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GOVERNO MONTI E MONDIALI DI CALCIO 2014 - Monti, come Prandelli, ha obiettivi di medio-lungo periodo?
Creato il 15 novembre 2011 da Ciro_pastoreIn questi giorni di febbrile attività romana, mi è parso di cogliere un’amena similitudine tra i due più importanti selezionatori in azione nel nostro Paese. Da una parte, il Cesarone da Brescia sta facendo un buon lavoro con i pedatori italici (alcuni di genetica aliena, ma non siamo i soli in Europa). Nonostante il panorama nazionale non offra un’ampia scelta, con quei pochi elementi solo discreti, è riuscito a strappare un’agevole ed anticipata qualificazione agli Europei 2012. Anche le numerose tegole che gli sono piovute sul capo (ultima la stranissima malattia congenita del barese Cassano), il tetragono bresciano ha imparato, con indubbia perizia, a gestire le bizze di quel Balottelli, bamboccione coulored, tanto mattacchione da essersi fatto portare in gita nel Parco Divertimenti Camorraland. Certo, finora gli avversari forti li ha incontrati solo in amichevole, ma essere nell’elite europea e mondiale è un buon risultato che ci fa ben sperare, più che sull’esito della competizione continentale, su una progressiva maturazione in vista del Mondiale dei Mondiali, quello che si disputerà nel Brasile pentacampeon, nel non lontanissimo 2014.
Parallelamente, un altro ben più importante selezionatore, è all’opera in queste ore. Alle spalle ha un grande Commissario Tecnico, degno figlio della tanto vituperata Prima Repubblica. Giorgio Napolitano da Napoli. Giorgione è l’ottuagenario più in forma del Continente, nessun dubbio. Magari non farà i bagordi notturni come qualche suo quasi-coetaneo, ma nella sottile arte della politica non teme confronti. Certo, non può scendere in campo personalmente, anni e ruolo super partes glielo impediscono, ma come Commissario Tecnico, che distribuisce consigli e pianifica le strategie, è stato in questi mesi insostituibile. Grande la pensata di far cuocere Berlusconi a fuoco lento, rosolandolo ben bene, per poi esautorarlo con uno stile secco e deciso, da perfetto napoletano-anglosassone, quale è sempre stato. In panchina ha scelto di mandare un Tecnico, non giovanissimo, ma di provata esperienza internazionale, Mario Monti da Varese. Anche il prof dal sorriso timido è della provincia lombarda, come Prandelli. Ma le somiglianze non si riducono alla provenienza territoriale. Il prof ha fatto tanti anni sulle panchine difficile e traballanti della Commissione Europea, dove ha conosciuto e si è fatto apprezzare da politici e tecnici della Vecchia Europa, come uomo di solida cultura, di approfondita formazione accademica e di ostinata professionalità. Tutte doti che ne fanno un italiano anomalo, soprattutto dopo che per anni siamo stati rappresentati dal Nano da Circo Barnum.
Ora, anche il Selezionatore della Nazione sta preparando la sua squadra per un esordio che più difficile non si poteva immaginare. Dovrà cimentarsi da subito, senza nemmeno fare qualche partitella di pre campionato, con gli impegni più duri del calendario politico-economico. Lo attende, solo con iniziale comprensione, la sfida con i mercati borsistici, che non si faranno intenerire dal suo aplomb, e non appena possibile tenteranno di fargli ungollasso in contropiede. Ecco perché noi tifosi non dovremo essere impazienti, chiedendogli subito risultati impossibili ed insperati. Altrimenti c’è il rischio dell’esonero pre pasquale. Il panettone lui lo mangerà di sicuro, ma la colomba è a forte rischio. Per evitare un inizio shoccante, in stile Gasperini, SuperMario si affiderà al caro vecchio modulo all’italiana: primo, non prenderle. La difesa sarà sicuramente il suo punto forte. Una coppia centrale formata da due ministri, all’Economia e agli Esteri, di sicuro rendimento e senza velleità di fare partitoni per ambire a successi personali. Anche il centrocampo dovrà rinunciare ai piedi buoni, per accontentarsi di ottimi ed onesti pedalatori, dal passo sicuro e costante. Insomma, un Ministro degli Interni ed uno del Welfare che non siano interessati a fare le primedonne, ma semmai a tenere il pallone in gioco, facendo melina. Un attacco con una punta, il Ministro dello Sviluppo Economico, che agisca in contropiede e che sappia fare tesoro di quei pochi, pochissimi palloni giocabili che avrà a disposizione. Insomma, una cara vecchia tattica all’italiana, nell’onorato solco della tradizione dei vari Nereo Rocco e Giovanni Trapattoni.
Il campionato sarà lungo e difficile, e la retrocessione sarà uno spettro da scacciare. Ma, come sempre, lo stellone italiano, e quel tanto di amor proprio che ci viene fuori nei momenti più impensabili, potrebbero farci assistere nei prossimi anni ad un insolita ed entusiasmante partita. Io spero tanto di poter rivedere, da qui al 2014, una replica di quell’indimenticabile partita dei Mondiali del ’70: ITALIA- GERMANIA 4-3.
Ciro Pastore – Il Signore degli Agnelli
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