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Gottfried Benn: “Ebereschen”. Cespugli di sorbo

Da Fabry2010

Gottfried Benn: “Ebereschen”. Cespugli di sorbo
(Gottfried Benn)

Ebereschen è del 1954, mentre al 1955 risale la stampa di Aprèslude, la raccolta che può essere considerata il testamento di Benn “poeta della tarda modernità” (Luciano Zagari). Ferruccio Masini ha tradotto Aprèslude in una edizione con il testo a fronte (Einaudi 1966). a.m.c

Cespugli di sorbo

Cespugli di sorbo – non del tutto rossi ancora
di quel tono cromatico che assumono e li fa
residuo incandescente, sorbola, autunno e morte.
Cespugli di sorbo – un po’ sbiaditi ancora,
ma, a ben guardar, legati già in un mazzo
ad annunciare a fior di labbra le ore dell’addio
forse mai più, forse quest’ultima volta.
Cespugli di sorbo – quest’anno e negli anni, sempre
In toni opachi prima e poi di rosso
colorati, riempiti, maturati, offerti a Dio –
ma tu, dove hai raggiunto pienezza, colore, maturità?

Ebereschen

Ebereschen – noch nicht ganz rot
von jenem Farbton, wo sie sich entwickeln
zu Nachglut, Vogelbeere, Herbst und Tod.
Ebereschen – noch etwas fahl,
doch siehe schon zu einem Strauß gebunden
ankündigend halbtief die Abschiedsstunden
vielleicht nie mehr, vielleicht dies letzte Mal.
Ebereschen – dies Jahr und Jahre immerzu
in fahlen Tönen erst und dann in roten
gefärbt, gefüllt, gereift, zu Gott geboten -
wo aber fülltest, färbtest, reiftest du -?

Gottfried Benn: “Ebereschen”, 1954
(traduzione di Anna Maria Curci)



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