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Governo Berlusconi: stress test per gli italiani

Creato il 28 settembre 2011 da Elvio Ciccardini @articolando

Governo Berlusconi: stress test per gli italianiNel millennio degli stress test per verificare la stabilità economico finanziaria degli istituti bancari mondiali, non ci si può non rendere conto che l’attuale situazione politica nazionale è assimilabile ad un tentativo di sondare il limite estremo tra la sopportazione al sopruso politico e la ribellione civile…

L’Italia deve essere salvata, dai debiti e da una classe dirigente riassumibile con un nome “Berlusconi”, la cui portata distruttiva, tuttavia, va ben al di là dell’agire del singolo uomo.

L’ometto imprenditore, purtroppo, non è altro che la rappresentazione di un sarcofago putrido dentro cui si cela quell’intreccio di distruttori del senso dello Stato. Si tratta di mezzi uomini che, armati come banditi, seminano discordia, ingiustizia e povertà, ingozzandosi di luce riflessa che non riescono ad emanare.

Il mondo ride del giullare diventato imperatore di un paese stanco, illuso e scoraggiato dall’assenza di alternative che, prima o poi dovranno scendere in campo e prendere forma di nuova classe dirigente. Pena la perdita di tenuta sociale.

Eppure l’Italia è un paese ricco di risorse, abitato da persone amabili. La brava gente italiana è stimata e riconosciuta in tutti i continenti. A volte veniamo tacciati di essere chiassosi, magari caotici, altre volte di essere poco educati o eccessivamente furbi, ma di quella furbizia che trova giustificazione nella infinita capacità inventiva.

Come contro altare, tuttavia, abbiamo un perverso crocevia di interessi lobbistici e di contro poteri che si frappongono tra ciò che l’Italia è e ciò che si vorrebbe diventasse. Volendo essere sintetici, il nostro bel paese è governato in maniera pietosa.

Così come in maniera pietosa si è affermata questa classe dirigente della seconda repubblica che si è eretta sulle fondamenta di scoppi di bombe e di uno strisciante colpo di Stato, che deve ancora essere immolato agli altari della storia. Nonostante abbia già prodotto la maggior parte dei suoi effetti nefasti.

Non sbaglia Berlusconi a definire l’Italia, in una telefonata con l’editore di un quotidiano online, Valter Lavitola, un “paese di merda”. Cos’altro potrebbe essere il nostro paese quando il Capo del Governo non trova il coraggio e la dignità per dimettersi dopo essere stato scoperto in attività da Bunga Bunga.

Mentre il Presidente del Consiglio si intrattiene tra una palpatina, una barzelletta sconcia, un siparietto sexy, chi governa realmente l’Italia? Rispondere a questa domanda è complesso.

Sicuramente è più semplice intuire e comprendere chi può approfittare di questo vuoto di potere. Ne approfittano i faccendieri. Ne approfitta la criminalità organizzata. Ne approfittano i gruppi d’interesse para statali. Cioè tutti quei soggetti che, dallo scoppio delle bombe del ’92 e del ’93 hanno tratto vantaggio.

Nel mentre gli italiani assistono inebetiti. Sono silenti. Da un lato si vorrebbe togliere l’anello del potere ad una mano macchiata di leziosità. Dall’altro si vorrebbe reagire con piccone in spalla per demolire l’operato del finto maniscalco.

Nei fatti, però, l’italiano medio non si meraviglia davvero più di quest’uomo. Prende solo atto di una cronaca politica che è diventata cronaca rosa, parimenti ad un giornale erotico vendibile solo ai maggiorenni. Il “cavaliere”, virtù del saper fare, ha saputo sfasciare il senso di appartenenza del cittadino alla vita politica.

Eppure il paese sta affrontando una crisi profonda e si fa carico di un debito che è 120 volte il prodotto interno lordo. Ai giovani è chiesto di rinunciare alle uniche risorse che non dovrebbero essere loro negate: il futuro e la dignità.

Peccato che, senza dignità e senza futuro le probabilità che essi passino dallo stato catatonico allo stato di rivalsa aggressiva sono rilevanti. Il governo ha cancellato il previsto contributo di solidarietà e non è riuscito neanche a far passare la prevista manovra sulle pensioni.

Se una nuova classe dirigente non trova il coraggio di scendere in campo, presentando un progetto realizzabile e ragionevole che sia una scommessa per il futuro e non sul futuro, sarà difficile credere che al prossimo stress test non si rischi un default sociale, prima che economico finanziario.



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