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Goodreads: nascondere le recensioni “scomode”, quelle che non fanno vendere i libri?

Creato il 28 agosto 2012 da Sulromanzo

Abbiamo chiesto a Livia Blasi di aiutarci a capire un nuovo fenomeno all’interno di Goodreads, del quale avevamo parlato di recente. Blog letterari e siti dedicati ai libri rischiano di servire più alle case editrici e agli autori che ai lettori?

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Goodreads: nascondere le recensioni “scomode”, quelle che non fanno vendere i libri?
di Livia Blasi

"Un modo migliore per discutere e scoprire buoni libri". Così viene descritto Goodreads dal fondatore Otis Chandler nel post che celebra i 10 milioni di iscritti, traguardo raggiunto pochi giorni fa.

Parole dal gusto amaro per gli utenti che nello stesso periodo hanno scoperto che alcune delle loro recensioni – recensioni molto popolari, le più votate dalla community, e incidentalmente, tutte recensioni negative – sono state nascoste. La paura degli utenti è chiara: Goodreads, considerato a lungo un territorio neutrale per le discussioni sui libri, potrebbe ora preferire gli editori e autori ai lettori, e abbandonare l'onestà che l'ha sempre contraddistinto per abbracciare definitivamente la sua seconda natura di strumento promozionale per l'editoria.

Il caso scoppia quando l'utente Ridley apre nel forum di supporto un topic dal titolo: "Perché la mia recensione è stata nascosta?"

Ridley lamenta che, sebbene la sua recensione fosse appropriata, e la più votata tra tutte quelle scritte per quel dato titolo, questa sia all'improvviso completamente sparita dalla pagina del libro, quando in precedenza si trovava in prima posizione.

La risposta di Patrick Brown, community manager, non tarda a arrivare: la recensione non è stata cancellata (come succede per le recensioni ritenute offensive o diffamatorie, o considerate illegali per qualsiasi motivo), ma solo nascosta al pubblico perché non riguarda il libro, ma l'autore. Non si tratta di una nuova politica: Goodreads ha sempre richiesto questo dai recensori; per le opinioni sugli autori ci sono i gruppi.

Parentesi sulle “recensioni sull'autore”.

Negli ultimi mesi si è venuta a creare una sgradevole situazione nelle community di lettori dentro e fuori Goodreads, in particolare quelle legate alla narrativa YA e al romance M/M. Le "recensioni sull'autore", che a un primo impatto possono sembrare una strana idea, si sono rivelate molto utili quando si è scoperto che la nuova possibilità di interazione autori-lettori su Internet forse non avrebbe portato solo vantaggi a una e all'altra parte. Dall'inizio del 2012, infatti, si sono moltiplicatii casi in cui un autore, ferito da una recensione negativa o solo non entusiasta del proprio libro, abbia attaccato pubblicamente – sui social network, sul proprio blog - il recensore e invitato amici e lettori affezionati a fare lo stesso, e a votare le recensioni su Goodreads in modo da seppellire quella negativa e portare in prima posizione quelle positive, sabotando così il sistema. Mentre molti autori si sono schierati dalla parte dei lettori, e hanno cercato di ricordare ai loro colleghi che le recensioni sono per i lettori, non per gli autori, e che a quelle negative è meglio non rispondere, molti altri hanno deciso che fosse tempo di “insegnare” ai lettori come ci si deve comportare e come si può o non si può recensire un libro.

I lettori hanno deciso di difendersi usando lo spazio recensioni – o meglio, lo spazio commenti delle recensioni – per scambiarsi informazioni e prove di questi autori dal “cattivo comportamento”, in modo da poter evitare loro e gli attacchi che potrebbero seguire in caso di un'opinione negativa su un loro libro. Questa forma di difesa però ha anche alimentato la rabbia degli autori meno preparati a trattare con il pubblico, tanto che alcuni recensori (tra i quali la Ridley di cui sopra) sono tuttora vittime di stalking da parte di un sito chiamato ironicamente “Stop the Goodreads Bullies”.

