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Gotic – Enscenes (1978)

Creato il 21 novembre 2013 da The Book Of Saturday

Front

Prosegue la mia rassegna nel panorama prog e come altri dischi recensiti nel passato recente, anche stavolta vi segnalo un album del 1978. Un anno ambiguo (per questo mi interessa) di grande riflessione, tanto che per molti artisti (vedi post precedente su Street Legal di Bob Dylan) ebbe la funzione della stasi prima del rilancio spirituale. Ma parlando di progressive, di micro-prog nel senso stretto del termine, queste possibilità non ci sono. Molte band giungono a pubblicare un solo disco, poi si sciolgono per mancanza di case discografiche pronte a valorizzare i loro lavori. Spesso si salva solo qualche singolo artista che prosegue la carriera da solista. In più delle volte abbandonando poi, negli anni ’80 e ’90, tali sonorità per sondare altri terreni più fertili.

STORIA. I Gotic erano una band di Barcellona, nata nel 1977, e formata da Rafael Escoté (basso, gong), Jordi Martí (batteria, percussioni), Jep Nuix (flauto, ottavino) e Jordi Vilaprinyo (piano, clavicembalo, mini moog, violino, hammond), con sporadiche partecipazioni di Jordi Codina e Josep Albert Cubero alle chitarre. Nel 1978 esce Enscenes (in molti lo datano 1977 ma preferisco fare riferimento a Progarchives), poi si sciolsero e forse l’unico degno di essere citato nel prosieguo della sua carriera da solista fu Escoté.

IMPORTANZA. Stando all’opinione di molti appassionati del prog, Enscenes è uno dei migliori album del progressive spagnolo. E i Gotic un meraviglioso esempio di adattamento delle tendenze musicali straniere, essenzialmente anglosassoni (Canterbury), italiane e fusion. Chiamiamolo anche Sympho-prog, per via di quella matrice melodica condotta con grande sapienza compositiva da questa band catalana. La quale, nonostante potesse essere tentata di appiattirsi su una riproposizione degli standard spagnoleggianti, resta fedele al marchio progressive occidentale lasciando alla chitarra latina soltanto lo spazio delle due tracce finali, Io del tu que ho veies tot tan facil, Historia d’Una Gota d’Aigua.

SENSAZIONI. La musica dei Gotic può ricordare classici progressive degli anni ’70, anche se in questo caso, come accade sempre per il prog, gli accostamenti sono sfaccettati e non sempre mettono d’accordo la critica. Secondo alcuni Enscenes rimanda soprattutto a The Snow Goose dei Camel. Nel panorama delle influenze e delle ispirazioni, non mancano i Caravan, ma anche una grande importanza viene affidata a Pfm e Banco del Mutuo Soccorso. Non mancano riferimenti ai Gentle Giant, con un po’ di fantasia anche ai King Crimson. E proprio per tenerci larghi, aggiungo anche i Pink Floyd di A Saucerful of Secrets. C’è chi ci vede (a mio avviso azzardando un po’) anche i Weather Report e i Return Forever di Chick Corea. Un disco morbido, dolce, guidato dal flauto che fa da filo conduttore all’interno di una struttura che non disdegna nemmeno alcune sonorità jazz-fusion. Per l’accordo tra flauto solista e piano Fender-Rhodes che accompagna con il più tipico uso di accordi e rivolti del jazz. Per gli appassionati di prog, non mancano mellotron, hammond e synth. In più controtempi e dispari che cullano l’ascoltatore in un viaggio sospeso nel tempo e nello spazio. Un disco di trasporto e di ottima musica, forse uno dei migliori lavori prog di quell’annata.

CURIOSITA’. Enscenes è stato remasterizzato anche in cd (su Amazon qualcosa ancora si trova) ma in vinile è pressoché introvabile. Forse in qualche esercizio specializzato, più facilmente in Spagna, se si è fortunati si trova a un prezzo che si aggira attorno ai 40-50 euro.



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