuotare inaspettatamente la dispensa e trovare ingredienti dimenticati, stipati e nascosti per benino, che daranno vita a nuove e golose invenzioni culinarie.
La ricetta di oggi infatti nasce proprio da qui, dal ritrovamento della farina di castagne dimenticata nell'infinito spazio dei 20 cm quadrati dello scaffale... 

Stavo cercando la giusta ispirazione per creare un piatto che potesse esaltare la bontà di questo formaggio inviatomi dalla "storica fattoria Il Palagiaccio": il Gran Mugello Ubaldino.Questo prodotto dell'arte casearia, si caratterizza per una pasta semi cotta, compatta di color avorio ed ha un crescendo di sapori decisamente intrigante: inizialmente si percepisce il dolce e delicato del latte, poi un'esplosione di gusti sempre più intensi che profumano di olio extra vergine.Viene definito non solo un formaggio "da mangiare" ma da "sciogliersi in bocca", ed io lo posso vivamente confermare!Ho fatto qualche degustazione per riuscire a capire l'abbinamento che potesse soddisfare il mio palato non proprio abituato a sapori così ricchi e corposi. Il connubio con le note fresche della frutta e il dolce del miele mi avevano quasi convinta ma, quando meno te lo aspetti, arriva l'idea giusta e non puoi lasciartela sfuggire.
Il "ritrovamento" della farina di castagne della Garfagnana, mi ha fatto pensare che fosse giunto il momento di preparare quel castagnaccio che da tempo mi chiedeva mio padre. Ho preso i pinoli (anch'essi ben nascosti nei meandri della dispensa), il rosmarino fresco dal giardino ed ho infornato. Il profumo in cottura ha stimolato la mia fantasia e in men che non si dica quello straordinario formaggio ha trovato la sua collocazione!Un primo piatto che mi ha fatto sognare, mi ha accarezzato le papille gustative ed ha reso magica la mia pausa pranzo..ma, soprattutto, senza spiacevoli sorprese!

Ingredienti:

(Dosi x 1 piatto unico o 2 porzioni servite come primo)

gnocchi

100 g di farina di castagne macinata a pietra*
100 g di acqua
Semola rimacinata di grano duro q.b.
fonduta
50 g di Gran Mugello Ubaldino
1 rametto di rosmarino
50 g di acqua
x servire
1 cucchiaio di pinoli

*Arrivata direttamente dalla Garfagnana, raccolto 2014.

Portare a ebollizione l'acqua, togliere la pentola dal fuoco e unire la farina setacciata. Mescolare accuratamente con un cucchiaio di legno e, appena tutto il liquido si è assorbito, rovesciare sul piano di lavoro. Impastare energicamente fino ad ottenere un composto omogeneo e liscio, se necessario aiutandosi con un po' di semola.

Formare tanti filoncino spessi quanto un mignolo e tagliare in piccoli sezioni formando gli gnocchi. Mano a mano che sono pronti, adagiarli su un piatto spolverato di semola.
Tenere da parte.

Nel frattempo sciogliere il formaggio a fiamma dolce con l'acqua e qualche ago di rosmarino, mescolando spesso con una frusta per rendere la fonduta omogenea.


A parte portare ad ebollizione abbondante acqua e tuffare gli gnocchi. Cuocerli per circa 5-6 minuti, scolarli e condirli con la fonduta calda.

Completare il piatto con i pinoli tostati in padella.


Personalmente amo il rosmarino e non mi ha dato fastidio trovare gli aghi nella fonduta. In caso contrario toglierli con una forchetta prima di condirci gli gnocchi. In questo modo rimarrà ugualmente il suo piacevole profumo ma non l'artefice!


Ho trovato questo abbinamento molto bilanciato, dove ogni nota olfattiva e gustativa si è saputa incontrare in un magico viaggio sensoriale. 

Il sapore ricco, sapido e corposo di questo formaggio, si è accostato perfettamente al gusto dolce e vellutato della castagna, che con la nota aromatica del rosmarino ha sprigionato il meglio dei suoi profumi. 

I pinoli hanno donato una nota croccante al piatto molto piacevole al palato.
Con questa ricetta partecipo al contest:Latti da Mangiare

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