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GP di Malesia: Márquez come Doohan, Rossi super ma 2°

Creato il 26 ottobre 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

Giù il cappello. Non resta che applaudire, strabuzzare gli occhi ed inchinarsi di fronte a quello che sta facendo Marc Márquez: già, perché a 22 anni ancora da compiere, el Cabroncito, già incoronato campione del mondo 2014 a Motegi, continua a regalare pagine memorabili di questo sport, cancellando ad uno ad uno tutti i record della classe regina e scrivendone di nuovi.

Sull’asfalto bollente di Sepang si corre il GP di Malesia, il penultimo appuntamento di questa stagione spettacolare dalla prima all’ultima gara. Márquez si è già laureato campione con 3 turni di anticipo e non vive il miglior momento della sua strabiliante stagione: lo Spagnolo infatti non vince da “ben” – si fa per dire – quattro gare, per la gioia di un Valentino Rossi in forma come non lo si vedeva da anni.

Lorenzo va forte, Rossi fortissimo ma Márquez, ancora una volta, pare arrivare da un altro pianeta. El Cabroncito mette in chiaro le cose, si piazza davanti agli altri due impavidi moschettieri e quasi a voler ricordare che il più forte è sempre lui, va a prendersi la 12° vittoria stagionale, eguagliando il record scritto nel 1997 da un certo Mick Doohan – non un pollo qualsiasi, insomma -. Alieno.

Bastano una manciata di giri perché si componga il solito terzetto di testa – nell’ordine: Lorenzo, Rossi, Márquez – , che fugge ad una velocità inarrivabile per tutti gli altri. Dietro di loro un eroico Dovizioso, con problemi alle gomme,  pian piano cede il passo a Bradl, Smith ed Hernandez, mentre Pedrosa riesce a cadere per ben due volte, chiudendo così nel peggiore dei modi  una stagione davvero sciagurata per lui. Lorenzo non riesce a tenere il passo dei due inseguitori e viene risucchiato da Rossi e Márquez, che riaccendono il loro duello: Valentino regge fino al 12esimo giro, poi va leggermente lungo in curva e Marc artiglia un primo posto che si terrà stretto fino alla fine.

Niente da fare dunque, il momento di appannamento di Márquez aveva fatto sperare in qualche punto debole dello spagnolo, che oggi invece è sembrato, ancora una volta, insuperabile. Giù il cappello per l’uomo dei record, ma giù il cappello anche per un Rossi capace di stargli dietro e per un Lorenzo che ci ha provato fino all’ultimo; non ci resta che aspettare l’ultimo capitolo di questa straordinaria stagione, sperando che ci riservi uno spettacolo degno dei precedenti.


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