Se penso alla mia vita, posso dire che il personaggio di Batman c'è sempre stato. Non sono patito di questo personaggio, non ho nei suoi confronti una venerazione come era successo con l'Uomo Ragno. Dovendo scegliere, l'orfano palestrato col feticismo per i ratti volanti si dovrebbe accontentare di un secondo posto, proprio dopo il tessitele, anche se me lo sono sempre trovato davanti per un motivo o per l'altro. Tutto iniziò ai tempi dell'asilo, quando potevo godere di una bellissima serie animata, a cui era seguita anche Cavaliere della notte (o erano gli stessi episodi, sono con una sigla diversa?), fino a che non arrivarono le medie con Batman of the future - riscoperta di recente e non pessima come ricordavo. Poi iniziarono le superiori e, con l'adolescenza, anche la mia passione per Tim Burton, cosa che mi costrinse a recuperare le due pellicole a tema che realizzò (insieme a quelle di Schumacher - sic!) e poi, durate la terza superiore, una gita al salone del libro di Torino che mi permise di conoscere il Batman di Frank Miller, col fumetto Il ritorno del cavaliere oscuro. A tema di oscurità poi ci pensò Nolan con Il cavaliere oscuro, film che mi mandò in pappa il cervello di adolescente e che sancì in maniera definitiva il mio legame col personaggio, facendomi avvicinare anche ai fumetti di Grant Morrison e, in tempi più recenti, a quelli di Snyder. Ora che anche la saga nolaniana è finita tutto sembrava essere terminato, eppure il personaggio comparirà in Dawn of Justice del mio amato Zacchino e, di recente, ha avuto una speciale rivisitazione in quest'ultima versione televisiva...
Quella di Gotham è una città molto malfamata e il giovane commissario Gordon fa quello che può per cercare di ristabilire l'ordine. Tutte le forze che si annidano all'interno della città però trovano il loro climax quando i genitori di Bruce Wayne, veri magnati del posto, vengono assassinati. Un sadico gioco per il potere ha inizio...
Sembra strano che uno come me, che odia tanto i nerd, sia stato anche un vorace lettore di fumetti di supereroi, che sono la "roba nerd" per antonomasia. Questo perché sono sempre convinto che non esista una cosa che sia nata espressamente per una sola categoria di persone, perché le cose belle sono universali. Casomai è l'utilizzo che se ne fa a farle diventare tali. Per nerd, appunto. Perché anche fra i fumetti dei supereroi ci sono delle vere e proprie perle della nona arte che di nerd non hanno assolutamente nulla, basti pensare alla run di Brian Michael Bendis e Alex Maleev su Daredevil, oppure al lavoro fatto da Jason Aaron su Wolverine in quella saga che trae ispirazione proprio da Oldboy (poco prima del distruttivo Marvel NOW!, sarà un caso?), fino anche alla squisita raffinatezza del 1602 di Neil Gaiman. Tutte storie di supereroi, tutti lavori che però possono farsi godere sia da chi in quel mondo ci sguazza a piene mani, anche in maniera a volte insana, sia per i lettori occasionali. Gli stessi film di Nolan non erano per nulla nerd, ma si dimostravano validi da un punto di vista assolutamente cinematografico, cosa che invece non si può dire totalmente (per quanto il film a me sia piaciuto) per un The Avengers. I rischi per una serie simile quindi erano altissimi, perché riprendere in mano un personaggio così amato nella storia recente, raccontandone (di nuovo!) le origini, poteva dimostrarsi appetibile quanto ascoltare per l'ennesima volta i discorsi di tua nonna su quando c'era la guerra - mi scuso con tutte le nonne vissute durante la guerra che possono essere rimaste offese da un commento simile. Invece, strano a dirsi, la serie funziona. Non alla grande, non senza le dovute pecche. Ma funziona, questo è impossibile negarlo. E per convincermi ci ha messo un solo episodio. Per quanto sia bella, Gotham rimane però un prodotto televisivo e, spiace a dirlo, come tale va preso, pur dimostrando delle qualità innegabili e delle tematiche per nulla scontate. Colpisce subito per l'ambiente inusuale in cui i vari personaggi sono calati, rendendo il tutto non tanto una storia di supereroi, quanto un thriller poliziesco abbastanza scanzonato ma coi suoi bei momenti di tensione e certi picchi di violenza davvero inaspettati per un prodotto simile. Senza contare che questa non sembra essere una storia su Bruce Wayne, qui relegato a un ruolo pressoché marginale, quanto su Jim Gordon e il suo senso del dovere e dell'onore, fornendo però anche un dovuto e necessario approfondimento psicologico dei personaggi di contorno, soprattutto quando entra in scena un certo Pinguino, personaggio davvero inquietante e molto più fedele rispetto a quello di burtoniana memoria, che rischia di rubare la scena a tutti in più di un momento. Però una volta passata la sorpresa iniziale e abituatisi alle varie strizzate d'occhio disseminate qua e là per i fan, la meraviglia inizia a calare e gli episodi cominciano a dimostrarsi davvero un po' troppi per una storia simile, tanto che molti dimostrano d'essere dei meri riempitivi per far arrivare al quantitativo di puntate richieste dal format. Fortunatamente la qualità, pur mostrando una regia relegata a quelli che sono gli standard di una serie-tv media, non cala mai sotto certi aspetti, regalando episodi quasi sempre ben gestiti e dal ritmo sempre costante. Certo non ci si deve aspettare di vedere Kubrick o Bergman, però per tutti coloro che vogliono una storia che non occupi troppo la mente ma che non lascia i neuroni azzerati, questo può essere un degno compromesso. Specie dopo un finale tale, che lascia aperte le porte a più di uno svolgimento, dimostrando così tutta l'intelligenza e la versatilità della creatura di Bruno Heller (lo stesso autore di The mentalist), a cui bisogna dare atto di aver saputo sfruttare il trend di tendenza degli ultimi anni in maniera del tutto originale e, a suo modo, quasi sofisticata.
Da queste parti, promossa! Pur coi suoi limiti, che la rendono però umana come ogni supereroi dovrebbe essere. Anche se oscuro come il vecchio Bats.Voto: ★★★