L'amministrazione di Goodreads, sebbene abbia provveduto al ban degli autori di questi incidenti, non ha mai pubblicamente condannato l'operato di questo sito (che pure sfrutta il loro nome), come invece hanno fatto le associazioni anti-bullismo e altri autori tirati in causa.

Tornando alle recensioni nascoste. Patrick Brown promette la pubblicazione di nuove linee guida in cui sarà chiaro cosa è ammesso e cosa non è ammesso in una recensione, così come di nuove linee guida per gli autori che decideranno di interagire con i lettori su Goodreads. Infatti questa politica sulle recensioni nascoste è sempre stata applicata senza un riferimento nel regolamento del social network.

Durante l'attesa alcuni utenti segnalano che anche recensioni riguardanti il libro e non l'autore (ma pur sempre negative) sono state nascoste. Altri dicono che se proprio lo staff deve intervenire sulle  recensioni, perché gli utenti non possono decidere da soli quali sono utili e quali no, dovrebbero essere nascoste anche tutte quelle recensioni a cinque stelle “sulla fiducia” che affollano le pagine di libri che devono ancora andare in stampa, così come tutte le recensioni entusiaste degli amici (e dei finti profili) dell'autore. Ma apparentemente queste non sono recensioni problematiche per lo staff di Goodreads, che ignora le segnalazioni degli utenti.

Quando le nuove linee guida vengono pubblicate i dubbi purtroppo non vengono chiariti. Se i criteri perché una recensione sia considerata appropriata sono delle liste su cosa si può o non si può fare – la differenza di tono con le linee guida per gli autori, che invece sono “invitati” a partecipare, “cercando di evitare, laddove possibile” di fare spam, è evidente, come fa notare la book blogger VacuousMinx, che pure si è occupata di questa vicenda durante tutto il suo svolgimento – quelli per cui la stessa recensione sia considerata “di qualità” (altra caratteristica necessaria perché la recensione rimanga visibile) sono sconosciuti, e lo staff evita di dare risposte. Alle continue richieste da parte degli utenti di ricevere una notifica qualora una recensione venisse nascosta (in modo da poterla correggere e provare a ripubblicarla), la risposta è sempre no: gli utenti possono scoprire se una delle proprie recensioni è stata nascosta solo visitandole tutte una per una. Cosa difficile da fare periodicamente per gli utenti che hanno scritto più di mille recensioni (ma anche per chi ne ha scritte più di cento). Sembra come se Goodreads volesse nascondere le recensioni senza dare una spiegazione specifica, e senza fare rumore. Questo aspetto della vicenda fa sospettare ancora di più che di fondo le nuove linee guida siano solo una scusa per nascondere le recensioni “scomode”, quelle che non fanno vendere i libri.

Goodreads, apparentemente, non vuole avere problemi di questo tipo. Non vuole avere problemi con gli autori e gli editori, che pagano per gli spazi pubblicitari nelle pagine del social network. Non vuole avere problemi con le vendite, quelle di ebook interne al sito e quelle che avvengono attraverso i link affiliati, sulle quali guadagna una percentuale. Non vuole avere problemi con gli store che pagano per utilizzare il database di Goodreads come fonte per le recensioni, e che pure vogliono che queste spingano all'acquisto anziché frenarlo. Dunque, le recensioni negative possono sparire, senza far rumore e senza trasparenza, sperando che i lettori non ne abbiano troppo a male. E se tra loro c'è chi protesta, e chi dichiara di non sentirsi più sicuro perché queste nuove regole la danno vinta agli autori che attaccano i lettori, lo si può sempre ignorare.

Naturalmente Goodreads può fare quello che vuole, ma deve ricordare che il suo successo dipende dal contenuto generato dagli utenti, così come il suo funzionamento dipende anche dai volontari che si incaricano di sistemare i dati delle schede dei libri e di fare tanti altri piccoli lavori di manutenzione che rendono l'esperienza del sito più piacevole. Senza i lettori Goodreads non sarebbe niente, e senza trasparenza i lettori non si fideranno più di Goodreads e delle sue recensioni, e abbandoneranno il sito, perdendo così un altro spazio per la discussione di libri in rete.

Speriamo che questo scenario non debba diventare realtà.

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