Governo: i “Popolari per l’Italia” escono dalla maggioranza. “I motivi? Riforme non condivise e metodo improvvisato”

Creato il 04 giugno 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

Popolari per l’Italia, la formazione politica capitanata da Mario Mauro, esce formalmente dalla maggioranza e passa all’opposizione. Al Senato la maggioranza, di fatto, ne risente poco, lo scarto si riduce a 9 senatori anche se alla vigilia, o quasi, dell’approdo della riforma del Senato in terza lettura e di quella della scuola, anche 9 senatori possono fare la differenza.

(popolariperlitalia.org)

Popolari per l’Italia di Mario Mauro esce dalla maggioranza di governo. Ieri la notizia è stata resa nota dal senatore del gruppo Grandi Autonomie e Libertà, Mario Mauro, presidente dei Popolari per l’Italia: “Il direttivo nazionale del partito dei Popolari per l’Italia ha deliberato in data odierna l’uscita dalla maggioranza che sostiene l’attuale governo” ha spiegato Mauro nel primo pomeriggio.

I motivi? “Riforme non condivise, condotte in modo improvvisato ed approssimativo, con una improvvida esaltazione del carattere monocolore dell’Esecutivo sono alla base di una decisione che è innanzitutto un giudizio definitivo su una gestione politica che sta tenendo in stallo l’Italia, la sua economia e il suo bisogno di crescita” ha sostenuto. Ma, passano un paio d’ore, e iniziano i distinguo degli stessi esponenti Popolari, in particolare di due che fanno parte anche del governo come sottosegretari: Domenico Rossi, deputato e sottosegretario alla Difesa, e Angela D’Onghia, senatrice e sottosegretario all’Istruzione, precisano che pur volendo rimanere “al momento, all’interno dei gruppi parlamentari di rispettiva appartenenza (Gruppo Grandi Autonomie e Libertà e Gruppo per l’Italia-Centro Democratico) per continuare a lavorare come sempre nell’interesse comune e generale dell’Italia, scevri da pregiudizi e congetture politiche che non ci appartengono”, hanno deciso di presentare le loro “dimissioni dal Partito dei Popolari per l’Italia”.

Le dimissioni di Rossi e D’Onghia dal partito Popolari per l’Italia. A differenza di Mauro, spiegano i due di ritenere che “l’attuale maggioranza stia portando avanti un percorso essenziale per la rinascita di questo paese e che qualsiasi partito della maggioranza possa concorrere in termini di dialettica e contributi. Per questo occorre però farne parte e non porsi su più facili posizioni di opposizione”. Anche il senatore Tito Di Maggio lascia Pi ed “emigra” nel nuovo gruppo dei fittiani, nato proprio oggi, con il nome “Riformisti e conservatori”.

A questo punto, il Pd ostenta sicurezza. Il capogruppo al Senato Luigi Zanda liquida così la vicenda: “Shakespeare avrebbe detto ‘molto rumore per nulla’”. E poi: “La maggioranza non cambia. Andremo avanti con la stagione delle riforme. I numeri a Palazzo Madama non cambiano affatto” poichè “i senatori che hanno annunciato il loro passaggio all’opposizione già da molti mesi votano contro il governo”. E c’è chi come Mario Marcucci ironizza citando una celebre battuta del film “I soliti ignoti”: “Mario Mauro ha lasciato un governo che non ha mai sostenuto. Intanto i suoi ‘l’hanno rimasto solo’”. E su twitter lancia l’hashtag #autogol. (AGI)


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