La Formula 1 esordisce sul tracciato di Manama il 14 marzo tra tantissime novità: sistema di punteggio rivisto, abolizione del rifornimento in gara, tre nuove scuderie e il ritorno del Kaiser di Kerpen Michael Schumacher, al volante del neonato team Mercedes, nato sulle ceneri della vittoriosa Brawn GP, iridata l’anno precedente con Jenson Button. Il Campione del Mondo in carica raggiunge Lewis Hamilton alla McLaren, mentre Fernando Alonso prende il posto di Kimi Raikkonen alla Ferrari.
Nuovo layout per la pista di Sakhir con l’inserimento di un complesso di curve subito dopo la curva 4 che porta la lunghezza del tracciato da 5,412 km a 6,299 km e la riduzione del numero dei giri da 57 a 49. Con questa modifica, la pista del deserto diventa la più lunga dell’intero campionato.
Le qualifiche del Gran Premio del Bahrain vedono la pole position del pilota Red Bull Sebastian Vettel, seguito dalle Ferrari di Felipe Massa e Fernando Alonso. Michael Schumacher piazza la sua Mercedes in settima posizione, due piazze dietro il più giovane compagno di squadra Nico Rosberg. Molto lente le Hispania Racing Team di Bruno Senna e Karun Chandhok, escluse in Q1 con un ritardo considerevole.
Parte la sessantesima edizione del Campionato del Mondo F1 con Vettel davanti a tutti, seguito da Alonso scattato meglio del compagno di squadra Massa. Lewis Hamilton tenta un attacco al brasiliano della Ferrari, ma finisce lungo e ad approfittarne è Nico Rosberg su Mercedes. La Red Bull di Mark Webber accusa una perdita d’olio e l’australiano sporca la pista, a farne le spese saranno Adrian Sutil su Force India e il pilota della Renault Robert Kubica, finiti in coda al gruppo a causa di un contatto innescato involontariamente dal tedesco ex Spyker. Nonostante il problema tecnico, Webber sopravanza Button nel corso del primo giro e la gara dell’australiano prosegue seppure con una vettura non al top.
Molti i ritiri nei primi giri, mentre i primi tre creano subito un buon divario e l’unica emozione in pista è il sorpasso di Hamilton ai danni di Barrichello alla prima curva dopo il suo primo ed unico pit stop.
Jenson Button riprende la posizione sul veterano australiano della Red Bull grazie ad un buon pit stop della McLaren.
Al 34° giro colpo di scena: si rompe uno scarico sulla Red Bull di Vettel e il giovane tedesco non può nulla contro le due Ferrari e la McLaren dell’anglocaraibico. Sebastian accusa progressivamente una perdita di potenza, ma riesce a resistere agli attacchi di Rosberg ed a chiudere in quarta posizione.
E’ doppietta Ferrari, con la prima vittoria di Fernando Alonso al volante della Rossa di Maranello. Chiude il podio Lewis Hamilton. Un risultato in parte insperato per il Cavallino Rampante, dopo un’annata 2009 non proprio facile.
Quinto e sesto posto per le Mercedes di Rosberg e Schumacher, il ritorno del Kaiser dopo tre anni di assenza dalla massima serie non è dei più brillanti, ma il team tutto tedesco porta a casa comunque 18 punti, grazie anche al nuovo sistema di punteggio.
Settimo Jenson Button, ottavo Mark Webber ed a chiudere la (nuova) zona punti Vitantonio Liuzzi con Force India e Rubens Barrichello su Williams.
Sfortunatissimo Jarno Trulli al volante della Lotus, ritiratosi a poche tornate dal termine per problemi meccanici.
“Ci aspettavamo di andare sul podio e di raccogliere più punti possibili, ma vincere è una piccola sorpresa…è un giorno speciale per me…tornare a vincere è sempre bello…non c’era modo migliore di iniziare questo rapporto…” commenterà l’asturiano dopo la gara, di ritorno sul gradino più alto del podio dopo più di un anno, quando vinse al Fuji nel 2008 al volante della Renault, sfruttando i pasticci di Hamilton e Massa, in lotta per il titolo.